Acefali (V-VII secolo)

Corrente estremista del movimento monofisita dal V al VII secolo.

Gli acefali [cioè senza un capo (spirituale)] erano coloro i quali, nell'ambito dell'ambiente monofisita, rifiutavano la formula di compromesso, elaborata da Acacio di Berea, patriarca di Costantinopoli e Pietro Mongo, patriarca di Alessandria nel 482.

La formula fu poi ratificata nell'editto Henoticon emanata dall'imperatore Zenone (474-475 e 475-491).

Gli acefali, soprattutto i monaci in Egitto, preferirono rimanere senza capo, piuttosto che scendere a compromessi. Molti di loro confluirono successivamente nel movimento dei severiani, i seguaci di Severo di Antiochia, fondatore della corrente del monoergetismo.

Si sentì parlare ancora di acefali nel 622, quando l'imperatore Eraclio (610-641) diede udienza ad un tale Paolo, un acefalo, il quale dibatté con l'imperatore per perorare la dottrina del monofisismo puro, in cui credeva. Quest'episodio diede poi via alla dottrina messa a punto da Sergio, patriarca di Costantinopoli, denominata monotelismo.