Arnold, Gottfried (1666-1714)

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Gottfried Arnold

 

Il mistico luterano tedesco Gottfried Arnold nacque il 5 settembre 1666 ad Annaberg, un piccolo villaggio della Sassonia da una modesta famiglia: il padre era un povero maestro di scuola, mentre la madre morì quando A. era ancora piccolo.

A. studiò teologia all'università di Wittenberg e, nel 1689, fu chiamato a Dresda con l'incarico di tutore per una famiglia nobile, e qui incontrò il teologo alsaziano, fondatore del movimento pietista, Philipp Jakob Spener, a quel tempo cappellano di corte, presso il principe elettore di Sassonia, Johann Georg (Giovanni Giorgio) III (1680-1691). A. fu convertito da Spener alle idee pietiste e tra i due si sviluppò una sincera amicizia: Spener avrebbe sempre avuto una grande ammirazione per la severa correttezza morale del più giovane amico, sebbene l'atteggiamento senza compromessi di A. procurasse a quest'ultimo non pochi fastidi ovunque si recasse.

Attraverso l'interessamento di Spener, A. fu nominato professore di storia a Giessen e qui, nel 1699, scrisse il suo libro più famoso e criticato, Unparteiische Kirchen und Ketzer Historie (Storia imparziale della Chiesa e degli eretici), dove il giudizio di A. sulla chiesa contemporanea fu alquanto severo e i distinguo sui vari episodi della storia degli eretici furono, per l'epoca, alquanto provocatori: per esempio egli assolse il comportamento degli anabattisti, separandolo dalla follia collettiva della repubblica teocratica di Münster.

Nel 1700 avvenne la pubblicazione del suo Das Geheimnisz der göttlichen Sophia (Il segreto della divina conoscenza), scritto sotto l'influenza del pensiero dei mistici Jacob Boehme e Johann Georg Gichtel, un percorso verso la conoscenza di Dio, basato sull'esperienza interna dell'Adamo androgino, che nel sonno perde la sua sposa celeste Sophia (identificazione di Cristo, secondo alcune interpretazioni) e che deve mantenersi casto per poterla riavere.

A. è anche noto per esser stato un pregevole compositore di circa 130 inni sacri, alcuni dei quali di rara bellezza, oltre che di madrigali religiosi e aforismi poetici.

Nel 1707 A. fu nominato pastore di Perleberg, nel Brandeburgo, dove passò gli ultimi sette anni della sua vita. Morì poche settimane dopo la Pasqua del 1714, in seguito ad un episodio che lo colpì profondamente: durante la celebrazione della Cena del Signore (Comunione), una compagnia di soldati prussiani, incaricata di prelevare giovani per la leva militare, letteralmente trascinò via dall'altare degli uomini sotto gli occhi dell'attonito pastore. Gli sforzi di A. per rimediare questa situazione furono inutili ed egli, già minato nel fisico, si ammalò gravemente, morendo, come detto, poco dopo.