Gubbio, Fra Bentivegna da (inizio XIV secolo)

Bentivegna, nato a Gubbio, aderì nel 1304 alla setta degli apostolici sotto la guida di Fra Dolcino da Novara, ma successivamente alla repressione del movimento attuata dalle truppe dei vescovi di Novara e Vercelli, abbandonò i dolciniani, entrando nell'ordine dei francescani.

Qui, però, l'irrequieto B. decise di aderire al movimento dei Fratelli del Libero Spirito, una setta, diffusosi dal XII secolo, che professava l'indipendenza dall'autorità ecclesiastica e la possibilità di vivere secondo una vita apostolica e ascetica, poiché i propri adepti erano convinti di essere pervasi dallo Spirito Santo.

Essi infatti ritenevano di essere talmente perfetti da poter commettere qualsiasi atto senza correre il rischio di peccare, secondo il detto di San Paolo: Tutto è puro per i puri (Lettera a Tito 1,15). Alcuni autori cattolici riportarono che essi, forti di questo convincimento, si lasciavano andare soprattutto ad atti contro la morale, come atti sessuali extramatrimoniali.

B. fondò una sua variante dei Fratelli del Libero Spirito, denominata Spirito di Libertà, ma i francescani, scandalizzati da quest'atteggiamento antinomiano, condannarono nel 1307 B. e i suoi seguaci ad essere confinati a vita nelle loro celle. E, ironia della sorte, fu proprio Ubertino da Casale, diventato poi uno dei leader storici del movimento dei francescani spirituali o fraticelli, a pronunciare la condanna.