Calandrini, famiglia (XVI e XVII secolo)

Fare clic per visualizzare la foto

Ritratto di Bènedict Calandrini

(Bibliothèque publique et universitaire, Genève)

Famiglia di riformatori esuli lucchesi del XVI e XVII secolo, influenzati dal pensiero di Aonio Paleario, che era stato il precettore della famiglia prima del suo arresto e condanna al rogo. Di questa famiglia si ricordano:

1) Calandrini, Benedetto (m. 1587)

Figlio di Filippo (m. 1554), illustre ambasciatore della Repubblica di Lucca, Benedetto sposò Maddalena Diodati e fu lo zio di Pompeo Diodati. Egli partecipò alle varie vicissitudini riformiste delle famiglie esuli lucchesi Diodati e Burlamacchi, riparando dapprima in Francia nel 1567, presso la duchessa Renata d'Este, simpatizzante della causa calvinista, confinata nel suo castello di Montargis, e successivamente a Ginevra, dove morì nella primavera del 1587.

2) Calandrini, Giuliano (1514-1573)

Fratello di Benedetto, fu costretto a fuggire a Ginevra nel 1560, perché ricercato dall'Inquisizione per le sue idee religiose. Raggiunta la sua famiglia, anch'essa esule, in Francia nel 1567, morì nel 1573, probabilmente di peste, a Sedan, luogo di transizione per gli ugonotti in fuga dopo la strage della notte di San Bartolomeo (23 Agosto 1572).

3) Calandrini, Scipione (1540-1607)

Figlio naturale di Giuliano e allievo di Aonio Paleario, fu il primo della famiglia che andò in esilio per motivi religiosi. Egli si rifugiò dapprima (1558) nei Grigioni, poi a Ginevra, dove si convertì alla Riforma nel 1559. Quando il suo concittadino e docente di filosofia, Simone Simoni, fu espulso da Ginevra per aver attaccato violentemente il pastore della locale chiesa italiana riformata, Niccolò Balbani, Scipione si propose come suo successore alla cattedra universitaria. In seguito, offeso per non essere stato prescelto, egli si trasferì a Heidelberg per studiare lettere, filosofia e teologia.

Nel 1570 S. divenne pastore protestante a Morbegno, succedendo ad Ulisse Martinengo, e a Sondrio, dove si impegnò per una pacifica coesistenza di riformati e cattolici. Per questo motivo i cattolici, sobillati dall'arciprete di Sondrio Nicolò Rusca, cercarono di ucciderlo per ben due volte. S. morì a Sondrio circa nel 1607.

4) Calandrini, Giovanni (1544-1623)

Figlio di Giuliano e padre di Elisabetta, sposa di Filippo Burlamacchi, Giovanni Luigi (o Ludovico) (1585-1656) (un membro influente della colonia italiana a Ginevra), Filippo, Marco, Anna, Giuliano, Cesare, Pompeo e Orazio. Giovanni fu socio in affari ad Anversa di Francesco Turrettini.

5) Calandrini, Cesare (1595-1665)

Figlio di Giovanni, nato a Staden, nelle Fiandre occidentali, nel 1595, Cesare studiò teologia a Ginevra e a Saumur. Si trasferì, quindi, in Inghilterra, dove compì ulteriori studi di teologia a Oxford, diventando ministro della Chiesa d'Inghilterra. Successivamente divenne pastore della Chiesa Olandese riformata, un ritorno alle origini dei suoi primi studi teologici. Fu anche presidente del Coetus, l'istituzione che regolava le questioni di dottrina e disciplina delle chiese riformate olandese, francese e italiana a Londra.

6) Calandrini, Bènedict (1639-1720)

Figlio di Giovanni Luigi (o Ludovico), Bènedict divenne pastore della chiesa italiana e Rettore dell'Accademia di Ginevra. Morì nel 1720.

7) Calandrini, Jean Louis (1703-1758)

Figlio di Daniele (1635-1709), nipote di Giovanni Luigi (o Ludovico), quindi pronipote di Giovanni Calandrini, Jean Louis nacque nel 1703 a Ginevra, di cui fu illustrissimo cittadino: professore di Matematica e Filosofia, scrittore di trattati scientifici, divenne, anch'egli come lo zio Bènedict, Rettore dell'Accademia (nel 1741), ma anche Consigliere di Stato nel 1750 ed infine Sindaco nel 1757. Morì nel 1758.