Convulsionari (inizio XVIII secolo)

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Il diacono François Paris, venerato dai convulsionari

 

Il movimento del giansenismo, all'inizio del XVIII secolo, fu un fenomeno, che ebbe un forte impatto sulla società francese dell'epoca, soprattutto perché mirava ad una maggiore moralità e severità religiosa, come reazione al lassismo tipicamente gesuita. Esso condannava inoltre, come diceva il teologo Antoine Arnauld, la vita molle e deliziosa, piena di fasto e di vanità della classe abbiente (nobiltà e borghesia). Ma proprio sulla borghesia queste idee ebbero un grande effetto, e molti abbandonarono le loro ricchezze per dedicarsi alla beneficenza e all'assistenza dei poveri, come il diacono François Paris (Francesco di Parigi), il quale, dopo una vita di penitenza e privazioni, morì, in odore di santità nel 1727.

L'anno successivo, il suo monumento funebre, nel cimitero di Saint Médard, diventò progressivamente meta di pellegrinaggi e presso il quale si raccontò fossero avvenuti molti miracoli (lo scettico Voltaire ne "contò" tra 500 e 600). I pellegrini, fanatici giansenisti, furono denominati convulsionari, per gli attacchi di furore mistico ai quali erano soggetti: le manifestazioni di delirio popolare comprendevano fedeli che mangiavano vetri e carboni ardenti, spiccavano salti funambolici, cadevano in stati epilettici. Questo fenomeno di massa fu abilmente sfruttato dai giansenisti per mantenere viva l'opposizione alla gerarchia cattolica e alla bolla papale Unigenitus.

Non sorprende quindi la decisione del governo francese, attraverso un ordine della corte di giustizia, di far chiudere il cimitero di Saint Médard il 27 gennaio 1732, ma i convulsionari proseguirono con le loro manifestazioni di fanatismo in case private, dove giovani fanciulle invasate erano sottoposte ad atroci prove: erano sospese sopra fuochi accesi, mangiavano escrementi, oppure venivano appoggiate sopra i loro corpi grandi pietre, rotte poi a colpi di mazza; il tutto apparentemente senza danno fisico grazie all'incrollabile fede giansenista.

Il fenomeno arrivò ad apici di fanatismo nel 1758, quando, il venerdì santo, due suore convulsionarie, di cui una di sessant'anni, si fecero crocifiggere per ben ore davanti a venti spettatori: la reazione del parlamento fu di proibire, nel 1762, ogni manifestazione del genere. Eppure, ancora nel 1828, si segnalarono alcuni casi di convulsionari, organizzati in una setta clandestina, denominata Amici della Verità.