Della Porta, Giambattista (o Giovambattista)(1535-1615)

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Giambattista Della Porta

(incisione da originale di Giuseppe Bossi)

La vita

Il famoso umanista e scienziato Giambattista della Porta nacque a Vico Equense (vicino a Napoli) il 15 (o 1) Novembre 1535 (secondo altre fonti nel 1538) terzogenito di una agiata famiglia di lontane origini nobili. Il padre Leonardo (o Nardo) di Antonio, grazie ad un prestito di tre navi a Carlo I d'Asburgo e d'Austria (1516-1556), sarebbe poi entrato al servizio dell'imperatore nel 1541, mentre la madre apparteneva alla nobile famiglia dei Spadafora ed era sorella di Adriano Guglielmo Spadafora, sovrintendente degli Archivi reali di Napoli.

P. non frequentò mai l'università: la sua educazione fu affidata dal padre allo zio materno e all'entourage culturale che frequentava la casa paterna, dal filosofo e medico di corte Antonio Pisano al grecista e naturalista calabro Domenico Pizzimenti. E' probabile che egli abbia anche frequentato le lezioni del medico e astrologo Girolamo Cardano (1501-1576).

P. viaggiò molto in Italia, Francia e Spagna e, grazie alle ricchezze della famiglia, non ebbe mai necessità di dover lavorare per vivere, ma poté dedicarsi totalmente ai suoi studi. P. fu infatti uno studioso estremamente eclettico: i suoi interessi comprendevano la crittografia, la meccanica idraulica, l'ottica (egli affermò di aver costruito il telescopio prima di Galilei) e la camera oscura (che perfezionò), gli studi matematici sulla quadratura del cerchio, la filosofia occulta e la demonologia, l'astrologia, la botanica e l'agraria, l'alchimia e la distillazione, il magnetismo, la meteorologia e la fisiognomonia (l'arte di dedurre i caratteri morali delle persone dai caratteri somatici), ma P. non disdegnava neppure di comporre commedie di successo.

Fondò anche un'Accademia dei Segreti (o Accademia secretorum naturae), che si riuniva nella sua casa di Napoli per disquisire sui segreti della natura e sulle cause dei fenomeni naturali, ma nel 1578 questa sua attività entrò nel mirino dell'Inquisizione napoletana, che lo incarcerò e lo processò, intimandogli di chiudere la sua accademia. P. allora si recò nel 1579 P. a Roma al seguito del cardinale Luigi d'Este (m. 1587), al cui servizio rimase durante i trasferimenti di questi a Venezia [dove mise a punto degli strumenti ottici per il cardinale e dove conobbe il celebre fra' Paolo Sarpi (1552-1623)] e a Ferrara, alla corte del duca Alfonso II d'Este (1559-1597). Durante il periodo al servizio del cardinale, P. compose anche diverse commedie e conobbe famosi letterati come Torquato Tasso (1544-1595) e Battista Guarini (1538-1612).

Fece ritorno a Napoli nel 1581, rimanendo sempre comunque sotto la protezione del cardinale, sempre molto interessato ai suoi studi sull'alchimia. La suddetta protezione e l'adesione, come laico, all'ordine dei Gesuiti nel 1585 lo misero abbastanza al sicuro dagli strali dell'Inquisizione. Tuttavia, dopo la pubblicazione nel 1586 della De humana physiognomonia e nel 1588 della Physionomonica [come arte divinatoria, la fisiognomia era stata proibita in specifiche bolle papali di Sisto V (1585-1590) nel 1585 e 1586] e la morte del suo potente mecenate, l'Inquisizione gli proibì nel 1592 la pubblicazione di qualsiasi lavoro filosofico scientifico (erano escluse le commedie e le opere letterarie), senza aver ricevuto il consenso del Sant'Uffizio stesso. Quest'ordine rimase in vigore fino al 1598.

Nel 1589 P. conobbe il giovane domenicano Tommaso Campanella, il quale studiò sotto la sua guida e ne rimase profondamente influenzato, ma di quest'amicizia P. non fece mai particolare vanto, a causa del fatto che Campanella, che proprio in quello stesso anno aveva pubblicato la sua Philosophia sensibus demonstrata (un'apologia di Bernardino Telesio), era già abbastanza compromesso con l'Inquisizione. Similmente nulla viene riportato su un più che probabile incontro tra P. e Giordano Bruno, i cui studi e pensieri filosofici (sulla magia naturale e la mnemonica) erano alquanto simili a quelli del proprio corregionale.

Finalmente, nel 1604, P. trovò un nuovo protettore nel giovane nobile (futuro Duca di Acquasparta dal 1610) Federico Cesi (1585-1630), al quale dedicò diversi dei suoi lavori. Cesi lo aiutò ad entrare, nel 1610, nell'Accademia dei Lincei (da Cesi stesso fondata nel 1603), dove P. rimase fino alla morte. Da parte sua, P. contribuì, assieme allo scrittore Giovambattista Basile (1575-1642), alla fondazione dell'Accademia letteraria degli Oziosi a Napoli nel 1611.

Nello stesso periodo P. fu contattato, attraverso il cappellano di corte, dall'imperatore Rodolfo II (1578-1612), vivamente interessato ai suoi studi di alchimia e che lo invitò a corte a Praga. L'anziano P. respinse l'invito, ma dedicò all'illustre ammiratore la sua Taumatologia (trattato sui prodigi).

P. morì a Napoli il 4 Febbraio 1615.

Le opere

Tra le sue innumerevoli opere si ricordano:

  • Magia naturalis, sive de miraculis rerum naturalium (1558). P. iniziò a scrivere, all'età di quindici anni, la sua opera più famosa, un ponderoso trattato (in quattro volumi) sulla natura (l'operare della natura fu definito, per l'appunto, magia naturale in contrapposizione a quella demonologica) e sul magnetismo. Fu ripubblicata nel 1589 in ben venti volumi.

  • De furtivis literarum notis, vulgo de ziferis (1563) sulla crittografia.

  • Ars reminiscendi (1566-1602) sulle tecniche mnemoniche.

  • Villae (1583-92), un'enciclopedia agricola.

  • De humana physiognomonia (1586), il più importante testo di fisiognomica dell'epoca, dove s'ipotizzò la corrispondenza tra carattere ed aspetto esterno del corpo.

  • Physionomonica (1588)

  • De refractione, optices parte (1593) studi sull'ottica.

  • De spiritalibus (1601-06) sull'effetto calorifico della luce e dove fu descritta una macchina a vapore con secoli di anticipo.

  • De distillatione (1609) sulla distillazione e chimica.

  • De aeris transmutationaibus (1610)

  • De telescopio, manoscritto scoperto solo nel 1940 e pubblicato nel 1962.

Tra le commedie si ricordano:

  • Olimpia (1586-89)

  • La fantesca (1592)

  • La trappolaria (1596)

  • I due fratelli rivali (1601)

  • La Cintia (1601)

  • La sorella (1604)

  • La turca (1606)

  • La carbonaria (1606)

  • L'astrologo (1606)

  • Il moro (1607)