Dupuis, padre Jacques (1923-2004)

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Jacques Dupuis

Il gesuita belga Jacques Dupuis nacque il 5 dicembre 1923 a Huppaye (vicino a Charleroi, in Belgio) da una famiglia borghese cattolica. Contrariamente al resto della famiglia, orientata allo studio dell’ingegneria, D. coltivò la sua vocazione religiosa, entrando, fin da giovane (nel 1941), in un noviziato della Compagnia di Gesù.
In seguito studiò lettere e filosofia all’università di Namur, laureandosi in filosofia a Lovanio (Leuven), dopo del quale partì nel 1948 per l’India, dove rimase per 36 anni. In India D. ottenne la licenza in teologia a Kurseong (nel distretto di Darjeeling, nel Bengala occidentale) e fu ordinato sacerdote il 21 novembre 1954. Il dottorato lo conseguì alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, l’unico periodo che interruppe il suo lungo soggiorno in India, dove però ritornò prontamente per insegnare cristologia e teologia sacramentaria alla facoltà teologica dello St. Mary’s College, a Kurseong, posto ricoperto dal 1959 al 1971. Nella sua attività quotidiana ebbe l’occasione di confrontarsi con persone di altre religioni, tra cui mussulmani, indù (egli studiò induismo a Calcutta) e buddisti (soprattutto i profughi in fuga dal Tibet invaso dai cinesi), e da quest’esperienza ricavò un vivo interesse per le tradizioni religiose locali e per lo studio delle forme più idonee d’inculturazione del vangelo cristiano.
Nel 1960 D. fu chiamato alla facoltà teologica di Delhi (ora Istituto Vidyajyoti di studi religiosi) per ricoprire la posizione di docente di teologia sistematica, ruolo che assolse fino al 1984. Allo stesso tempo, fu anche direttore del periodico Vidyajyoti Journal of Theological Reflection (Rivista Vidyajyoti di riflessione teologica).
Infine, dopo 36 anni di attività in India, nel 1984 D. fu chiamato dal Superiore Generale dell’ordine gesuita Peter Hans Kolvenbach (n. 1928) come professore di teologia delle religioni alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, alla quale si unì l’attività (1985-2003) di direttore della rivista Gregoriana e di teologo consultore per il Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, nel quale ruolo curò la redazione delle linee guida, edite nel 1991 dal Vaticano per il dialogo interreligioso, dal titolo “Dialogo e Annuncio”.

Sei anni dopo, tuttavia, D. entrò nel mirino della Congregazione per la dottrina della fede, presieduto dal cardinale Joseph Ratzinger [ora Papa Benedetto XVI (2005-)], quando nell’autunno del 1997 uscì il suo libro “Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso”, accolto comunque molto bene da alti prelati come il segretario (poi presidente) del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, arcivescovo Michael Louis Fitzgerald (n. 1937) (che definì D. “un teologo cattolico che evita il pluralismo e si oppone con forza allo svuotamento di Cristo”), il rettore della Gregoriana, arcivescovo Giuseppe Pittau (n. 1928), ed il noto teologo australiano Gerald O’Collins (n. 1931).

Tuttavia, già l’anno successivo (1998), il libro di D. fu pesantemente contestato da articoli apparsi sull’Avvenire e su Civiltà Cattolica, (la quale si domandava, per bocca del suo teologo Giuseppe De Rosa: “Se le altre tradizioni religiose hanno le proprie figure salvifiche, i propri profeti, le proprie sacre scritture, se sono già popolo di Dio e fanno già parte del regno di Dio, perché dovrebbero essere chiamate a divenire discepole di Cristo?”) e su di esso fu aperto un fascicolo d’indagine da parte della Congregazione per la dottrina della fede. In ottobre 1998 a D. venne trasmesso l’elenco dei punti controversi, sui quali avrebbe dovuto rispondere entro tre mesi, e, nel frattempo, gli fu impedito di continuare le sue lezioni all’Università Gregoriana. Quest’ultima decisione scatenò una energica reazione a difesa del gesuita belga, sia dal cardinale austriaco Franz König (1905-2004), che dall’arcivescovo di Calcutta, Henry Sebastian D’Souza (n. 1926), il quale si fece portavoce di un disagio diffuso nella chiesa cattolica indiana, già colpita dalla scomunica del teologo cingalese Tissa Balasuriya e dalla condanna post mortem del famoso gesuita e psicoterapeuta indiano, autore di bestseller venduti in tutto il mondo, Anthony De Mello (1931-1987).

Il vero punto di scontro stava in un caposaldo della dottrina cattolica: il rigoroso dogma cattolico Extra Ecclesiam nulla salus (All’infuori della Chiesa non c’è salvezza), il che eliminava qualsiasi capacità salvatrice di altre religioni. Solo le linee guida per il dialogo interreligioso del 1991, sotto l’influenza di D., avevano timidamente aperto vero le altre religioni, affermando: “I membri delle altre religioni ricevono la salvezza di Gesù Cristo, anche se non lo riconoscono come salvatore, attraverso la pratica di ciò che è buono nelle loro proprie tradizioni religiose”, mentre D. nel proprio libro, si era spinto oltre, scrivendo che Dio era da sempre presente e operante anche in altre figure salvifiche e vie di salvezza, tutte convergenti e complementari con quella cristiana.
Il 24 gennaio 2001 la Congregazione per la dottrina della fede emise una Notificazione, pochi mesi dopo la pubblicazione della dichiarazione del 6 agosto 2000, dal titolo Dominus Iesus (Signore Gesù), e che riproponeva l'unicità e l'universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa. La Notificazione fu sottoscritta da D., sebbene il testo della stessa fu oggetto di polemiche, in quanto sembra sia stato modificato rispetto a quello firmato da teologo belga. Egli, infatti, affermò che il testo, da lui sottoscritto, conteneva la generica raccomandazione a D. di “tener conto” della Notificazione nel suo futuro lavoro, mentre il testo pubblicato è conteneva un impegno scritto ad “assentire alle tesi enunciate”.

Secondo Tissa Balasuriya, il contrasto era nelle interpretazioni divergenti tra Congregazione per la dottrina della fede, contenute nella Notificazione, ed il pensiero dominante tra i teologi asiatici cattolici:

  • La prima ritiene che Gesù Cristo è il solo e universale mediatore della salvezza per tutta l'umanità, mentre per i secondi la salvezza è una relazione fra la coscienza umana e Dio.
  • Inoltre la Congregazione afferma che le altre religioni sono salvifiche solo in rapporto a Gesù e alla Chiesa cattolica, e gli asiatici, di contro, ritengono che le altre religioni insegnano un messaggio di salvezza che può essere efficace perfino prima della nascita di Gesù e senza una conoscenza della Chiesa cristiana.
  • Un altro punto controverso è lo scopo della missione di Gesù: per la Congregazione è la conversione di tutti alla Chiesa cattolica, per gli asiatici la salvezza/liberazione di tutti attraverso la conversione all'amorevole servizio del prossimo.
  • Infine la verità: la Congregazione ritiene che essa sia conosciuta solo dalla Chiesa, attraverso la Rivelazione di Gesù, i teologi del subcontinente indiano pensano invece che tutti cercano la verità, e che Dio liberamente rivela il proprio essere a molti in rivelazioni pluriformi.

Dopo il suo pensionamento dalle attività universitarie, D. continuò un’intensa vita come conferenziere e scrittore: il suo ultimo libro fu Cristianità e le religioni: dal confronto al dialogo, edito nel 2001.
D. è morto il 28 dicembre 2004 a Roma.