Flacio Illirico (Flacius Illyricus), Matthias (o Matija Vlacic o Francovich) (1520-1575) e flacianismo

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Matthias Flacius Illyricus

 

La vita

Matija (Matthias) Vlacic (nome umanistico Flacius Illyricus) nacque il 3 Marzo 1520 ad Albona (oggigiorno Labin) in Istria, allora parte della repubblica di Venezia. Dopo aver trascorso l'infanzia in Istria e a Venezia, secondo alcuni autori, gli fu sconsigliata la carriera ecclesiastica dallo zio Baldo Lupetino (un francescano conventuale convertito al luteranesimo e condannato a morte nel 1556 per le sue idee religiose), che, invece, lo esortò a studiare in Germania, dove F., dal 1539, frequentò le università di Augsburg, Basilea, Tübingen e Wittenberg. In quest'ultima università, F. divenne nel 1544 all'età di 24 anni, professore di lingua ebraica e greca.

Sempre a Wittenberg, F. conobbe Martin Lutero, e ne divenne un fervente seguace, aderente, come Nikolaus von Amsdorf, alla corrente dei luterani più osservanti, i cosiddetti gnesio-luterani, e per questo spesso in conflitto con Philipp Melantone, per alcune interpretazioni del pensiero di Lutero. Così accadde per la controversia adiaforista del 1547, scatenata dalle posizioni di Melantone, che considerava indifferenti alcune dottrine e pratiche della Chiesa Cattolica, che, invece, Lutero combatteva. Il nome della controversia derivava dal latino adiaphora (cose indifferenti dal punto di vista morale).

Nel 1557 F. divenne professore del Nuovo Testamento all'università di Jena, dove egli rielaborò la sua teoria sul peccato originale, suscitando un'ondata di proteste. Infatti, durante una disputa svolta a Weimar nel 1560 con il teologo e seguace di Melantone, Victorin Strigel (1524-1569), F. enunciò che il peccato originale non fosse un accidente (in altre parole, quanto appartiene ad una cosa, ma che non rientra nella sua essenza, secondo il concetto aristotelico) dell'uomo, bensì parte della sua stessa sostanza. Facendo così, però, F. cadeva nel dilemma insolvibile: O Satana è il creatore della sostanza o Dio è il creatore del peccato, come disse il suo ex amico e teologo gnesio-luterano Tilemann Hesshusen (1527-1588).

La teoria di F. fu definitivamente condannata nella Formula di Concordia del 1577, ma nel frattempo F. aveva lasciato l'università di Jena nel 1562, conducendo una vita errante, fatta di frequenti spostamenti a causa delle persecuzioni dei suoi avversari, fino a Francoforte, dove finalmente si stabilì e dove morì in ospedale l'11 Maggio 1575.

Le opere

Autore molto prolifico, F. scrisse circa 140 opere, molte delle quali mai pubblicate. Tra le sue opere più conosciute si ricordano:

  • Catalogus testium veritatis (1556): per F., testimone della verità, la dottrina di Lutero era solo un'interpretazione della Sacra Scrittura.

  • Ecclesiastica Historia (1559), una monumentale opera, in sei volumi, concepita da un gruppo di studiosi luterani, con a capo lo stesso F., denominati i Centuriatori (poiché l'opera era divisa in secoli, o centurie) di Magdeburgo, dalla città, dove la maggior parte dell'opera era stata scritta.

  • Clavis scripturae sacrae (1567), un dizionario enciclopedico su tutte le parole bibliche, nel quale si discuteva sull'interpretazione della Sacra Scrittura.

Grazie a quest'ultima opera, F. fu considerato il fondatore della filosofia ermeneutica, vale a dire dell'arte dell'interpretazione dei passaggi "difficili" della Sacra Scrittura, pur restando valido il principio luterano della sola scriptura.