Garvey, Marcus Mosiah (1887-1940) e garveyismo e Universal Negro Improvement Association (UNIA) e African Communities League (ACL)

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Marcus Mosiah Garvey Jr.

I primi anni

Marcus Mosiah Garvey Jr. nacque a St. Ann’s Bay (Giamaica) il 17 agosto 1887, uno degli undici figli di Marcus Mosiah Garvey Sr. e Sarah Jane Richards, un’umile coppia di religione metodista (sebbene, in età più tarda, G. si sarebbe convertito al Cattolicesimo). G. divenne comunque un buon autodidatta con una certa inclinazione per la lettura, grazie ad una libreria ben fornita, sia del padre che del padrino Alfred Burrowes.

All’età di 14 anni, G. si trasferì a Kingston (la capitale della Giamaica) dove lavorò in una stamperia, ma dove si mise nei guai, aderendo ad uno sciopero nel 1908, motivo per cui fu licenziato. Dopo aver tentato nel 1909 la pubblicazione di un suo giornale The Watchman, che durò però solo per tre uscite, G. si mise a viaggiare per l’America Centrale, praticando vari mestieri (guardiano in una piantagione di banane in Costarica, giornalista sia in Costarica che in Panama), prima di rientrare in Giamaica nel 1912.

Fondazione dell’UNIA

Nel suo successivo viaggio a Londra (1912-1914), G. si convinse della necessità di protestare contro l’oppressione coloniale dei bianchi (in questo s’ispirò probabilmente alle idee del predicatore giamaicano Alexander Bedward) e dell’urgenza di migliorare le condizioni degli uomini di colore mediante la loro unione. Quindi, al suo rientro in Giamaica nel luglio 1914, egli fondò l’Universal Negro Improvement Association (UNIA) (Associazione universale per il miglioramento dei neri) e l’African Communities League (ACL) (Lega delle comunità africane), con lo scopo di “unire tutti i popoli del mondo di discendenza africana in un’unica grande organizzazione per individuare un paese ed un governo esclusivamente loro”.

Dal 1916 G. si trasferì in Stati Uniti per lavorare come stampatore, ma anche per compiere un tour di discorsi pubblici con lo scopo di risvegliare la coscienza degli afro-americani in termini di libertà sociale, politica ed economica. Il successo dell’UNIA fu notevole: fondata la sezione statunitense nel 1917 con 13 membri, già nel giugno 1919 si calcola che gli aderenti furono più di due milioni, grazie anche al giornale Negro World, edito in svariate lingue e ampiamente distribuito in 500.000 copie. Sempre nel 1919, con altri membri dell’UNIA, G. fondò la Black Star Line Inc., una linea di navi passeggeri, e la Negro Factories Corporation, un network di attività imprenditoriali come, ad esempio, ristoranti, lavanderie, sartorie e drogherie. Le entrate di queste attività permisero all’UNIA di aprire diversi locali per le loro riunioni, denominati Liberty Hall (Sala della Libertà), non solo in USA, ma anche in Canada, Costarica, Belize, Panama, Giamaica ed altri paesi.

Nell’agosto 1920 l’UNIA-ACL (che dichiarava di avere quattro milioni di membri) tenne la sua prima conferenza internazionale a New York, con la partecipazione di più di 20.000 delegati. In quest’occasione fu adottata la bandiera a strisce orizzontali rosse, nere e verdi (che in seguito sarebbe diventato negli anni ’60 la bandiera simbolo della Liberazione Nera), e fu stillata la Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Neri del Mondo.

Il programma “Ritorno in Africa”

E fu proprio in quest’occasione che s’iniziò maggiormente a parlare del programma “Ritorno in Africa”, con cui G. chiedeva ai neri d’America di ritornare alla propria patria d’origine (un po’ come stava facendo il movimento sionista con il ritorno degli ebrei in Palestina). Dapprima fu identificata una nazione africana, la Liberia, dove invogliare i neri americani a trasferire residenza ed attività e, a riguardo, una commissione si recò nel paese africano, per valutare le condizioni generali di un rimpatrio di massa per gli associati UNIA.

Tuttavia, quando tutto sembrava pronto, improvvisamente ci fu un cambiamento nell’atteggiamento del governo liberiano, che (secondo alcuni, stimolato da una più vantaggiosa offerta della multinazionale Firestone) negò la vendita dei terreni all’UNIA e impedì lo sbarco ai membri della stessa.

Fu allora che G. si concentrò sull’Etiopia, unico stato africano non sottoposto al colonialismo bianco (l’occupazione italiana sarebbe avvenuta nel 1935-1936). Il suo “etiopismo” includeva l’ammirazione per l’antica civiltà etiopica così come il suo ruolo nella Bibbia: il paese africano divenne così un sinonimo di Sion. In un suo discorso l’attivista giamaicano disse: “I bianchi hanno visto il loro Dio attraverso gli occhiali bianchi, noi solo ora incominciamo a vedere il nostro Dio attraverso i nostri occhiali… Noi Neri crediamo in un Dio dell’Etiopia, il Dio perenne… Questo è il Dio in cui crediamo, ma noi Lo adoreremo attraverso gli occhiali dell’Etiopia”. Inoltre, G. amava spesso ripetere la profezia “Guardate all’Africa, quando un Re nero sarà incoronato il giorno della redenzione sarà vicino!”: cosicché quando, il 2 novembre 1930, Ras Tafari Makonnen (1892-1975) si fece incoronare proprio imperatore d’Etiopia con il nome di Haile Selassie I, alcuni dei seguaci di G., come Leonard Howell (1898-1981), Joseph Nathaniel Hibbert, Archibald Dunkley e Robert Hinds, videro la realizzazione della profezia e l’imperatore come incarnazione di Dio stesso vivente sulla terra.

Da qui prese avvio, dal nome di Haile Selassie prima dell’incoronazione, il Movimento Rastafariano (o Rastafari o, più noto come semplicemente Rasta), la religione – o l’ideologia - che considera G. (il cui pensiero filosofico-politico indubbiamente influenzò la nascita di questo movimento) il proprio profeta, o addirittura una reincarnazione di San Giovanni Battista.

G. inquisito e incarcerato

Nel 1919 le crescenti attività dell’UNIA richiamarono l’interesse del governo americano, ed in particolare del FBI, che cercava un valido pretesto per espellere lo scomodo G. come persona non desiderata. In ottobre G. fu posto sotto inchiesta da parte dell’assistente procuratore generale di New York Edwin P. Kilroe, ma nulla emerse a suo carico. Tuttavia, poco dopo, la situazione degenerò: da una parte il fondatore dell’UNIA attaccò il procuratore con un forte editoriale sulle pagine di Negro World (che fu poi costretto a ritrarre), dall’altra G. stesso fu ferito a colpi di arma da fuoco da un tale George Tyler, che disse di essere incaricato da Kilroe (la verità non fu mai accertata per il “suicidio” successivo di Tyler).

L’appiglio venne comunque dato, nel novembre dello stesso anno, da un’accusa di frode postale, perpetrata, secondo l’accusa, mediante la diffusione di una brochure delle azioni della Black Star Line, raffigurante una nave, che non era ancora stata comperata dalla società controllata dall’UNIA, e che quindi poteva trarre in inganno gli eventuali investitori della società. Solo G., fra i dirigenti dell’UNIA, fu condannato nel giugno 1923 a cinque anni di carcere, dove, dopo vari ricorsi respinti, G. entrò l’8 febbraio 1925. Dopo due anni e mezzo di detenzione, la sentenza fu commutata in rimpatrio forzato e l’attivista giamaicano fu rispedito a Kingstone nel novembre 1927.

Gli ultimi anni

Nella sua madrepatria, G. svolse un’intensa attività politica, fondando nel settembre 1929 il People’s Political Party (PPP) (Partito politico popolare), mentre nel 1929 e nel 1930 fu eletto consigliere di zona.
Nel 1935 egli si trasferì a Londra, dove lavorò per gli ultimi cinque anni della sua vita, mantenendosi in contatto con l’Etiopia in guerra con l’Italia e fondando nel 1939 una Scuola di Filosofia Africana per i dirigenti dell’UNIA.

G. morì il 10 giugno 1940 di infarto, e, dopo il rientro dei suoi resti in patria, il 15 novembre 1964 egli fu dichiarato Eroe nazionale della Giamaica e interrato in un apposito tabernacolo nel parco degli eroi nazionali a Kingstone.

L’UNIA

Già durante l’incarceramento di G., l’UNIA era andata incontro ad una serie di scissioni. G. stesso trasferì la sede a Londra durante i suoi ultimi anni e dopo la sua morte, vi furono ulteriori divisioni.
Oggi l’UNIA-ACL, il cui attuale presidente è Redmond Battle, ha sede a Philadelphia e il suo sito ufficiale è www.unia-acl.org/

L’influenza di G.

A parte il movimento rastafariano, negli anni successivi alla sua morte G. ha influenzato molti attivisti dei diritti dei neri americani, da Malcolm X (1925-1965) (il cui padre era un dirigente dell’UNIA) a Martin Luther King (1929-1968), cui fu assegnato (postumo) il primo Premio Marcus Garvey per i Diritti Umani nel dicembre 1968.