Giovannali (metà XIV secolo)

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I picchi montagnosi denominati Kyrie Eleison e Christe Eleison, in ricordo dei giovannali bruciati a Ghisoni

 

Situazione storica della Corsica nel XIV secolo

La Corsica, nel XIV secolo, era, come anche la Sardegna, sotto il dominio aragonese, ma il suo territorio era frazionato nei possedimenti dei vari e rissosi baroni, il più importante dei quali era Guglielmo della Rocca (1295-1354). Questi cercò di mettere fine all'anarchia dominante nell'isola, alleandosi nel 1339 con il nuovo doge genovese Simone Boccanegra (doge: 1339-1344 e 1356-1363), che inviò nell'isola truppe comandate dal capitano Gottifredo da Zoagli, ottenendo così la sovranità genovese sulla Corsica.

Tuttavia, solo cinque anni più tardi, l'esilio del Boccanegra e l'elezione del nuovo doge, Giovanni di Murta (doge: 1344-1350), diedero l'occasione ai baroni di cercare di ribellarsi dalla tutela genovese. Il doge reagì energicamente, inviando una spedizione per sedare la rivolta nel 1347, tuttavia la situazione si complicò, dall'anno successivo, con lo scoppio della terribile epidemia di peste nera e con un'articolata partita a tre per il controllo dell'isola tra Genova, Venezia e Aragona. La spuntò quest'ultima, riuscendo ad allearsi con Guglielmo della Rocca, che aveva nel frattempo abbandonato i suoi vecchi alleati genovesi, dopo che Giovanni di Murta l'aveva umiliato, non ritenendolo l'interlocutore più affidabile per il futuro governo dell'isola.

I giovannali

Nel 1358, nuovo capovolgimento di fronte: Simon Boccanegra, ridiventato due anni prima doge di Genova, attuò la definitiva riconquista della Corsica, dove, nel frattempo, si era venuta a creare un'inattesa situazione, generata non già dal solito Guglielmo della Rocca (ucciso nel 1354), bensì da una setta religiosa, detta dei giovannali, fondata dai cugini del suddetto Guglielmo, Polo e Arrigo, figli illegittimi di Arrigo Strambo, signore di Litalla (o Laitala).

I due fratelli avevano stabilito nel paese di Carbini (nella diocesi di Aleria) una comunità di francescani terziari, dedita sì ad una vita molto rigorosa di penitenza, ma che non aveva abbandonato le proprie famiglie, anzi aveva messo in comune non solo i beni, ma anche le mogli e i figli. L'etimologia del nome della setta è tuttora oscura: s'ipotizza che fosse in onore di San Giovanni Battista oppure del Beato Giovanni Cini da Pisa (ca. 1270- ca. 1335), fondatore dell'Ordine degli Eremiti Terziari Francescani.

Il vescovo di Aleria aveva scomunicato la setta nel 1354 e interdetto il luogo dove si riuniva: il capo del gruppo, fra Polo, aveva deciso quindi di trasferire la sua comunità alla pieve (il convento francescano) di Alesani, dove però egli era successivamente morto.

La fama della setta eretica giunse ben presto alla corte papale d'Avignone, dove Papa Urbano V (1362-1370) confermò la scomunica e dispose l'invio di un inquisitore, il francescano Giorgio Sardo, il quale organizzò contro di loro nel 1365 una vera e propria crociata, simile a quella indetta contro i catari, dai quali probabilmente i giovannali discendevano, avendo diversi punti in comune, tra cui il rifiuto, o meglio la condanna del matrimonio. Secondo altri autori, essi praticavano inoltre un'elaborata cerimonia religiosa (notturna), che ricordava il Consolamentum, di memoria catara.

La setta fu sconfitta dai soldati dell'inquisitore e i suoi adepti (un centinaio) dispersi: quelli che vennero catturati furono bruciati sul rogo in località Ghisoni, dove, nonostante il divieto vescovile, il curato del paese, mossa a pietà, avrebbe intonato il Kyrie Eleison, Christe Eleison del rito funebre in loro ricordo. Il fatto si perpetua nel nome di due montagne nei paraggi, chiamate per l'appunto Christe Eleison e Kyrie Eleison.