Grande scissione d'Oriente (1054) e filioque

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Lo storico incontro tra Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora

 

Filioque

Formula in lingua latina inserita nel Credo Cattolico al punto: "Credo nello Spirito Santo, ... che procede dal Padre (e dal Figlio = Filioque)". Questo concetto viene anche denominato da alcuni autori come "Doppia Processione dello Spirito Santo".

La relativa dottrina fu per prima esposta in alcuni documenti di Patristica del IV secolo (scritti di San Basilio, Sant'Atanasio, San Gregorio Nazianzo), ma successivamente la formula stessa fu aggiunta al Credo Niceno Costantinopolitano in occasione del III Concilio di Toledo del 589. Tuttavia nel 787, durante il II Concilio Ecumenico di Nicea (ultimo concilio ufficialmente riconosciuto dai Cristiani Ortodossi), il Patriarca di Costantinopoli, San Tarasio propose la formulazione nicena del Credo senza l'aggiunta del Filioque.

In Oriente, infatti, i vari patriarcati (soprattutto quello di Costantinopoli) rifiutavano quest'aggiunta, in quanto vedevano l'unità divina riferita all'unica fonte divina del Padre, da cui procedevano sia il Figlio sia lo Spirito Santo: quest'ultimo procedeva, a sua volta, attraverso o per il Figlio (per Filium). I teologi franchi criticarono questa "dimenticanza" orientale, mentre il loro imperatore Carlomagno (771-814) fece anche di più: approfittando di un'ambasciata all'emiro di Baghdad per cercare alleanze in chiave anti-bizantina, convinse l'abate Giorgio del monastero latino sul Monte degli Olivi in Palestina ad adottare la nuova formula, scatenando la reazione del vicino monastero greco di San Sabba e del mondo cristiano orientale.

Nonostante il richiamo alla prudenza di Papa Adriano IV (772-795) e l'esplicito invito del successore Papa San Leone III (795-816) a non utilizzare questa formula, essa divenne gradualmente d'uso comune nell'Occidente, fino ad essere accettata dalla liturgia romana nel 1014.

Il primo patriarca d'Oriente a sollevare la questione con una tale forza da creare un temporaneo scisma fu Fozio di Costantinopoli, nipote di Tarasio, il quale nella sua enciclica del 867 proclamò la condanna del concetto di Filioque, dando quindi luogo ad una scissione, che rientrò solo vent'anni dopo, nel 886 circa.

Grande scissione d'Oriente (o d'Occidente, secondo gli Ortodossi)

Il processo di separazione fra le Chiese d'Oriente e d'Occidente fu lento, inesorabile e costellato da episodi significativi già nel VIII e IX secolo, come quello dell'iconoclastia o quello già citato di Fozio, tuttavia fu solo durante il patriarcato di Michele Cerulario (1043-1058) che si è collocata la data ufficiale del "divorzio".

Nel 1054, infatti, Cerulario s'incontrò con il legato papale Umberto di Silva Candida (m. 1061) per discutere di questioni dogmatiche: l'incontro ebbe un esito drammatico quando il 16 luglio 1054, Silva Candida scomunicò Cerulario, e fu a sua volta scomunicato, assieme al Papa Leone IX (1048-1054), dal patriarca di Costantinopoli. Fu l'inizio della scissione e di una lunga serie di incomprensioni reciproche: i rapporti tra l'Oriente e l'Occidente peggiorarono fino all'onta della IV Crociata del 1204, finita in un indegno saccheggio di Costantinopoli per opera dei crociati, che instaurarono un impero latino nella regione fino al 1261.

Una prima prova di riconciliazione avvenne durante il Concilio di Lione del 1274, ma il tentativo più serio avvenne nel periodo 1439-1445 durante il Concilio iniziato a Ferrara, proseguito a Firenze ed infine terminato a Roma, dove si cercò di superare i punti di contrasto dogmatico che esistevano tra le Chiese latine e greche, queste ultime incalzate dall'avanzata turca.

I principali punti di controversia erano:

  • La doppia processione dello Spirito Santo (procede sia dal Padre sia dal Figlio),

  • La dottrina del purgatorio, che i greci rifiutavano,

  • Il primato del Papa,

  • L'uso del pane non lievitato nell'Eucaristia.

Si arrivò ad un accordo di riunificazione firmato il 5 Luglio 1439, che ebbe tuttavia breve durata, solo fino al 1453, anno in cui i Turchi conquistarono Costantinopoli.

A quel punto, infatti, pur restando intatto il prestigio del Patriarcato di Costantinopoli, al quale il Sultano Mohammed II, detto il Conquistatore (1444-1446 e 1451-1481) diede la giurisdizione su tutti i cristiani residenti nell'impero ottomano, si svilupparono una serie di Chiese Ortodosse indipendenti, cosiddette autocefale, la più importante delle quali diventò gradualmente la Chiesa Ortodossa Russa e Mosca fu denominata la "terza Roma" dopo Roma stessa e Costantinopoli.

Nel 1964 lo storico incontro tra il Papa Paolo VI (1963-1978) ed il Patriarca Atenagora (1948-1972) permise almeno di revocare le rispettive scomuniche del 1054, ma l'ipotesi di una prossima riunione sembra ancora abbastanza lontana.