Lagrange, Albert (Marie-Joseph) (1855-1938)

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Albert Lagrange

 

I primi anni

Il “Servo di Dio” (un titolo – caratteristico della Chiesa cattolica - attribuito alle persone, per le quali è in corso un processo canonico di beatificazione) e sacerdote francese Albert Lagrange nacque il 7 marzo 1855 a Bourg-en-Bresse (a nord-est di Lione, nel dipartimento dell’Ain), quartogenito del notaio Claude-Pierre Lagrange e della moglie Elisabeth Falsan, una tipica famiglia borghese cattolica. Albert, da piccolo, fu mandato a studiare al seminario di Autun (nel dipartimento di Saône-et-Loire), ma si appassionò anche all’archeologia e alla geologia, grazie allo zio materno Albert Falsan. Nel 1872 egli passò il concorso d’ammissione all’accademia di Saint-Cyr, ma in quello stesso anno egli fece il voto di indossare il saio bianco e nero dei domenicani. Nel frattempo, però, egli completò la sua istruzione con una laurea in diritto, ottenuta nel 1878.
L’anno successivo, L. entrò nel noviziato domenicano di Saint-Maximin (in Provenza), con il nome di Marie-Joseph (Giuseppe Maria), dove si dedicò allo studio delle opere del famoso confratello San Tommaso d’Aquino (ca. 1224-1274). Dopo un anno passato a Salamanca (in Spagna) ad apprendere la lingua ebraica, nel 1883 L. fu ordinato sacerdote e per cinque anni insegnò a Toulouse.

La scuola di Gerusalemme

In seguito egli fu inviato dai suoi superiori all’università di Vienna per frequentare corsi di lingue orientali e sulla Sacra Scrittura, finiti i quali, fu ritenuto adatto al progetto domenicano di fondare una scuola di studi biblici a Gerusalemme. All’uopo, L. fu trasferito al convento di Santo Stefano a Gerusalemme, dove, nel 1890, fondò l’École pratique d’études bibliques (Scuola pratica di studi biblici).
In questa struttura, egli iniziò nel 1892 le pubblicazioni del periodico Revue biblique (Rivista biblica) e nel 1900 quelle della collana Études bibliques (Studi biblici), alla quale contribuì personalmente con tre volumi: sul metodo storico nell’esegesi biblica, sul Libro dei Giudici, e sulle religioni semitiche.
La sua autorità nel campo fece sì che nel 1897 intervenisse al congresso sugli studi biblici a Friburgo, dove, assieme a Friedrich von Hügel, sollevò dubbi sull’attribuzione della paternità del Pentateuco a Mosè.

L. ed il modernismo

Il suo atteggiamento nei confronti del modernismo fu ambiguo: egli, infatti, apprezzò gli interventi di Umberto Fracassini sulla rivista “Studi religiosi. Rivista critica e storica promotrice della cultura religiosa in Italia”, fondata nel gennaio 1901 da Salvatore Minocchi, ma prese le distanze dall’opera Autour d’un petit livre (Autore di un libretto) di Alfred Firmin Loisy. Tuttavia il suo commentario sulla Genesi (1906) e quello sul vangelo di Marco (1911) suscitarono forti critiche, alimentate anche dalle polemiche in atto con i Gesuiti, che gli rinfacciavano il metodo della critica storica, e con i Francescani, indignati dai dubbi da lui sollevati sull’autenticità dei santuari in Terrasanta. I richiami dalla sua congregazione furono ripetuti, ma L. continuò imperterrito (escluso il periodo della Prima Guerra Mondiale) a pubblicare i suoi commentari su la Lettera di San Paolo ai Romani (1916), Vangelo di Luca (1921), Matteo (1923) e Giovanni (1925), il saggio “Sinossi greca” (1926), ed il suo “Vangelo di Gesù Cristo” (1928): la lettura di quest’ultimo fu sconsigliata per lo studio dei seminaristi.

Gli ultimi anni

Nel frattempo, la sua Scuola biblica di Gerusalemme, sotto la direzione del pupillo padre Dhorme, fu riconosciuta dall’Académie des Inscriptions e cambiò la propria denominazione in Scuola Archeologica Francese. Nel 1931 Dhorme si ritirò e L., ormai anziano (76 anni) e in cattiva salute, dovette riprendere la direzione della scuola. Nonostante questi impegni e problemi, in questo periodo L. pubblicò Le Judaïsm avant Jésus Christ (Il giudaismo prima di Gesù Cristo) (1931), Histoire anciene du canon du Nouveau Testament (Storia antica del Nuovo Testamento) (1933) e il suo canto del cigno, considerato da alcuni come la sua opera migliore: Critique textuelle – La Critique rationelle (Critica del testo – La critica razionale) (1935).
L. morì a Marsiglia (o Tolosa, secondo altri autori) il 10 marzo 1938.