Mani (216-277) e manicheismo

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Jan Valentin Sæther: Ritratto di Mani

(Gnostic Society, Hollywood, California, USA -J.V.Sæther/BONO © 2004)

La vita

Mani nacque, secondo la tradizione, il 25 Aprile 216 nel villaggio di Mardinu, vicino a Seleucia (Ctesiphon) sul fiume Tigri in Babilonia.

Man, il cui significato in aramaico è "l'illustre", era probabilmente un titolo onorifico, piuttosto che un nome proprio. Il suo vero nome è sconosciuto, anche se alcune fonti riportano Shuraik. La famiglia era d'origini nobili persiane ed il padre, Fâtâk (o Pattak) Bâbâk era nato ad Ectabana, mentre per il nome della madre, anch'essa d'origini nobili, le varie fonti riportano Mes, Utâchîm, Marmarjam e Karossa. Poco dopo la nascita di M., il padre abbandonò la madre e, portando il piccolo con sé, si ritirò in una comunità religiosa di elcasaiti o, secondo altre fonti, di encratiti o di mandei.

All'età di 12 anni, M. ebbe una visione: fu visitato da un angelo di nome El-Tawan (o Al-Tawn), suo gemello nell'aspetto e nel nome (infatti, el tawan significa letteralmente il gemello). El-Tawan lo istruì sulla sua missione sulla terra, ma gli disse anche di pazientare per almeno 12 anni, prima di rivelarsi al mondo. E, infatti, dopo una seconda visita di El-Tawan, M., all'età di 24 anni, si recò in Persia ed iniziò a predicare il giorno dell'incoronazione dell'imperatore persiano Shapur I, il 20 Marzo 242 (data sacra per i Manichei), proclamandosi "l'apostolo del vero Dio".

Ben presto M. entrò in conflitto con i Magi, i sacerdoti dello Zoroastrismo, religione di stato della Persia a quei tempi, e fu esiliato.

Tuttavia, quest'evento sfortunato risultò essere vincente per la diffusione del manicheismo nel mondo: infatti, durante i suoi viaggi in Turkmenistan, India e Cina, M. predicò e fece molti adepti e discepoli, fondando ovunque comunità manichee. In Cina fu molto popolare e conosciuto dai taoisti come "Moni Jiao".

Dopo molti anni, egli tornò in Persia, dove poté predicare sotto la protezione dell'imperatrice Nadhira e del principe Peroz, fratello dell'imperatore. Nonostante ciò, fu imprigionato in seguito alle congiure dei suoi mortali nemici, la casta dei Magi, e liberato solo dopo la morte dell'imperatore nel 274.

Salì allora al trono il figlio di Shapur, Ormuzd I, che era sì favorevole a M., ma che regnò solo per un anno. Il successore, Bahram I, sobillato dai soliti Magi, fece imprigionare e torturare M. per 30 giorni, al termine dei quali egli morì o crocefisso o frustato a morte o soffocato dalle sue stesse catene (le fonti non concordano sulle cause della morte).

Dopo la morte, M. fu decapitato e la sua testa esposta su una picca vicina alle porte della città. Sembra che anche il suo corpo fosse stato impagliato ed esposto al pubblico ludibrio (secondo altre fonti fu gettato ai cani).

La data tradizionalmente accettata per la sua morte è il 3 Marzo 277.

La dottrina

La complessissima dottrina di M., un sincretismo tra Cristianesimo, Buddismo, Mazdeismo e Gnosticismo, era basata sul principio dualista del confronto tra il Bene ed il Male, tema caro alle sette gnostiche, soprattutto quella di Valentino, i cui adepti confluirono, nei secoli successivi, nel Manicheismo.

La cosmogonia manichea si fondava, quindi, sulla contrapposizione tra:

  • Il regno del Bene, comandato da Dio- Padre di Grandezza (megethos) - il quale si manifestava attraverso quattro persone (tetraposopon): Tempo, Luce, Forza, e Bontà. All'infuori di Dio, esistevano i Suoi cinque tabernacoli o eoni: Intelligenza, Ragione, Pensiero, Riflessione e Volontà oppure, secondo altri testi, Longanimità, Conoscenza, Ragione, Discrezione e Comprensione. Il Suo regno si espandeva in tutte le direzioni e l'unica limitazione era il regno del Male.

  • Il regno del Male, comandato dal Principe delle Tenebre, i cui eoni erano Fiato pestilente, Vento ardente, Oscurità, Nebbia e Fuoco distruggente oppure Pozzi avvelenati, Colonne di fumo, Profondità abissali, Paludi fetide e Pilastri di fuoco. Il Principe, inoltre, si manifestava sotto forma di un'incarnazione, Satana, un mostro metà pesce, metà uccello, con quattro zampe e testa di leone.

In seguito ad una catastrofe primordiale, il regno delle Tenebre aveva invaso quello del Bene, gettando nel panico gli eoni: il Padre aveva deciso allora di creare una prima emanazione, la Madre di Vita, che, a sua volta, creò il Primo Uomo (protanthropos).

Anche il Primo Uomo aveva i suoi cinque elementi da opporre a quelli del Male: Aria pura, Vento rinfrescante, Luce brillante, Acque che donano la vita e Fuoco riscaldante, ma fu ugualmente sopraffatto dal Principe delle Tenebre. Sconfitto, il Primo Uomo invocò il Padre, che creò la seconda emanazione, lo Spirito di Vita, con le sue cinque personalità: Ornamento di splendore, Re dell'onore, Luce, Re della gloria e Supporto, i quali discesero nel reame delle tenebre e salvarono il Primo Uomo dal suo degrado.

Il Padre, allora, creò la Sua terza emanazione, il Messaggero, che emanò a sua volta dodici vergini: Maestà, Saggezza, Vittoria, Persuasione, Purezza, Verità, Fede, Pazienza, Rettitudine, Bontà, Giustizia e Luce. Questo Messaggero dimorava nel Sole e le vergini gli ruotavano intorno: una chiara allegoria dello zodiaco.

Dalla lotta tra il Messaggero e i figli delle tenebre nacquero due bambini, Adamo ed Eva, che avevano intrappolati in se i germi della luce. Le potenze del Bene mandarono allora il Salvatore o il Gesù celeste (M. rifiutava il concetto di Gesù terreno), personificazione della Luce cosmica, il quale risvegliò Adamo e gli fece vedere il Regno del Bene ed assaggiare i frutti dell'albero della vita. Adamo pianse e maledisse il suo destino: da allora, secondo M., l'uomo doveva cercare di purificarsi, dominando i desideri carnali per elevarsi al Regno del Bene.

Organizzazione e rituali

I manichei erano divisi in pochi "Perfetti", molto assomiglianti ai monaci buddisti e molti "Uditori" o catecumeni.

I "Perfetti" non potevano avere alcuna proprietà, mangiare carne o bere vino, avere rapporti sessuali, svolgere qualsiasi attività lavorativa, praticare la magia o altre religioni.

Erano tenuti a rispettare i tre sigilli (signacula), e cioè:

  • Il sigillo della bocca, che proibiva parole impure e cibi impuri, come la carne o il vino. Solo la verdura e la frutta erano permesse.

  • Il sigillo delle mani, che proibiva qualsiasi lavoro manuale, anche la raccolta della frutta.

  • Il sigillo del seno, che proibiva i pensieri malvagi ed il matrimonio, nel senso della procreazione. I manichei pensavano, infatti, che era male continuare la propagazione della razza umana, perché ciò significava un continuo imprigionamento della Luce nella materia.

Gli "Uditori" erano invece tenuti al rispetto dei dieci Comandamenti di M., che condannavano l'idolatria, la menzogna, l'avarizia, l'uccisione, la fornicazione, il furto, l'inganno, la magia, l'ipocrisia e l'indifferenza religiosa. Inoltre essi dovevano badare al mantenimento dei Perfetti, pregare quattro volte al giorno e digiunare in giorni ben precisi. Potevano, comunque, sperare nella metempsicosi, la trasmigrazione delle anime, per rinascere "Perfetti".

Gli unici sacramenti previsti erano il battesimo e il consolamentum, o consolazione, una specie d'imposizione delle mani.

I manichei

Nonostante le violente persecuzioni degli imperatori persiani e romani (Diocleziano nel 297, Valentiniano nel 372, Teodosio nel 382, Giustino e Giustiniano nel VI secolo emisero decreti contro la setta), il Manicheismo si diffuse in vaste parti del mondo: ad est della Persia diversi popoli della Cina occidentale (la regione dello Xinjiang dove si crede la setta sia sopravvissuta fino al XVII secolo), India e Tibet si convertirono: addirittura gli Uigùri, tribù del Turkmenistan, adottarono, nel 763, il Manicheismo come religione di stato fino al XV secolo.

Ad ovest e sud della Persia, il Manicheismo si diffuse in Siria, Egitto e Africa settentrionale, dove l'esponente più famoso fu Fausto di Milevi, ma soprattutto dove Sant'Agostino (353-430) aderì alla setta per ben nove anni prima di convertirsi al Cristianesimo, disgustato dai vizi e peccati di Costanzo, capo del cenobio manicheo a Roma, e combattere successivamente, in maniera feroce, la sua antica religione.

La punta massima della diffusione del M. avvenne verso la fine del IV secolo, dopo del quale la setta iniziò lentamente a declinare anche sotto l'attacco sistematico del Cristianesimo ad ovest e dell'Islamismo a sud ed est. Come già detto, si mantenne per lungo tempo solo in alcune zone dell'Asia centrale.

Tuttavia, sebbene non sia ancora stata dimostrata la connessione, il M. indubbiamente influenzò tutta una serie di eresie dualiste dei secoli successivi, come i Pauliciani, i Bogomili, e i Catari. Questi ultimi, nel Medioevo, erano chiamati "Manichei" dai Cristiani.

I testi

Sebbene nulla sia arrivato a noi integralmente, dai frammenti rinvenuti nel Turfan (nell'Asia centrale) e in Egitto (testi in copto scoperti nel 1931) e da un papiro greco del V secolo (rinvenuto a Colonia nel 1982), si capisce che la produzione letteraria manichea fu particolarmente copiosa. Si conoscono:

  • Shapurakan, escatologia manichea in tre capitoli, dedicata al principe Peroz.

  • Il libro dei misteri

  • Il libro dei Giganti

  • Il libro dei precetti per gli uditori

  • Il libro del dono della vita

  • Il libro della pragmatica

  • Il Vangelo

  • Altri testi vari, attribuiti direttamente a M. stesso o agli autori d'ispirazione manichea, come l'ignoto scrittore del pezzo letterario, l'Inno della Perla.