Neocatecumenali e Cammino Neocatecumenale (dal 1970)

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Francisco José Gómez Argüello Wirtz (Kiko Argüello), cofondatore del Cammino Neocatecumenale

Fondazione e storia

Il Cammino Neocatecumenale (CN) è un nuovo movimento cattolico, molto discusso e tenuto sotto osservazione da parte della Chiesa Cattolica: il suo statuto è stato approvato nel 2002 dalla Santa Sede “ad experimentum” per cinque anni, e solo recentemente (maggio 2008) è stato definitivamente accettato, nonostante che, in questi anni diversi prelati e teologi abbiano preso una posizione molto critica contro alcune dottrine e liturgie del CN.

Il movimento è stato fondato nel 1970 dai due spagnoli Francisco José Gómez Argüello Wirtz (n. 1939), meglio noto come Kiko Argüello (un pittore ateo, poi convertito al Cattolicesimo), e Carmen Hernandez (una laureata in chimica), ai quali si aggiunse in seguito il sacerdote comboniano italiano Mario Pezzi (n. 1942). Argüello era partito da un’esperienza di evangelizzazione tra il 1964 ed il 1967 nella baraccopoli di Palomeras Altas (alla periferia di Madrid), caratterizzata da una predicazione kerigmatica (basata cioè sul Kerygma, l’annuncio – o proclama - della “buona novella”), da esperienze mistiche e da apparizioni mariane. In seguito, su invito dell’arcivescovo di Madrid, Casimiro Morcillo (1904-1971), egli passò ad alcune parrocchie di Madrid, dove con la Hernandez, esperimentò una nuova riscoperta del battesimo che portasse al cambiamento della spiritualità degli adulti, e, poiché ciò assomigliava allo stato – detto catecumenale - dei cristiani dei primi secoli quando si preparavano a ricevere il Battesimo, il movimento fondato nell’aprile 1970 a Majadahonda (vicino a Madrid) fu denominato Cammino Neocatecumenale.

Oggigiorno il CN (sito ufficiale: www.camminoneocatecumenale.it) conta, a livello mondiale, circa 7/800.000 aderenti, organizzati in 17.500 comunità in 6.000 parrocchie. In Europa i paesi che vedono la maggior diffusione del movimento sono Italia, Spagna e Polonia. È molto fiorente anche l’attività missionaria, sia attraverso l’invio in zona di “famiglie in missione”, sia mediante l’azione di sacerdoti missionari, che creano, su richiesta, dei seminari locali.
Inoltre, il CN ha curato la costruzione e gestione, sul monte di Korazym, sopra il Mare di Galilea, della Domus Galilaeae, un luogo di incontro e ritiro per i fedeli della CN, quando si recano in Terrasanta.

Dottrina e liturgia del CN

Il catechismo CN non è stato reso pubblico se non in forma di ciclostile: se ne deducono elementi anche dal libro, edito nel 1994, del sacerdote neocatecumenale Piergiovanni Devoto “Il neocatecumenato. Un’iniziazione cristiana per adulti”.
Il “Cammino” è un itinerario di fede in sei tappe, volto a riscoprire il senso e il valore del Battesimo e che inizia con un periodo iniziale di almeno due mesi, durante i quali è annunciato il Kerygma. La fase successiva - di due anni - è denominata precatecumenato, e serve all’approfondimento dei rapporti tra i membri della comunità. È seguita dalla terza fase (passaggio al catecumenato), di due anni e qui si studia la storia della salvezza; dalla quarta tappa (catecumenato) di tre anni dedicati alla preghiera dei Salmi e alla riflessione sul Credo; dalla quinta tappa (elezione) di due anni per vivere il Battesimo con radicalità; ed infine dalla sesta e ultima fase (rinnovazione delle promesse battesimali) in cui si prende coscienza della totale dipendenza dal Signore Gesù.

I neocatecumenali usano celebrare la messa domenicale rigorosamente il sabato sera, perché “i primi vespri della domenica per tutta la Chiesa sono da sempre il sabato sera”. Inoltre ciascuna comunità CN, di 30/40 persone, celebra, separatamente dalla parrocchia alla quale appartengono, la propria messa, coerentemente alla tappa del “Cammino” raggiunto fino a quel momento dalla comunità.

Queste lunghissime (durano dalle 21.00 alle 24.00) messe, con accompagnamento alla chitarra (lo strumento “che più si avvicina all’antico salterio ebraico”), sono formalmente aperte ad altri fedeli, ma la partecipazione di questi è sottilmente scoraggiata, perché lo scambio di saluti, di presentazioni reciproche, di applausi, tende ad isolare gli estranei alla comunità. Durante la liturgia della Parola, i catechisti intervengono con lunghe “ammonizioni”, seguite dalle “risonanze” (veri e propri interventi a mo’ di dibattito) da parte dei fedeli presenti. L’altare viene sostituito da una mensa (un comune tavolo in mezzo ad una sala), dove, sotto forma di agape festoso o banchetto, l’assemblea dei fedeli, e non il sacerdote, celebrano l’eucaristia, che consiste nella distribuzione di un tipo di focaccia (o pagnotta) e dei calici con il vino consacrato a ciascun convenuto.

La posizione dei fondatori sull’eucaristia e sulla messa è un tentativo di ritornare alla primitiva comunità apostolica, poiché “Nel corso dei secoli l’eucaristia è stata spezzettata e ricoperta, rivestita fino al punto che noi non vedevamo nella nostra messa da nessuna parte la risurrezione di Gesù Cristo” e “Col passare dei secoli le orazioni private che si inseriscono in notevole quantità nella messa. L’assemblea non c’è più, la messa ha preso un tono penitenziale, in netto contrasto con l’esultanza pasquale da cui è sorta”.

Critiche mosse al CN

Sui “pericoli” dell’eterodossia del Cammino Neocatecumenale, è stato scritto un editoriale su “Civiltà Cattolica” del 19 agosto 2004, e, come si è detto, diversi prelati si sono pronunciati con osservazioni e accuse. Uno dei principali critici del CN è stato il teologo passionista Enrico Zoffoli (1915-1996), che nel 1995 inviò una lettera ad alcuni vescovi italiani, lamentandosi che Papa Giovanni Paolo II appoggiasse e incoraggiasse questo movimento, giacché non era stato informato a fondo sulla teologia del CN, considerata eretica da Zoffoli. I punti del catechismo CN (qua e là emergono concetti di tipo protestante) esaminati e criticati da Zoffoli sono:

  • Concezione del peccato: il CN crede che l’uomo non può evitare di commettere il peccato, che quindi non può offendere Dio. Da parte sua, l’uomo non deve e non può espiarlo mediante il bene, ma solamente riconoscendo la propria miseria morale.
  • Confessione dei peccati: è pubblica, anche per colpe gravi. Una pratica, secondo Zoffoli, discutibile e lesiva della privacy del fedele, a cui può provocare problemi sociali e familiari non indifferenti. Non viene data un’assoluzione da parte del sacerdote, ma il valore della penitenza è essenzialmente comunitario.
  • Redenzione: la passione e morte di Cristo non è stata un vero sacrificio offerto al Padre per riparare il peccato e redimere l’uomo. Quest’ultimo, per godere dei benefici della Risurrezione di Gesù, deve riconoscersi peccatore e credere nella potenza del Cristo risorto. Siamo tutti peccatori, tuttavia la salvezza eterna è offerta a tutti dalla misericordia di Dio, che perdona tutto: non servono suffragi e indulgenze per i defunti, viene negata la funzione correndentrice della Madonna, gli esempi dei santi martiri, degli asceti, e perfino di Gesù stesso non sono modelli da seguire. L’Inferno non dovrebbe esistere, men che meno il Purgatorio (tutto questo punto ricorda la dottrina luterana della sola fide).

  • Visione del ruolo della Chiesa Cattolica: secondo il CN, non è l’unica struttura fondata da Cristo, anzi ci si può salvare anche seguendo altre religioni. Oltretutto la Chiesa Cattolica va intesa, più che altro, come organizzazione spirituale e carismatica. Storicamente, per 1600 anni, il potere della Chiesa gerarchica sarebbe stato abusivo, illegittimo ed immobile nella sua ostinazione di fissare formule di fede, riti liturgici, norme disciplinari. L’interpretazione della Parola di Dio deve essere libera a tutti i fedeli (“la Bibbia s’interpreta da se stessa”), indipendentemente dall’esegesi fornita nei secoli dal Magistero ecclesiastico, dai Padri della Chiesa, dai vari teologi (ciò ricorda la sola scriptura luterana).
  • Sacerdozio diffuso: non è il Sacramento dell’Ordine che eroga la dignità sacerdotale, ma basta il Battesimo. In questa maniera, i semplici fedeli, o come comunità nel suo insieme o sotto forma di catechisti, detengono un’autorità pari o addirittura superiore a quella dei sacerdoti: commentano la Bibbia sotto forma di “ammonimenti” e si occupano perfino dell’omelia.
  • Eucaristia: durante la Messa, non avviene un “sacrificio”, viene trascurata la dottrina della transustanziazione a favore di una presenza simbolica del Cristo risorto nel pane e nel vino (concetto simile a quello zwingliano-calvinista), e, come si è già detto, il Sacramento viene celebrato in forma comunitaria intorno ad un tavolo e dispensato a ciascun convenuto sotto forma di focaccia (o pagnotta), seguito dal vino consacrato bevuto in alcuni calici. Fu proprio questa maniera non canonica di dispensare l’Eucaristia ad accelerare la presa di posizione ufficiale del Vaticano sulla cosiddetta “comunione sulla mano”.

Infine, si possono segnalare altre critiche verso il CN provengono dagli ex-aderenti, che accusano il movimento di effettuare un proselitismo aggressivo e intimidatorio; di fare un pressing continuo ed estenuante di richieste di soldi, e ciò spesso sfocia nell’alienazione di tutti i propri beni a favore del CN, che si trova a gestire ingenti somme di denaro; ed infine di operare un vero e proprio ostracismo nei confronti di quei fedeli che non continuano nel “Cammino”, perché probabilmente sono rimasti scossi dalla dottrina e dal modo di agire nel CN, molto diversi dalle convinzioni radicate in una tradizionale educazione cattolica.