Newman, John Henry (1801-1890)

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John Henry Newman

 

I primi anni

John Henry Newman nacque a Londra il 21 febbraio 1801, primogenito dei sette figli di John Newman, un agiato banchiere d'origini olandesi ebree, e della moglie, Jemina (o Jemima) Fourdrinier (1772-1854), discendente da una famiglia ugonotta, rifugiatasi a Londra, e diventata poi molto benestante per gli investimenti nella stampa e nella fabbricazione di carta.

Il giovane N. frequentò dapprima una scuola privata ad Ealing (oggi parte di Londra), dove approfondì le letture dei filosofi David Hume (1711-1776) e Voltaire [pseudonimo di Francois Marie Arouet (1694-1778)], e del riformatore sociale Thomas Paine (1737-1809): tutti autori caratterizzati dallo scetticismo verso la religione e la superstizione. Infatti, N. sviluppò una fede religiosa - evangelica - molto tardi, in pratica solo poco prima di iscriversi, nel dicembre 1816, alla Trinity College di Oxford. Egli si laureò nel 1821 e divenne nell'aprile 1822 professore, non di ruolo, all'Oriel College (nel 1826 fu nominato tutor per lo stesso collegio oxfordiano).

Dopo la sua ordinazione a sacerdote anglicano il 13 giugno 1824, N. ricevette l'incarico di curato e predicatore in varie cappelle e chiese ad Oxford o nei dintorni, spesso sotto la guida di Richard Whately (1787-1863), futuro arcivescovo anglicano di Dublino, ai tempi il più conosciuto dei noetics, gli intellettuali di Oxford che si opponevano all'ortodossia religiosa tradizionale.

Nel 1830 N. si dissociò dal gruppo evangelico interdenominazionale (la British and Foreign Bible Society) di cui faceva parte fino a quel momento, a causa del suo crescente interesse per la ritualistica più elaborata dell'High Church (Chiesa alta) anglicana e per lo studio della patristica e delle prime eresie, pubblicando nel 1833 Arians of the fourth century (Ariani del IV secolo). Nel periodo 1831-1832 N. fu nominato predicatore all'università di Oxford, e l'anno successivo, dopo un tour nel Mediterraneo con l'amico Richard Hurrell Froude (1803-1836), egli rientrò a casa, giusto in tempo per essere informato dell'accorata predica di John Keble, dal titolo On the National Apostasy (Sull'apostasia nazionale, contro il progetto del governo whig inglese di sopprimere due arcivescovadi e otto episcopati anglicani in Irlanda), proprio nella chiesa di St. Mary, di cui N. era il vicario.

La fondazione del movimento di Oxford

Questo sermone viene considerato l'atto iniziale del movimento di Oxford, e N. era una delle sue anime principali assieme ai già citati Keble e Froude. L'impegno di N. a scrivere, tra il 1833 ed il 1841, 90 Tracts for the Times (Trattati, od opuscoli, per il tempo attuale) lo contrassegnò, infatti, come il teorico del gruppo, oltre a dare il soprannome alternativo di tractarians (trattariani) agli aderenti del movimento. Tuttavia, proprio nel 1841, con la pubblicazione del 90° ed ultimo trattato, in cui N. affermò che i Trentanove articoli del 1571 della Chiesa d'Inghilterra erano in perfetta sintonia con il Cattolicesimo, ed erano stati redatti casomai per correggere errori ed esagerazioni popolari, seguirono violentissime polemiche, che portarono alla fine di queste pubblicazioni, soprattutto da parte di un gruppo di tutors oxoniensi, capitanati da Archibald Campbell Tait (1811-1892), futuro arcivescovo di Canterbury.

La conversione al Cattolicesimo

Il successivo ordine di silenzio da parte del vescovo di Oxford, Richard Bagot (vescovo: 1829-1845) forzò N. ad un ritiro nella vicina Littlemore nel 1842 con un ristretto numero di seguaci: qui egli si dedicò alla stesura dell'Essay on the development of Christian doctrine (Saggio sullo sviluppo della dottrina cristiana), nel quale N. si accostò sempre più al credo cattolico e, il 9 ottobre 1845, avvenne l'atto definitivo: egli fu convertito al Cattolicesimo dal sacerdote passionista (Beato) Domenico Barberi (1792-1849). Nel febbraio 1846 N. si recò a Roma per essere ordinato sacerdote dal cardinale Giacomo Filippo Fransoni (1775-1856), ritornando poi in Inghilterra come prete dell'ordine oratoriano, di cui creò la prima comunità inglese.

Nei 33 anni successivi N. s'impegnò, scrivendo e predicando per la diffusione del Cattolicesimo in Inghilterra e, grazie al suo operato, quasi un migliaio di ministri di culto, teologi e membri della chiesa anglicana seguirono il suo esempio: il caso più eclatante fu Henry Edward Manning (1809-1892), arcidiacono anglicano di Chicester, convertito al Cattolicesimo nel 1851 e nominato arcivescovo di Westminster nel 1865. Nel 1878 due episodi significativi della vita di N.: il suo vecchio collegio universitario di Oxford lo nominò professore onorario, ma soprattutto morì Papa Pio IX (1846-1878), il quale non si era mai totalmente fidato della conversione del teologo inglese, probabilmente anche per le esitazioni di quest'ultimo ad accettare incondizionatamente il dogma dell'infallibilità papale, stabilito nel Primo Concilio Vaticano (1869-1870) e che avrebbe portato alla scissione della corrente dei vecchio-cattolici.

La nomina di N. a cardinale e la sua morte

L'importanza della figura di N. fu finalmente riconosciuta nel 1879 con la sua nomina a cardinale da parte del nuovo papa, Leone XIII (1878-1903), anche sulla spinta di diversi influenti personaggi cattolici inglesi, come Henry Fitzalan-Howard (1847-1917), 15° duca di Norfolk.

N. morì l'undici agosto 1890 a Edgbaston, vicino a Birmingham: poco più di cent'anni dopo, il 22 gennaio 1991, è stato proclamato venerabile, primo passo nel processo di beatificazione e canonizzazione. Recentissimamente, nell'ottobre 2005, è stato proposto un caso, per sua intercessione, di presunto miracolo, che, se fosse confermato, potrebbe portare alla sua beatificazione.