Palamidessi, Tommaso (1915-1983) e Archeosofia

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Tommaso Palamidessi

I primi anni

L’esoterista Tommaso Palamidessi, nato a Pisa il 16 febbraio 1915 da Carlo Palamidessi, ufficiale dell’esercito, e Luigia Tagliata, scrittrice e poetessa, visse a Catania dal 1920, poi a Tripoli di Libia dal 1928, trasferendosi poi, nel 1932 a Torino. Egli s’interessò precocemente – e da autodidatta - all’astronomia, all’astrologia (e all’influenza di questa sulla salute), alla parapsicologia, all’alchimia spirituale, all’egittologia (presso il Museo Egizio di Torino), al yoga tantrico e alle religioni orientali, pubblicando a riguardo, tra il 1945 ed il 1949, molti trattati, di cui si possono citare ad esempio Il corso degli astri e le malattie dell’uomo (1940), Astrologia mondiale (1941) oppure I poteri occulti dell’uomo e lo Yoga tantriko indo-tibetano (1945).

Nello stesso periodo, P. si accostò agli ambienti massonici (dove conobbe lo scrittore Umberto Gorel Porciatti) e martinisti, ed entrò a far parte dell’organizzazione teosofica italiana.
Nel 1947 P. si sposò con Rosa Francesca Bordino (1916-1999), da cui ebbe una figlia, Silvestra (1948-1996), mentre nel 1953 si trasferì a Roma, dove collaborò a La Tribuna Illustrata, per la quale tenne una rubrica di astrologia. Gradualmente, nel corso degli anni ’50 egli abbandonò le dottrine orientali per interessarsi sempre più ai vari aspetti del Cristianesimo: nel 1957 visitò i monasteri di Kalambaka (nella Tessaglia greca) e del Monte Athos, e nel 1960 entrò nell’Ordine Francescano Secolare, ma in generale, tra il 1957 ed il 1966, egli visitò molti paesi, anche extraeuropei, tra cui la Palestina nel 1966, dove raccontò di aver avuto un’esperienza mistica cristofanica (vale a dire, con un’apparizione di Cristo).

L’Ordine del Loto+Croce e l’Associazione Archeosofica

Prima della fondazione dell’associazione ispirata ai suoi principi, P. aveva già sentito l’esigenza di creare un centro iniziatico che si ispirasse alla tradizione del rosacrocianesimo: fondò quindi a Torino il 4 maggio 1948, seguendo i riti della Teurgia (l’invocazione divina), un Ordine Iniziatico, denominato del Loto+Croce (il loto per P. era simbolo di reincarnazione).

Vent’anni dopo, nel 1968, egli decise finalmente di dare corpo al suo sistema filosofico esoterico cristiano con la fondazione dell’Associazione Archeosofica, avvenuta a Roma il 29 settembre dello stesso anno. P. dedicò i restanti 15 anni della sua vita alla stesura della dottrina archeosofica in vari Quaderni, a studi sull’arte iconografica e sulla musica e all’organizzazione dei vari gruppi afferenti alla sua associazione.

Dopo la morte di P., avvenuta a Roma il 29 aprile 1983, l’Associazione Archeosofica fu diretta dalla vedova, Rosa Francesca Bordino fino alla sua morte nel 1999. Attualmente l’Associazione (il cui sito web è www.archeosofica.org/) è guidata da Alessandro Benassai (n. 1940) e conta circa 400 aderenti. La sua sede principale è a Pistoia, ma ha anche 20 sezioni periferiche in Italia, poste soprattutto in Toscana (14), oltre a sezioni in Germania, Portogallo e Francia.

L’Archeosofia e i suoi principi

Gli studi approfonditi di teosofia, rosacrocianesimo, ermetismo, cabala, esoterismo, gnosticismo, teorie sulla reincarnazione e cristianesimo dei primi secoli [il riferimento era soprattutto ad autori come Origene (di cui P. credeva di essere la reincarnazione) e Clemente Alessandrino] portarono dunque P. a sviluppare una propria scuola di pensiero, denominata archeosofia. Questo termine, che significa “sapienza divina” , o “sapienza dei principi” fu preso dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi (6;7): “parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria”.

Per P. "L'archeosofia facilita la conoscenza dei mondi superiori tramite lo sviluppo nell'uomo dei nuovi sensi definiti spirituali": egli, infatti, la definiva un metodo sperimentale, basata su tecniche pratiche (ma non sedute spiritiche, di cui P. diffidava), per vivere l’esperienza di mondi superiori. Tra queste tecniche, vengono praticati esercizi ginnici e respiratori, ma soprattutto la meditazione trascendentale e l’ascesi (in varie tappe), durante la quale il soggetto sperimenta episodi di chiaroveggenza e recupero della memoria di vite passate, mediante “la morte apparente volontaria, lo sdoppiamento o fuoriuscita dell'uomo energetico dal corpo fisico, per visitare, esplorare e prendere contatto cosciente con i diversi piani o mondi e con i loro guardiani e abitanti: sdoppiamento o viaggio di andata e ritorno in piena coscienza". Grazie a questo recupero della memoria, P. affermò non soltanto di essere la reincarnazione di Origene, come si è già detto, ma anche quella del medico e astrologo del ‘500, Girolamo Cardano (1501-1576).

L’escatologia del pensiero di P. si basa sulla reincarnazione, simile a quella del teosofici, ma con dei punti di originalità: gli uomini sono formati da ego (l’individuo immortale e preesistente che si reincarna), composto da spirito, anima emotiva e anima erosdinamica (che presiede alla sfera erotica e psichica) e personalità, che è composta da quattro corpi: fisico, eterico, astrale e mentale. Durante ogni reincarnazione, ogni uomo viene seguito da un “Guardiano della Soglia”, l’archetipo per P. del futuro corpo di resurrezione, lo specchio nel quale l’ego di ognuno può creare la propria immagine e somiglianza, limitatamente ai propri debiti e crediti contratti nelle precedenti esistenze.