Pungilupo (o Punzilovo), Armanno (m. 1269)

Il 26 Dicembre 1269, morì a Ferrara Armanno Pungilupo, un uomo in odore di santità, il cui corpo fu trasportato nella cattedrale della città e divenne metà di pellegrinaggio da parte di fedeli ferraresi e non. Immediatamente cominciarono a spargersi notizie di miracoli e guarigioni improvvise davanti alla tomba del "santo", che fu tumulato in una cappella, eretta all'uopo.

Tuttavia, l'anno successivo, l'Inquisitore fra Aldobrandino scoprì che nel 1254 P. era stato processato con l'accusa di essere un eretico cataro, ma era stato prosciolto in seguito ad abiura. In seguito, però, A. si era riaccostato alla sua antica fede, frequentando la Chiesa catara di Bagnolo San Vito (Mantova) e ricevendo il Consolament a Verona. Aldobrandino ordinò quindi ai canonici della cattedrale di esumare la salma di A. e di buttarlo fuori della chiesa, ma, al rifiuto dei prelati, li scomunicò. I canonici non si lasciarono intimorire e presentarono nel 1272 al Papa Gregorio X (1271-1276) una documentazione con testimonianze, che attestava che A. si era pentito ed era ritornato ortodosso.  

Il papa, convinto, fece sospendere la scomunica, tuttavia questo fu solo il primo episodio di un lungo braccio di ferro tra i canonici e gli inquisitori che durò per ben altri 29 anni, passando attraverso i pontificati di Gregorio X, Innocenzo V (1276), Adriano V (1276), Giovanni XXI (1276-1277), Niccolò III (1277-1280), Martino IV (1281-1285), Onorio IV (1285-1287), Niccolò IV (1288-1292), Celestino V (1294) fino a Bonifacio VIII (1294-1303). Quest'ultimo fece aprire un'inchiesta, che giunse il 23 Marzo 1301 alla definitiva condanna di P., il cui corpo fu riesumato, cremato e le cui ceneri furono disperse nel Po.

P. fu purtroppo un tipico esempio di come una persona di notevole virtù possa essere perseguitata anche post mortem dall'Inquisizione sulla base di un'eterodossia dottrinale (tutta da dimostrare), indipendentemente da un'interpretazione autenticamente apostolica della vita dedicata all'assistenza di malati e carcerati ed alle buone opere.