Rizzetto (o Rossetto o Ricetto), Antonio (m. 1565)

Antonio Rizzetto (o Rossetto o Ricetto), modesto proprietario terriero di Vicenza, negli anni '50 del XVI secolo aveva aderito ad un antitrinitarismo moderato, ma nel 1557, in seguito ai processi nel Veneto contro gli eretici (scaturiti dalle confessioni di Pietro Manelfi), era fuggito a Salonicco, in Grecia, dove fu convertito all'anabattismo.  

Dopo un breve rientro a Venezia, egli si recò con Francesco Della Sega e Giulio Gherlandi in Moravia, entrando in una comunità hutterita ad Austerlitz, "perché aveva inteso che erano buone persone e vivevano santamente, per viver anche mi là in quel loco; e vedendo il suo viver e il suo proceder, el mi piacque. E così me deliberai de restar là, e restai", come viene riportata la sua dichiarazione negli atti processuali.

Dalla Moravia R. ritornò in Italia per fare proselitismo, ma il 27 agosto 1562 fu catturato a Capodistria, insieme a Della Sega e a Niccolò Buccella, mentre stava facendo ritorno in Moravia, e fu rinchiuso nel carcere veneziano di San Giovanni Battista in Bragora. Fu torturato per farlo abiurare, ed in seguito condannato alla pena capitale, ma, contrariamente al confratello Della Sega, che ebbe qualche tentennamento di fronte agli inquisitori ottenendo un rinvio (fino al 26 febbraio) dell'esecuzione capitale, R. fu incrollabile nella sua fede e la sentenza per annegamento fu quindi eseguita nel Canale dell'Orfano (nella laguna veneta) nella notte dell'8 febbraio 1565.