Sabellio (m. prima del 257)

La vita

Sabellio fu un presbitero di Tolamide, in Cirenaica e verso il 217 si recò a Roma, diventando allievo di Cleomene, esponente di spicco del monarchianismo modalista.

Fu attivo durante i papati di Zefirino (198-217) e Callisto (217-222) e, secondo il teologo romano Sant'Ippolito, il primo dei due papi fu addirittura un sostenitore di S., mentre il secondo, pur avendo scomunicato S., usava concetti patripassianisti nei propri discorsi. Bisogna però considerare che Ippolito, primo antipapa della storia del cristianesimo, fu un implacabile persecutore di eresie, che vedeva anche dove non ce n'erano, oltre ad essere il diretto concorrente di Callisto al seggio papale.

La dottrina

S. insegnava la rigorosa unità e indivisibilità di Dio, formata da una sola persona (ipostasi) e tre nomi, che semplicemente descrivevano le diverse forme o attributi in cui Dio si manifestava in sequenza nei vari momenti del Testamento:

  • Il Padre nella creazione del mondo descritto nell'Antico Testamento,
  • Il Figlio nell'Incarnazione descritta nei Vangeli, e
  • Lo Spirito Santo nella Pentecoste, l'illuminazione degli Apostoli descritta sempre nei Vangeli.

S., inoltre, per spiegare i tre modi di Dio, Lo rappresentava mediante l'immagine del sole, che aveva luce, calore e influenza astrologica, tre attributi non separabili perché parte di un'unica entità.

Infine, S. affermava che il Figlio era solo un "modo" scelto dal Padre per manifestarsi agli uomini e quindi che in realtà fu il Padre ad incarnarsi, a soffrire e patire la Passione. Questo concetto fu definito patripassianismo.