Sattler, Michael (ca. 1490-1527)

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Ritratto immaginario di Michael Sattler

(dipinto da Ivan Moore)

La vita

Michael Sattler, autore della Confessione di Schleitheim, testo fondamentale per gli anabattisti, nacque intorno al 1490 a Stauffen, vicino a Friburgo, nel Baden Württenberg (Germania sud-occidentale). Da giovane entrò nel convento benedettino di San Pietro a Friburgo, assurgendo al grado di Priore e approfondendo lo studio del latino e del greco.

Quando le dottrine luterane si espansero nella regione, S. iniziò a rileggere le Lettere di San Paolo, riflettendo su di esse ed alla fine prese la sua decisione: abbandonò l'ordine benedettino e il convento, ma fu per questo costretto a emigrare verso territori di sicura fede riformista, poiché a quel tempo il Baden Württenberg era sotto il dominio dei cattolici Asburgo (dal 1520 al 1534) e Ferdinando d'Asburgo (1503-1564, futuro imperatore 1553-1564) aveva lanciato una campagna di repressione della Riforma.

S. si recò quindi a Zurigo nel 1525, dove venne in contatto con il gruppo anabattista: fu convertito e ribattezzato da Wilhelm Reublin. Ben presto, tuttavia, S., come gli altri anabattisti, entrò in conflitto con le autorità locali e con Ulrich Zwingli. Uno degli episodi più significativi fu la protesta della comunità di Grüningen, un distretto vicino a Zurigo, dove lo scontento popolare fu fomentato dai capi anabattisti Blaurock, Grebel e Mantz, arrestati e inviati a Zurigo. Qui si tenne il 6-8 Novembre 1525 un'ulteriore disputa tra gli anabattisti e Zwingli, che, scontento per l'ostinata posizione degli avversari, fece condannare, il 18 Novembre, dal Consiglio i tre anabattisti a rimanere in carcere, mentre gli altri forestieri, come S., furono espulsi dalla città.

Allora S. ritornò nel Baden Württenberg, ma fu costretto a ripartire immediatamente per Strasburgo: durante questo periodo, il 1526, S. si sposò con Margaretha, la pia moglie che lo avrebbe seguito nel martirio estremo.

S. e Denck a Strasburgo

A Strasburgo S. fu accolto favorevolmente da Wolfgang Capito (1478-1541), che lo accolse in casa sua, e da Martin Butzer (Bucero), mentre nello stesso periodo non ebbe certo la medesima buon'accoglienza l'arrivo di Hans Denck. Infatti Bucero conosceva Denck per la fama che lo aveva preceduto e quindi lo invitò immediatamente ad una disputa pubblica per chiarire il proprio pensiero. Denck ritenne più prudente non insistere sulle questioni divergenti, ma pose l'accento sui punti in comune, tuttavia non convinse Bucero (che lo chiamò il Papa degli anabattisti), il quale riuscì a farlo espellere il 25 Dicembre 1526.

Denck e S. rappresentarono le due anime opposte dell'anabattismo dell'epoca: il mistico bavarese Denck dava una maggiore priorità alla Parola interiore, mentre la Parola scritta non era la Verità, ma solo una testimonianza di essa. Inoltre per lui la Chiesa, come organizzazione, non era necessaria, poiché contava di più l'esperienza personale interiore. Il friburghese S. era invece convinto della superiorità delle Scritture (la Parola scritta) e credeva nella Chiesa di Cristo, in cui il fedele entra a far parte con il battesimo.

Dopo l'espulsione di Denck, S. preferì lasciare la città, nonostante le assicurazioni di Capito e recarsi nella zona di Horb sul Neckar e di Rottenburg, per organizzare, assieme all'amico Wilhelm Reublin, la predicazione anabattista nel Baden Württenberg.

I Sette articoli di Schleitheim

Il 24 Febbraio 1527 S. partecipò, con altri anabattisti (tra cui, probabilmente Blaurock, Brötli e Reublin), ad una riunione a Schleitheim, nel cantone svizzero di Sciaffusa, al termine della quale furono stillati, da S. stesso, i Sette articoli di Schleitheim, un documento che contiene la dottrina fondamentale dell'anabattismo.

I sette articoli sono:

1. Battesimo, dato in seguito ad un sincero pentimento e promessa di cambiamento di vita.

2. Scomunica, intesa come esclusione dalla Cena del Signore e comminata a chi era ammonito per tre volte contro l'errore ed il peccato.

3. Cena del Signore, con la precisazione di chi aveva diritto di accedervi.

4. Separazione dal mondo: una volta battezzato, il fedele doveva la sua lealtà alla Chiesa e a Cristo, e non più al suo paese e ai suoi governanti.

5. I pastori e loro funzioni.

6. Non resistenza: i veri cristiani non potevano svolgere un ruolo pubblico, come il giudice, o partecipare ad azioni militari.

7. I giuramenti, vietati ai fedeli.

Il processo e la morte

Poco dopo la conclusione della riunione di Schleitheim, S., la moglie ed altri 18 anabattisti furono arrestati a Horb e portati nel castello di Binsdorf. Il processo si svolse a Rottenburg, nel cattolicissimo Baden Württenberg, come già detto sotto il dominio degli Asburgo, e quindi il destino dei detenuti era segnato prima ancora dell'inizio del processo stesso. Questo iniziò il 15 Maggio 1527, concludendosi tre giorni dopo con la tremenda condanna di S. al mozzamento della lingua, alla mutilazione di pezzi di carne con tenaglie roventi per ben sette volte ed infine alla morte sul rogo.

S. affrontò tutto ciò con un'incredibile serenità il 20 Maggio 1527 e due giorni dopo la moglie Margaretha fu uccisa mediante quello che, con una notevole dose di cinismo, Ferdinando d'Asburgo definiva il migliore antidoto contro l'anabattismo, il terzo battesimo, cioè l'annegamento (nel caso di Margaretha: nel fiume Neckar).

Molti autorevoli esponenti della Riforma intervennero, purtroppo in ritardo, alla notizia dell'esecuzione di S. per esprimere il proprio dolore e rammarico per la sua morte, tra cui i suoi sostenitori Capito e Bucero.