Tyrrell, George (1861-1909)

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George Tyrrell

La vita e le opere

Il teologo irlandese George Tyrrell nacque a Dublino il 6 febbraio 1861 da una famiglia di intellettuali calvinisti. Educato secondo i principi anglicani, egli frequentò la Trinity College di Dublino nel 1878, ma nell’anno seguente si convertì al cattolicesimo, sotto l’influenza degli scritti di John Henry Newman, il noto teologo anglicano del movimento di Oxford, anche lui convertito nel 1845. Nel 1880 T. entrò nell’ordine dei Gesuiti e, dopo undici anni di studio, fu ordinato sacerdote nel 1891, venendo in seguito assegnato all’insegnamento della filosofia in un collegio gesuita a Stonyhurst, nella contea inglese del Lancashire.

Negli anni successivi, T. alternò la sua attività di docente a quello di conferenziere e saggista: pubblicò, infatti, in questo periodo, diversi scritti, come Nova et vetera (1898), Religion as a Factor in Life (La religione come fattore della vita) (1902), Lex orandi (La legge della preghiera) (1903) e soprattutto The Church and the Future (La Chiesa e il futuro), pubblicato nel 1903 sotto lo pseudonimo di Hilaire Bourdon e definito il “libretto grigio del modernismo inglese”.

Alcuni dei concetti, elaborati in questi saggi e già censurati dalla gerarchia del suo ordine fin dal 1901, furono riassunti in uno scritto, Lettera confidenziale ad un amico Professore di Antropologia, tradotto, a sua insaputa, in italiano e pubblicato sul Corriere della Sera il primo gennaio 1906, il che provocò la sua espulsione dall’ordine gesuita nel febbraio dello stesso anno, e, poiché nessun vescovo era disposto ad accoglierlo nella propria diocesi o ad emettere per lui un celebret (lettera con cui si autorizzava ad un prete di celebrare la messa in un’altra diocesi): di fatto T. si trovò sospeso a divinis. Ciononostante, T. proseguì nella sua attività saggistica, pubblicando, sempre nel 1906, Lex credendi (La legge della fede), naturale completamento al precedente Lex orandi, in cui ritornava sulla contrapposizione tra preghiera (orandi) e fede dogmatica (credendi).

L’otto settembre 1907 fu emanata l’enciclica Pascendi dominici gregis, in cui Papa Pio X (1903-1914) condannava le idee moderniste. La vigorosa critica di T., apparsa il 30 settembre 1907 sul The Times, portò alla sua immediata scomunica, comminata nello stesso anno. Egli proseguì comunque nella polemica contro le istituzioni cattoliche con la pubblicazione di Through Scylla and Charybdis (Tra Scilla e Cariddi), Mediaevalism (Medievalismo), e Christianity at the Cross Roads (Cristianità al bivio), dove riprese i temi della polemica tra Alfred Loisy e Adolf von Harnack. In particolare, riprendendo un’immagine di quest’ultimo (la nostra visione delle Scritture è come affacciarsi su un pozzo, nel quale vediamo la nostra immagine riflessa), T. ebbe a dire: “Il Cristo visto da Harnack, andando indietro attraverso diciannove secoli di oscurità cattolica, non è altro che il viso di un protestante liberale, riflesso sul fondo del pozzo”.

Il 6 luglio 1909 T. cadde improvvisamente in una grave malattia e, nonostante il conforto arrecatogli dall’amico, l’abbé Henri Brémond, che gli somministrò l’estrema unzione, morì a Storrington (in Inghilterra) il 15 luglio successivo. A causa del suo stato di scomunicato, gli fu negato la sepoltura in terra consacrata e Brémond, presente al funerale, e che benedisse la sua tomba, fu immediatamente sospeso a divinis dal vescovo di Southwark, Peter Amigo (1864-1949).

Il pensiero

T., scrittore di profonda spiritualità mistica, fu la vera anima e, probabilmente, l’unico vero teologo del movimento modernista.
Influenzato, oltre dal già citato Newman, anche da Maurice Blondel, Lucien Laberthonnière e Friedrich von Hugel, il pensiero di T. si può riassumere nei seguenti punti:

  • La necessità di contrapporre la religione come vita superiore (o esperienza intima) dell’anima, fatta di preghiera e fede, alla teologia come rigido schema dogmatico e dottrinale.
  • La constatazione che i moderni studi biblici avevano messo in crisi la dottrina dell’infallibilità della Chiesa, e che gli insegnamenti della Chiesa avevano sempre sofferto per una rigida dimensione storica, cioè, a distanza di tempo, si sentiva la limitazione del contesto storico in cui erano stati formulati.
  • Il problema di un accordo tra religione e scienza moderna.
  • L’affermazione che il popolo di Dio non si identificava con il governo della Chiesa cattolica.
  • L’esigenza che la Chiesa subisse una profonda riforma, anche alla luce delle necessità moderne. Per T. era necessario far uscire l’autentico spirito evangelico.