Beghine e begardi (o bizocchi o pinzocheri o beghini) (dal XIII secolo)

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Beghinaggio di Gent

(Belgio)
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Beghinaggio di Bruges

(Belgio)

Il fenomeno medioevale delle beghine vide, per la prima volta, le donne prendere l'iniziativa in un importante movimento religioso.

L'etimologia

L'etimologia del nome beghina è oscura: l'ipotesi più probabile è che derivi dalla parola fiamminga medioevale beghen, che significa pregare. Altri lo collegano:

  • al francese begard (mendicare),

  • al sassone (e inglese) beg (chiedere l'elemosina),

  • a Santa Bega (o Begga) (ca. 613/627-693), patrona di Nivelles, in Brabante (Belgio) dove fu fondata una delle prime comunità,

  • al prete (o frate) fiammingo Lambert le Bègue (cioè il Balbuziente), fondatore a Liegi nel 1170 di una comunità per vedove e orfani dei crociati,

  • a un supposto collegamento con gli (al)bigesi (o catari),

  • al colore beige del vestito portato dagli aderenti al movimento.

L'origine

Nel XII secolo, particolarmente in Francia, Germania e nei Paesi Bassi, vi era un numero elevato di donne sole, di estrazione sociale medio-bassa, che non poteva maritarsi per penuria di uomini decimati da crociate o guerre locali e non venivano, d'altra parte, accettate dai pochi conventi femminili esistenti all'epoca, più interessati a domande provenienti da fanciulle ricche e nobili. L'unica alternativa per queste donne era di vivere da sole nelle periferie delle città, pregando e occupandosi di lavori manuali o di insegnamento.

Con l'andare del tempo, molte di esse, chiamate beghine (vedi sopra per l'etimologia), unirono le loro dimore, l'una vicino all'altra, e da questo nacquero le prime comunità, denominate beghinaggi, il primo dei quali comparve nel 1170 circa a Liegi (o forse a Nivelles) in Brabante (Belgio) su iniziativa del prete Lambert le Bègue.

Le b. non erano delle suore, non prendevano infatti i voti e potevano ritornare alla vita normale in qualsiasi momento: vivevano in castità e spesso dedite alla carità, un po' come delle converse, cioè delle suore laiche. Inoltre non chiedevano l'elemosina (da cui si capisce che è errata l'etimologia da beg o begard), ma mantenevano le loro proprietà originarie, se ne avevano, oppure, se necessario, lavoravano, per esempio filando la lana o tessendo.

La prima donna ad essere identificata come b. fu la mistica Maria di Oignies, che influenzò il cardinale Jacques di Vitry (1160-1240), protettore del movimento, di cui Vitry ottenne il riconoscimento, purtroppo solo a parole, da Papa Onorio III (1216-1227) nel 1216.

Successivamente, i beginaggi divennero delle vere e proprie comunità, orientate alla cura dei malati e all'aiuto di donne sole, non accettate dai conventi. Ci furono beginaggi, forti anche di migliaia di b. (come a Ghent), in tutte le città e paesi del Belgio e dell'Olanda, dove, nonostante le vicissitudini storiche (furono per esempio aboliti durante la Rivoluzione Francese), esistono oggigiorno, dopo ben sette secoli, ancora 11 comunità in Belgio e 2 in Olanda.

I begardi

Ci fu anche una forma maschile di b., che ebbe minore diffusione rispetto alla controparte femminile e fu denominata (con un connotato negativo in senso eretico) begardi.

In Italia furono denominati anche bizzocchi o pinzocheri o beghini e condussero spesso una vita da predicatori erranti (molto diffusa nel Medioevo) e furono molto impegnati nel denunciare il nicolaismo e la corruzione del clero, propendendo per una vita apostolica e povera, come quella di Gesù e dei primi Apostoli.

Su questi punti in comune si allearono spesso con i Francescani spirituali nel combattere il comune nemico Papa Giovanni XXII (1316-1334), che contro di loro scatenò il famoso (o meglio famigerato) inquisitore Bernardo Gui (1261-1331).

La condanna

Benché le b. non dessero alcun segno d'eresia (per i begardi il discorso è più complesso), esse furono dapprima condannate allo scioglimento delle loro comunità dal IV Concilio Laterano (1215), ma successivamente accettate verbalmente da Onorio III nel 1216 ed approvate da Papa Gregorio IX (1227-1241) nella sua bolla Gloriam virginalem del 1233, il che non impedì, tuttavia, il rogo della prima b. condannata come eretica, una tale Aleydis.

Nonostante l'approvazione papale, negli anni successivi seguì una raffica di condanne, a loro carico, ai sinodi di Fritzlar (1259) e Mainz (1261), concilio di Lione (1274), sinodi di Eichstätt (1282) e Béziers (1299), ed infine al Concilio di Vienne (1311-12), dove furono condannate come eretiche, sebbene venisse precisato nel contempo che non c'era nulla di male in comunità formate da donne penitenti anche senza che esse avessero preso i voti.

Nel 1310 fu bruciata sul rogo Marguerite La Porète, una b. con simpatie verso i Fratelli del Libero Spirito ed autrice del libro Le miroir des simples âmes (lo specchio delle anime semplici), attribuito per anni a Santa Margherita d'Ungheria.

Il solito Giovanni XXII perseguitò con furore beghine e begardi, come si è detto, mediante Bernardo Gui, benché il Papa stesso cercasse di distinguere tra forme eretiche e forme ortodosse del movimento. Pur tuttavia, l'elenco dei processi e relativi roghi di b. durante questo periodo, soprattutto in Francia meridionale, è impressionante: a Marsiglia (il beghino Pierre Trancavel e sua figlia Andreina), Narbona, Carcassonne, Béziers e Tolosa si giustiziarono senza pietà i b.

Alcuni episodi denotarono l'accanimento degli inquisitori, come a Lodève, dove fu bruciata la b. Esclarmonda Durban, e, quando il fratello cercò di raccoglierne le reliquie, fu giustiziato anche lui. O a Mirepoix, dove si dovettero costruire delle nuove carceri tanti che erano gli "eretici" (b., spirituali, catari) in attesa di essere interrogati dall'Inquisizione. O nel 1325 a Carcassonne dove 82 b. furono processati semplicemente per manifestazioni di devozione sulla tomba del capo degli spirituali francesi, Pietro di Giovanni Olivi.

La dottrina

La stragrande maggioranza delle b. e dei begardi era cattolica ortodossa, e tutt'altro che eretica, tuttavia fu la vicinanza e la frequentazione dei Francescani spirituali e dei Fratelli del libero spirito (delle cui dottrine fu accusata Margherita la Porète), che permise agli inquirenti di fare di tutte le erbe un fascio e processare anche gli aderenti al movimento b., soprattutto i begardi.

Giovanni XXII cercò di distinguere in b. buoni e cattivi, tracciando una linea immaginaria tra i "cattivi", che stavano in Italia e in Francia meridionale (Provenza e Linguadoca) e i "buoni" che stavano in Germania, Paesi Bassi e Francia settentrionale, ma questa classificazione era alquanto semplicistica.

Oltretutto, durante il periodo di persecuzioni, era sufficiente che il b., cui venisse ordinato di ritirarsi in clausura in un ordine religioso "approvato", si opponesse a questa decisione per essere automaticamente considerato eretico.

Infine il linguaggio, volutamente provocatorio, di alcuni scritti, come quelli di Margherita la Porète, fu strumentalmente interpretato dagli inquisitori come dichiarazioni di antinomismo.