Cecco d'Ascoli (Francesco Stabili) (ca. 1269-1327)

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Cecco d'Ascoli

 

Francesco di Simeone Stabili, detto Cecco d'Ascoli, nacque per l'appunto ad Ascoli Piceno nel 1269 ca. Della prima parte della sua vita si sa pochissimo. Si sa invece che, verso il 1324, C. insegnava alla facoltà di medicina all'Università di Bologna e in seguito ad alcune lezioni all'università, dove aveva parlato in senso negativo della fede cattolica, fu condannato dall'inquisitore domenicano Lamberto da Cingoli ad una penitenza di tipo religiosa, oltre al sequestro dei libri di astrologia e la sospensione dall'incarico di docente.

Nel 1325, C. fu reintegrato nel suo ruolo anche grazie all'intercessione dei suoi studenti ed alcune brillanti lezioni, anche di astrologia, gli portarono fama e gloria, a tal punto che Carlo, duca di Calabria e primogenito del re Roberto d'Angiò (1309-1343), lo nominò nel 1326 medico di corte.

Tuttavia l'incauto C., chiesto un parere sul futuro della figlia Giovanna di due anni [la futura Regina Giovanna I di Napoli, detta la Pazza (1343-1381)] da parte di Carlo, rispose che sarebbe stata "di lussuria disordinata". Ovviamente Carlo non poteva sapere che Giovanna effettivamente sarebbe stata un personaggio storico molto discusso, che avrebbe sposato ben quattro mariti, sarebbe stata scomunicata da Papa Urbano VI (1378-1389) e avrebbe finito i suoi giorni strangolata. Per Carlo, questa profezia era un'insolenza gravissima da parte del medico/astrologo di corte.

Il Duca visitò quindi il frate Minore Inquisitore e Arcivescovo di Cosenza Accursio, facendogli imbastire una serie di capi di accusa, tra cui "errori contro la fede". In realtà, a parte la gaffe con Carlo di Calabria, C. aveva compiuto dei discutibili studi di astrologia per determinare l'esatta data della nascita e della morte di Gesù Cristo e oltretutto egli aveva elaborato altri calcoli per predire la comparsa dell'Anticristo.

Il tutto quindi faceva parte di quella disciplina, l'astrologia, a quei tempi tollerata con certe limitazioni dalla Chiesa Cattolica: per esempio gli studi di C. potevano far pensare che le azioni di Gesù Cristo in terra fossero dovute all'influenza degli astri e non perché Egli fosse il Figlio di Dio incarnato. C. fu quindi condannato al rogo, dove salì il 16 Settembre 1327: la sua opera principale, il poema L'Acerba rimase quindi incompiuta.