Clemenzio e Eberardo di Bucy-Le-Long (m. ca. 1114)

Clemenzio ed Eberardo erano due fratelli contadini a Bucy-Le-Long, vicino a Soissons.

Secondo Guiberto di Nogent, l'inquisitore che seguì il caso, i due fratelli furono accusati nel 1114 di predicazioni eterodosse. Il vescovo di Soissons e Guiberto non riuscirono, comunque, a ricavare molte informazioni dai due, anche a causa della loro scarsa cultura. Sembra comunque che i due predicassero l'inutilità dei sacramenti e dei riti, come la messa, ed in questo ricordavano le parole di un altro eretico, loro contemporaneo, Pietro di Bruis.

Furono sottoposti al "Giudizio di Dio" mediante l'acqua. Questa barbara usanza medioevale consisteva nel gettare il sospetto in acqua con le mani e piedi legati: se annegava, era innocente, se galleggiava, era colpevole! Uno dei due (i testi non concordano quale) fu sottoposto per primo e, poiché sopravvisse, fu trovato colpevole e quindi C. e E. furono dichiarati rei di manicheismo, un'accusa generica che si applicava spesso agli eretici del XII secolo.

Furono messi in prigione, assieme ad altri due eretici, nell'attesa che il vescovo e Guiberto di Nogent tornassero da Beauvais, dove si erano recati per assistere ad un sinodo locale, ma, in loro assenza, la folla mise in atto un vero linciaggio medioevale, irrompendo nella cella e trascinando fuori gli sventurati, che furono bruciati vivi sul rogo.