Collins, Anthony (1676-1729)

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Anthony Collins

 

Il filosofo deista Anthony Collins nacque a Heston, vicino a Hounslow, nella contea inglese del Middlesex, il 21 giugno 1676. Studiò dapprima ad Eton e, dal 1693, al King's College di Cambridge, e nell'anno seguente si recò al Middle Temple College per studiare legge. Benché C. non riuscisse a laurearsi in nessuno dei college frequentati, egli si sistemò comunque con piena soddisfazione economica in seguito al matrimonio nel 1698 con la figlia del ricco mercante londinese Sir Francis Child. Dopo la morte per parto della moglie nel 1703, C. conobbe e divenne amico di John Locke (1632-1704), di John Toland, oltre che di altri intellettuali frequentatori della corte della regina Anna d'Inghilterra (1702-1714).

Nel 1707 C. pubblicò anonimo il suo Essay concerning the Use of Reason (Saggio sull'uso della ragione), dove egli respinse la distinzione tra la ragione e il suo contrario, e affermò che la Rivelazione avrebbe dovuto conformarsi all'idea che l'uomo si era fatto di Dio. Dopo sei anni, nel 1713 apparve il suo A Discourse of Freethinking (Discorso sul libero pensiero) e qui egli propugnò la tesi che la libertà di ricerca era l'unica maniera di giungere alla Verità e che non solo era permessa, ma addirittura raccomandata dalla Bibbia.

Le reazioni negative non si fecero attendere: C. fu attaccato da diversi polemisti anglicani, tra cui il newtoniano William Whiston (1667-1752) ed il filologo Richard Bentley (1662-1742), il giornale The Guardian organizzò una campagna stampa ostile e perfino il famoso scrittore Jonathan Swift (1667-1745) fece del libro di C. argomento di una sua parodia. Ciononostante C. proseguì nelle sue elaborazioni filosofiche, pubblicando nel 1717 A Philosophical Enquiry concerning Human Liberty (Un'inchiesta filosofica sulla libertà umana), prontamente attaccata dal filosofo anti-deista Samuel Clarke. Tuttavia, in quel periodo, C. si defilò dalla vita pubblica nazionale, ritirandosi nei suoi possedimenti nella contea inglese dell'Essex, dove si occupò della politica locale. Nel dicembre 1723 il suo unico figlio si ammalò e, poco dopo, morì: C. ne fu talmente sconvolto che il suo stato di salute andò deteriorandosi progressivamente e, nonostante un nuovo matrimonio nel 1724, allietato dalla nascita di due figlie, egli morì di calcoli renali il 13 dicembre 1729.

In questi sei anni, C. riuscì comunque a pubblicare un certo numero d'opere, tra cui, nel 1724, il suo libro di maggior successo A Discourse on the Grounds and Reasons of the Christian Religion (Discorso sui fondamenti e sulle ragioni della religione cristiana), destinato comunque a suscitare il solito coro di polemiche. Nel libro, infatti, apice della critica biblica dell'epoca, C. attaccò il Cristianesimo come religione rivelata e respinse che esso si fondasse sul Giudaismo, come, del resto, che il Nuovo Testamento si fondasse sul Vecchio. Secondo C., poiché questo collegamento era basato su alcuni episodi della Bibbia (come miracoli, fenomeni, profezie) non verificabili storicamente, il tutto andava inteso semplicemente in senso allegorico.