Condillac, Etienne Bonnot de (1715-1780)

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Etienne Bonnot de Condillac

© Collection Jean-Jacques Monney, Genève

La vita

Il filosofo francese Etienne Bonnot de Condillac nacque a Grenoble (Francia) il 30 settembre 1715, terzogenito del visconte di Mably, Gabriel Bonnot, e di Catherine de La Coste, il cui primogenito era il filosofo (e omonimo del padre) Gabriel Bonnot de Mably (1709-1785). A causa della sua salute particolarmente cagionevole, C. ebbe uno sviluppo intellettuale molto ritardato (riuscì ad imparare a leggere a soli 12 anni): poté in ogni modo studiare come seminarista a Saint Suplice a Parigi, e successivamente all'università della Sorbona, dove si laureò in teologia. Nel 1740 egli divenne sacerdote e fu nominato Abate di Mureaux. Era in ogni caso già Abate di Condillac, grazie all'acquisto del rispettivo territorio fatto da suo padre nel 1720.

Tuttavia C. non si dedicò mai alle attività pastorali, bensì agli studi letterari e filosofici, entrando in contatto con i principali illuministi dell'epoca: Jean-Jacques Rousseau (1712-1778), Denis Diderot (1713-1784), Jean d'Alembert (1717-1783) e Voltaire [pseudonimo di Francois Marie Arouet (1694-1778)]. A questo periodo risalgono i suoi principali lavori filosofici:

  • Essai sur l'origine des connaissances humaines (Saggio sull'origine delle conoscenze umane) del 1746, una rielaborazione dell'Essay concerning human understanding (Saggio sull'intelletto umano) di John Locke (1632-1704).

  • Traité des systemes (Trattato sui sistemi) del 1749, e

  • Traité des sensations (Trattato delle sensazioni) del 1754

Questi scritti suscitarono vive polemiche e accuse di materialismo e sensismo, alle quali l'autore rispose l'anno dopo pubblicando il suo Traité des animaux (Trattato sugli animali). Tuttavia le polemiche arrivarono a tal punto che C. preferì abbandonare Parigi nel 1758 per trasferirsi a Parma, dove accettò il posto come precettore di Ferdinando di Borbone (1751-1802, dal 1765 Duca di Parma, e nipote di Luigi XV di Francia) e dove visse per nove anni, pubblicandovi il suo Cours d'études (Corso di studi).

Nel 1768 C. rientrò a Parigi e, in quell'occasione, fu nominato membro dell'Accademia di Francia, dove subentrò al posto lasciato vacante dall'abate d'Olivet. Ma, dopo pochi anni, nel 1773, C. preferì ritirarsi in campagna nella sua tenuta di Beaugency, dove visse il resto dei suoi anni e dove morì il 3 agosto 1780.

Il pensiero

C. fu il capostipite del pensiero sensista, vale a dire di quella corrente filosofica, nell'ambito dell'ideologia illuminista, che riduce il processo della conoscenza ad una mera trasformazione delle sensazioni.

Dapprima seguace del pensiero di Locke sulla formazione empirica di tutte le idee, C. andò oltre, respingendo il concetto lockiano di riflessione (l'attività che ci permetterebbe di ricomporre le idee), riconducendo il tutto alla sola fonte della sensazione. A riguardo, l'esempio più famoso utilizzato da C. era quello della statua di marmo, che è inizialmente priva di tutti i sensi e poi prende gradualmente vita man mano che incominciano a funzionare i cinque sensi: secondo l'autore è così che la vita psichica si forma sulla base delle sensazioni e delle loro combinazioni.

Il sensismo di C. influenzò parecchi pensatori dell'epoca: senz'altro Claude Adrien Helvétius ed il movimento filosofico dei suoi seguaci, gli idéologues. Per quanto riguarda il nostro paese, il sensismo di C. influenzò senz'altro il pensiero di Pietro Verri (1728-1797), Cesare Beccaria (1738-1794), Antonio Genovesi (1713-1769), Melchiorre Gioia (1767-1829) e Giandomenico Romagnosi (1761-1835).