Nel 711, gli arabi, al comando di Tarik, provenendo dal Marocco, avevano invaso la penisola iberica, sterminando l'esercito visigoto di Roderico: iniziò quindi la lunga dominazione araba in Spagna, terminata solamente nel 1492.
Fu così che alcune potenziali eresie ebbero abbastanza mano libera da svilupparsi lontano dal controllo di Roma e sotto l'emiro di dinastia Omayyadi tutto sommato tollerante. Del resto, solo pochi anni prima, i precedenti dominatori, i Visigoti, si erano convertiti dall'arianesimo al cattolicesimo e alcuni autori riferirono perfino di colonie di esuli nestoriani in Spagna.
Elipando, l'ispiratore dell'eresia adozionista, nacque dunque in Spagna in questo momento storico e più precisamente nel 718. Fu eletto vescovo di Toledo, ma durante il papato di Adriano I (772-795) venne in conflitto con Migezio, un prete al seguito del legato pontificio, il vescovo Egila. E. accusò Migezio di predicare che Dio si fosse rivelato in successione come il Padre in Davide, come il Figlio in Gesù e come Spirito Santo in San Paolo e quindi che Cristo non esistesse prima dell'incarnazione.
E. scrisse una confessione di fede nel 784 a Siviglia tracciando una precisa linea di demarcazione tra Cristo come Dio e Cristo come uomo. Il primo era Figlio di Dio a tutti gli effetti per generazione e natura, ma il Cristo uomo era Figlio di Dio per adozione. Inoltre, E. pensò bene di assicurarsi l'appoggio di un apprezzato teologo, come Felice, vescovo di Urgel (città nella Marca Spagnola sotto il dominio franco), al quale scrisse nel 785 per chiedere il suo parere. Felice appoggiò l'idea adozionista di E., corroborando il tutto con citazioni bibliche facenti riferimento al homo adoptivus o adoptatus, applicato all'incarnazione di Cristo. L'apporto di Felice fu talmente decisivo che questa eresia venne anche chiamata feliciana.
Per questo E. e Felice furono accusati di nestorianesimo da parte di Beato, abate di Libana ed Eterio, vescovo di Osma, i quali furono, a loro volta, accusati dai loro avversari di monofisismo.
Il fatto che E. operasse dalla Spagna islamica e che l'unico re cristiano in grado di intervenire su Felice fosse Carlomagno (771-814), momentaneamente disinteressato alla diatriba (stava ancora leccandosi le ferite dopo la disfatta di Roncisvalle del 778), fece sì che quest'eresia potesse svilupparsi senza particolari ostacoli per qualche anno. Tuttavia si susseguirono una serie di sinodi di condanna, dei quali il più importante fu quello convocato nel 794 da Carlomagno a Francoforte, dove fu pronunciata la condanna delle idee di E. e Felice, ai quali Carlomagno in persona scrisse, esortandoli vanamente a rinunciare al loro errore. In seguito all'ultimo sinodo della serie, quello di Aquisgrana del 800, Felice ritrattò, ma fu messo agli arresti "domiciliari" sotto la sorveglianza del vescovo di Lione, Leidrado (vescovo:798-814) e morì nel 818. Invece E. non ritrattò affatto, nonostante un tentativo di Alcuino di York (735-804), abate di Tours e consigliere spirituale di Carlomagno, e rimase al suo posto fino alla morte nel 802.
L'adozionismo, nella forma proposta dai due eresiarchi sopravvisse nella Spagna islamica fino al IX secolo.