Erasmo da Rotterdam (Erasmus Desiderius o Geer o Geertsz)  (ca. 1466-1536)  

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Hans Holbein il giovane: Erasmo da Rotterdam

(Louvre - Paris)

La vita

Erasmo, famosissimo umanista olandese, nacque a Rotterdam il 28 Ottobre 1466 (o forse 1469) come figlio illegittimo di Gerard di Gouda e Margaretha Rogers. Essendo diventato orfano ancora adolescente, fu accolto in un monastero agostiniano vicino a Gouda, diventando un canonico regolare pur non avendo alcuna vocazione religiosa. Tuttavia questa sua scelta gli permise perlomeno di coltivare con relativa tranquillità lo studio dei classici. Nel 1492 E. fu ordinato prete dal vescovo di Cambrai, che lo inviò a Parigi nel 1496 a completare i propri studi. Nel 1499 E. viaggiò in Inghilterra, dove conobbe a Oxford John Colet (1467-1519), Tommaso Moro (1478-1535) e Hugh Latimer, in seguito suoi amici fraterni e grandi influenzatori del suo pensiero.

Nel 1506, grazie al generoso aiuto dei suoi amici inglesi, E. poté viaggiare in Italia, a Torino dove ottenne il titolo di dottore in divinità (in altre parole in teologia), a Bologna, a Padova, a Venezia dove divenne amico del famoso stampatore Aldo Manunzio (1449-1515), e a Roma dove gli furono offerti titoli ecclesiastici che peraltro rifiutò. Nel 1509, ritornando dall'Italia verso l'Inghilterra, E. scrisse la sua più famoso satira: Elogio della follia (Encomium moriae).

Rimase in Inghilterra fino al 1514, quando si fu invitato a recarsi nella regione del Brabante (parte allora dei Paesi Bassi spagnoli), dove divenne consigliere del futuro imperatore Carlo V (1519-1558 come imperatore). Quest'ultimo, il quale pensò perfino di nominarlo vescovo, lo sollevò dagli obblighi di portare la tonaca del suo ordine.

Nella diatriba tra Riforma e Chiesa Cattolica che seguì in quegli anni E. cercò di mantenersi il più neutrale possibile, tuttavia nel 1521 egli decise di stabilirsi a Basilea, ospite dello stampatore Johann Froben (1460-1527), per sottrarsi alle polemiche contro di lui che stavano prendendo corpo nella Germania sempre più schierata con Lutero. Mantenne comunque un'equidistanza anche dalla Chiesa Cattolica, rifiutando ogni incarico ufficiale, che il suo concittadino Adriaan Florensz, diventato Papa Adriano VI (1522-1523) voleva affidargli.

Solamente nel 1529, quando l'ondata protestante giunse a Basilea, E. emigrò a Friburgo in Brisgovia, città cattolica non molto lontana da Basilea stessa. Rientrò a Basilea nel 1535, ma l'anno successivo accettò l'invito della reggente dei Paesi Bassi, Maria, a vivere in Brabante. Tuttavia, durante i preparativi per la partenza, E. morì l'11 Luglio dello stesso 1536, per un attacco di dissenteria e fu sepolto nella basilica evangelica (luterana) di Basilea.

Le opere

La vastissima produzione letteraria di E. comprende, tra l'altro:

  • Adagia (raccolta di detti e proverbi greci e latini) (1500)

  • Enchiridion militis cristiani (1502)

  • Encomium moriae (Elogio della follia) (1509)

  • Institutio principis christiani (1516)

  • Note e traduzione in latino del Novum Instrumentum omne (Nuovo Testamento) (1516)

  • Parafrasi sul Nuovo Testamento (1517)

  • Colloquia Familiaria (1518)

  • Diatribe de libero arbitrio (1524)

  • De sarcienda Ecclesiae concordia (1533)

  • Ecclesiastes sive Concionator evangelicus (1535)

  • Svariate edizioni dedicate alle opere di Santi, come Girolamo, Ilario di Poitiers, Ireneo, Ambrogio, Agostino, Epifanio, Crisostomo, e pensatori cristiani, come Origene.

  • Vari trattati pedagogici e teologici.

Il pensiero

E. fu un vero umanista cristiano dotto e pacifista: egli tentò una riforma della chiesa dall'interno, ma finì, suo malgrado, in mezzo alla lotta tra Cattolicesimo e Protestantesimo: del resto erano momenti in cui il sensibile e cauto umanista olandese doveva sentirsi inevitabilmente a disagio di fronte a posizioni radicali, da una parte e dall'altra, intrisi di slogan estremisti e violenza non solo verbale.

Dalla parte cattolica egli fu ingiustamente considerato il precursore del Protestantesimo, soprattutto in seguito alle sue violente satire contro la vita monacale e la corruzione della Chiesa. Tuttavia, anche dalla parte protestante fu criticato, per non aver parteggiato a favore della Riforma, anzi per essere entrato direttamente in polemica con Lutero a proposito del libero arbitrio, sul quale E. scrisse un lavoro nel 1524.

Eppure E. condivideva molti punti con i riformatori, come una lettura più letterale, e non solo allegorica, delle Scritture, considerate come unico riferimento in contrasto con le speculazioni ed interpretazioni del pensiero scolastico. Anche E. era contrario al traffico di indulgenze e pellegrinaggi e alla mondanizzazione degli ordini monastici e della Chiesa stessa, sempre più burocratica e prevaricatrice, ben lontana dalla vera "Chiesa degli apostoli".

Per tutti questi punti, E. sarebbe potuto essere processato svariate volte dall'Inquisizione, ma l'amicizia di imperatori come Carlo V e papi come Adriano VI lo mise sempre al riparo da guai più seri.

D'altra parte E. mantenne sempre una certa distanza da Lutero, aborrendo il fanatismo di quest'ultimo e precisando ove necessario la sua indipendenza di pensiero, soprattutto nella dottrina del libero arbitrio contrapposto al "servo arbitrio" di Lutero, che negava all'uomo, secondo E., la libertà di collaborare per la propria redenzione.

Un papa erasminiano mancato

Alla fine del 1549 ci fu un momento storico che avrebbe potuto essere il più esaltante per il pensiero di E., ma che fu invece il più deludente: alla morte di Papa Paolo III (1534-1549), il più erasminiano dei cardinali, l'inglese Reginald Pole, in testa nelle votazioni del conclave, avrebbe potuto semplicemente accettare l'elezione a Papa per adorationem, ma ..... tacque, permettendo l'elezione del gaudente Giulio III (1550-1555), ma soprattutto spianando la strada all'elezione, 6 anni dopo, al famigerato, fanatico e violento cardinale Gian Pietro Carafa, il quale divenne Papa Paolo IV (1555-1559) e fu così contrario a qualsiasi dialogo con i protestanti da permettere finalmente a questi ultimi di superare le proprie divisioni interne.