Fotino di Sirmio (m. 376) e fotiniani

La vita

Fotino era originario della Galazia (Asia Minore) e diventò diacono sotto Marcello di Ancyra. Nel 343 fu nominato vescovo di Sirmio (in Bosnia), ma venne condannato nel 344 dal sinodo "ariano" d'Antiochia, da quelli di Milano nel 345 e nel 347, ed infine dal sinodo convocato proprio a Sirmio del 351, dove F. fu deposto e ben 27 anatemi furono lanciati contro di lui.

F. ritornò probabilmente alla sua sede vescovile durante il breve regno di Giuliano l'Apostata (361-363), ma fu definitivamente bandito dall'imperatore Valentiniano I (364-375) nel 364.

F. morì nel 376, avendo vissuto gli ultimi anni della sua vita in Galazia.

Il pensiero

La sua scuola di pensiero ebbe un certo successo e i fotiniani sopravvissero in Bosnia e Croazia per una decina d'anni, dopo la morte di F.

Rispetto all'insegnamento del suo maestro, Marcello d'Ancyra, F. rispettava l'unità di Dio Padre: il Logos era quella parte della sostanza del Padre (Logopator) rimasta latente fino all'Incarnazione, e che solo dopo era diventato Figlio. Anche lo Spirito Santo era parte della sostanza del Padre: quest'ultima quindi poteva espandersi o contrarsi e quest'espansione aveva formato il Figlio e lo Spirito Santo. Inoltre, F. riteneva che Gesù Cristo fosse semplicemente un uomo, sebbene di eccezionali capacità, da cui l'accusa di essere stato un ebionita.