Vescovo della chiesa catara di Concorezzo, i cui membri furono definiti Garattisti, per l'appunto, da Garatto stesso.
Al concilio cataro di Mosio, vicino a Mantova, convocato per cercare di conciliare le varie anime del catarismo italiano, G. fu eletto al posto di Giovanni Giudeo e era candidato quindi a diventare l'unico prelato cataro italiano, ma non poté diventarlo perché venne accusato di indegnità per colpa di una donna (accusa che aveva rovinato la carriera a diversi vescovi catari).
Rimase comunque vescovo fino al 1190, quando gli successe il suo "figlio maggiore" Nazario.