Mantz (o Manz), Felix (ca.1500-1527)

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Ritratto immaginario di Felix Mantz

 

Felix Mantz, uno dei fondatori del movimento anabattista, nacque a Zurigo nel 1500 ca. da buona famiglia: suo padre, Johann, era parte del clero cittadino (probabilmente un canonico secolare). M., come il suo futuro compagno di fede Conrad Grebel, fu mandato a studiare a Parigi, dove approfondì la conoscenza del latino, greco e ebraico e al suo ritorno dall'estero, M. entrò a far parte dei circoli umanistici che gravitavano intorno a Zwingli.

Tuttavia, già nel Gennaio 1523, Grebel, M. ed altri, come Wilhelm Reublin, Hans Brötli e Simon Stumpf, cominciarono a contestare la linea riformista di Zwingli. In particolare la materia del contendere era la superiorità della Sacra Scrittura, propugnata da Grebel e compagni, rispetto all'autorità dello stato, voluto da Zwingli, che lavorava per ottenere il consenso unanime del corpus christianum, inteso come l'unità dei fedeli.

Da quel punto in avanti, M. seguì il destino di Grebel, quando partecipò il 26-28 Ottobre 1523, al dibattito pubblico, durante il quale avvenne lo scontro tra Grebel e Zwingli a proposito dell'abolizione della Messa o quando, nel 1524, essi scrissero una lettera a Thomas Müntzer per chiedere un confronto sulle rispettive posizioni radicali. In seguito alla polemica sul battesimo degli infanti, che portò alla disputa pubblica il 10 e 17 Gennaio 1525 e la (scontata) condanna del gruppo di Grebel, fu proprio M., sfidando il divieto delle autorità cittadine, ad ospitare in casa sua, il 21 Gennaio 1525, i 15 anabattisti che presero la decisione di procedere al proprio ribattesimo.

Nella comunità dei "Fratelli in Cristo", che si formò poco dopo a Zollikon, un villaggio ad otto chilometri da Zurigo, M.fu uno dei più attivi, ribattezzando diversi nuovi adepti, ma il 30 Gennaio, egli fu arrestato assieme all'ex sacerdote Jörg Blaurock, e tenuto in prigione fino al 7 Ottobre. Appena fu rilasciato si mise subito nei guai, partecipando già il giorno successivo alla protesta della comunità di Grüningen, un distretto vicino a Zurigo, dove lo scontento popolare fu fomentato proprio dai capi anabattisti Blaurock, Grebel, e M. stesso. I primi due furono arrestati quello stesso 8 Ottobre e inviati a Zurigo, mentre M. riuscì a fuggire in un primo momento per poi essere catturato il 31 Ottobre.

Dopo qualche giorno, tra il 6 e l'8 Novembre 1525, si tenne a Zurigo un'ulteriore disputa tra gli anabattisti e Zwingli, che, scontento per l'ostinata posizione degli avversari, li fece condannare dal Consiglio, il 18 Novembre, a rimanere in carcere. Il 5 e 6 Marzo 1526, dopo quattro mesi di duro carcere, il Consiglio cercò di fiaccare la resistenza degli arrestati (i tre citati più altri 14 compagni) condannandoli al carcere a pane e acqua, finché essi non avessero ritrattato, ma 15 giorni dopo, approfittando di una clamorosa distrazione, gli anabattisti riuscirono ad evadere.

Tra il momento della sua fuga e la sua nuova cattura, M. trascorse il periodo errando per la Svizzera e battezzando nuovi adepti, finché le autorità di Zurigo lo catturarono il 3 Dicembre 1526, assieme a Blaurock in una foresta vicino a Grüningen. M. venne condannato a morte per annegamento in accordo con la tremenda frase di Zwingli: Qui iterum mergit, mergatur (Chi ha immerso nuovamente, cioè ribattezzato, sia immerso, cioè annegato!). Il 5 Gennaio 1527 M., il primo martire anabattista di una lunga e tragica serie, fu condotto dalla prigione della torre di Wellemberg in Zurigo su una barca in mezzo al fiume Limmat, e lì gettato in acqua con le mani legate.