Meslier, Jean, detto il Curato (1664-1729)

Fare clic per visualizzare la foto

Jean Meslier

 

Il precursore dell'illuminismo, Jean Meslier, nato nel 1664 a Mazerny, nella regione francese dello Champagne, fu avviato (pare contro la sua volontà) alla carriera ecclesiastica: studiò, infatti, presso il seminario di Reims, diventando sacerdote nel 1688.

Dopo l'ordinazione, M. fu nominato parroco di Ètrèpigny, un paesino della regione delle Ardenne, dove trascorse in maniera grigia e monotona i successivi 40 anni fino a quando, in seguito ad un litigio con un nobile locale, non avendo ottenuto giustizia, rimase sconvolto dalla diffusione dell'ingiustizia sociale. Prese quindi la drammatica decisione di lasciarsi morire di fame nel 1729, dopo aver condensato in tre documenti (il suo testamento) una violentissima critica alla religione cattolica (in cui il curato contrappose il Nuovo Testamento alle fonti storiche e archeologiche del suo tempo, evidenziando le molteplici contraddizioni del testo evangelico) e all'autorità costituita. Il titolo, molto significativo, del suo testamento era "Memoria dei pensieri e dei sentimenti di Jean Meslier, prete, curato di Ètrèpigny e di Balaives, su una parte degli errori e degli abusi del comportamento e del governo degli uomini da cui si dimostrano in modo chiaro ed evidente le vanità e le falsità di tutte le divinità e di tutte le religioni del mondo, affinché sia diretto ai suoi parrocchiani dopo la sua morte e per essere usata da loro e da tutti i loro simili quale testimonianza di verità".

In questi scritti M., vero precursore ateista della Rivoluzione francese e comunista ante-litteram, espresse il suo disgusto nell'umanità e l'incapacità di credere in Dio: la religione era, infatti, il mezzo utilizzato dai ricchi per opprimere i poveri e renderli succubi. Il curato incitava quindi il popolo a rivoltarsi contro la tirannia che lo sfruttava, lasciandolo nella miseria più nera.

Il testo venne scoperto nel 1762 dal famoso Voltaire [pseudonimo di Francois Marie Arouet (1694-1778)], che descrisse M. come "il più singolare fenomeno mai visto tra tutte le meteore fatali alla religione Cristiana" e che ne pubblicò alcuni brani, benché non osasse rendere pubbliche le parti più radicali. Successivamente il silenzio è calato sul rivoluzionario messaggio del curato francese, riscoperto solo recentemente dalla moderna letteratura razionalista.