Pallavicino (o Pallavicini), Giambattista (Giovanni Battista) (m.ca.1545)

Giambattista Pallavicino (o Pallavicini) [da non confondere con l'omonimo e contemporaneo cardinale (m. 1524), che fu anche vescovo di Lesina], carmelitano bolognese, fu accusato di predicazioni luterane durante la Quaresima a Brescia nel 1527 e a Chieri (vicino a Torino) nel 1528. In seguito fu perdonato e poté predicare davanti al Papa Clemente VII (1523-1534) e all'Imperatore Carlo V (1519-1556) a Bologna nel 1533.

Tuttavia, nel 1534, egli fu imprigionato a Parigi per aver predicato contro l'Eucaristia, e liberato grazie all'intervento, presso il re Francesco I (1515-1547), di suo fratello Cosimo, anch'egli frate carmelitano, che lesse al re di Francia due orazioni, scritte dall'umanista Giulio Camillo (ca. 1480-1544), in difesa del fratello incarcerato. Nonostante ciò, questi fatti si ripeterono anche nel 1536 in Inghilterra e nel 1539 P. fu consegnato all'inquisizione romana, con l'accusa di luteranesimo, ma fu nuovamente messo in libertà, questa volta, per intercessione di Margherita d'Asburgo (1522-1586), figlia dell'Imperatore Carlo V .

Nel 1540, il P. fu definitivamente imprigionato, ironia della sorte, non per motivi eretici, ma a causa degli intrighi sorti intorno al matrimonio di Margherita d'Asburgo con Pier Luigi Farnese (1503-1547) [il perverso figlio del Papa Paolo III (1534-1549) e capostipite dei Duchi di Parma e Piacenza], e morì in carcere ca. nel 1545.