Prassea (attivo fine II - inizio III secolo)

Prassea, considerato il fondatore del monarchianismo modalista, era un confessore nato in Asia Minore nella seconda metà del II secolo ed inquisito per la sua fede cristiana, ma che riuscì a sopravvivere alle persecuzioni.

Nel 190 ca., forte del prestigio acquisito come difensore della fede, egli si trasferì a Roma, dove ebbe una certa influenza sui papi Vittore I (189-198) e Zefirino (198-217) nella lotta contro gli adozionisti di Teodato di Bisanzio, scomunicati da Vittore nello stesso anno e contro i montanisti, scomunicati da Zefirino nel 202/203.

In quest'ultimo confronto, P. si tirò addosso le ire di Tertulliano (155-222), simpatizzante montanista, che scrisse un violento libello contro P. e le sue supposte dottrine, chiamato Adversos Praxean.

Secondo alcuni autori, tuttavia, è ancora tutto da dimostrare il coinvolgimento di P. nella polemica modalista e si sospetta che il tutto possa essere stata una vera e propria campagna denigratoria orchestrata da Tertulliano per togliere credibilità ad uno dei più strenui oppositori del movimento montanista.

Comunque, nonostante l'attacco di Tertulliano, P. non subì alcuna persecuzione o scomunica durante i pontificati di Vittore I e di Zefirino.