Lo scrittore giansenista Pasquier Quesnel, nato a Parigi il 14 luglio 1634 da un'antica e nobile famiglia, si laureò in filosofia e teologia all'università della Sorbona. All'età di 23 anni (1657), Q. entrò, come insegnante, nell'ordine degli oratoriani, fondato nel 1611 dal cardinale Pierre de Bérulle (1575-1629), sull'esempio di quello di San Filippo Neri (1515-1595), e nel 1662 egli fu nominato direttore del seminario parigino.
Nel 1672 furono pubblicate la sua Noveau Testament en français, avec des reflexions morales (Il Nuovo Testamento in francese, con riflessioni morali), un commento giansenista al Nuovo Testamento, che suscitò vive polemiche e fu messo all'Indice. Stessa fine fece la sua edizione sulle opere di Papa San Leo I (440-461), il cui commento fu tacciato di gallicanesimo. Nel 1684 l'assemblea generale degli oratoriani convocò Q. per fargli firmare un documento di condanna delle idee gianseniste, e, al suo rifiuto, lo espulse dall'ordine. Q. si rifugiò allora in Belgio, presso Antoine Arnauld, di cui prese il posto come leader del movimento, alla morte di Arnauld nel 1694.
Nel 1703 egli fu arrestato a Bruxelles per ordine di Filippo V di Spagna (e del Belgio) (1700-1724) e imprigionato nell'arcivescovato, ma riuscì ad evadere ed a raggiungere l'Olanda, ad Amsterdam, dove visse per gli ultimi 16 anni della sua vita e dove morì il 2 dicembre 1719.
Nel frattempo Papa Clemente XI (1700-1721), che aveva condannato la sua Noveau Testament en français, avec des reflexions morales la prima volta nel 1708, successivamente nel 1713 reiterò la condanna mediante la bolla Unigenitus, documento di un'insolita durezza e che stigmatizzava perfino frasi perfettamente ortodosse contenute nel testo. Questo fatto, giunto in un momento critico del rapporto tra papato e episcopato francese, in seguito ai quattro articoli gallicani del 1682, provocò una momentanea scissione nella Chiesa Cattolica francese quando il cardinale Louis Antoine De Noailles, arcivescovo di Parigi (1651-1729), e otto (in seguito diciotto) altri vescovi, appoggiati dalle facoltà di Parigi, Reims e Nantes, oltre a circa 3000 ecclesiastici, non accettarono affatto i contenuti della bolla e si appellarono al sinodo generale francese. La reazione di Clemente XI fu durissima con l'emissione della bolla Pastoralis officii (1718), che condannò l'appello e scomunicò gli appellanti. Tuttavia i dissidenti rimasero sulle loro posizioni ed anche il ritorno di De Noailles all'ortodossia nel 1728 non riportò la situazione alla normalità: il parlamento francese continuò ancora per molto tempo a rifiutare la bolla Unigenitus.