Selivanov, Kondraty (1730-1832) e Skoptsy

Fare clic per visualizzare la foto

Il convento di Spaso-Efimyevsky, dove fu confinato Kondraty Selianov

 

Premessa

Dalla seconda metà del XVII secolo la Chiesa Ortodossa russa conobbe una serie di scissioni e deviazioni (per un quadro della situazione vedere khlysty), dei quali uno dei più estremisti fu la setta degli skoptsy, o dei castrati, fondata da Kondraty Selivanov.

La vita

Kondraty Selivanov, un contadino del distretto di Orel, in Russia, nacque circa nel 1730 e aderì in gioventù alla setta dei khlysty, molto popolare al momento in Russia. Ne uscì sconvolto dopo che apprese che questa setta incoraggiava i rapporti sessuali esclusivamente fra persone non sposate tra loro.

Nel 1756 egli iniziò a predicare che il lepost (concetto che include il sesso, la bellezza del corpo, il sex appeal ecc.) era la base del male e che l'ascesi mistica poteva essere ottenuta solo attraverso la pratica della flagellazione (già praticata nella setta dei khlysty), ma soprattutto mediante l'auto-castrazione, azione estrema che praticò su se stesso con un ferro rovente. Così fecero anche i suoi adepti, denominati Castrati o Eunuchi, mentre le donne si tagliavano i seni. Sebbene questo gesto estremo abbia avuta la stessa ispirazione dell'auto-castrazione degli adepti aderenti alla setta giudeo-cristiana dei valesii e del grande filosofo Origene, cioè il passo del Vangelo di Matteo (19,12): .. e vi sono eunuchi che si sono fatti eunuchi da se stessi, per il regno dei cieli, l'automutilazione per motivi religiosi era stata espressamente proibita fin dal Concilio di Nicea del 325. Tutte queste tremende prove erano compiute volontariamente da parte degli aderenti, che credevano così di entrare a far parte dei "Cristi viventi", con l'accesso garantito al Paradiso, una volta morti.

S. stesso credeva inoltre di essere Gesù Cristo, ritornato sulla terra per la seconda volta, oltre ad immaginare di essere la reincarnazione dello zar Pietro III, il sovrano che regnò solo sei mesi nel 1762, fu deposto da un colpo di stato, organizzato dalla moglie, la futura zarina Caterina II (1762-1796), e successivamente fu ucciso dal conte Alexei Grigorievich Orlov (n. 1723, m. 1783), amante della moglie.

S. fu arrestato dalle autorità zariste e inviato al confino nella città siberiana di Irkutsk, ma nel 1795 riapparve a Mosca ancora come Pietro III. Nuovamente arrestato, fu trasferito a San Pietroburgo, dove probabilmente ricevette la visita dello zar Paolo (Pavel) I (1796-1801), ma avendo esortato il sovrano a castrarsi, fu rinchiuso in un manicomio. Ne fu liberato nel 1802 dietro la pressione di alcuni ricchi e influenti mercanti, suoi seguaci, che lo accolsero nei loro palazzi.

Divenne ben presto molto popolare e venerato negli ambienti aristocratici di San Pietroburgo per le sue radenie (episodi d'estasi mistica): ebbe perfino un incontro con lo zar Alessandro I (1801-1825), la cui benevolenza lo mise al sicuro degli strali delle autorità. Nel 1817 il suo seguace, il mercante Solodovnikov, fece costruire per lui una grande casa, dove si riunivano fino a 300 suoi adepti per assistere alle sue estasi, ma nel 1820 le autorità russe riuscirono a farlo confinare in totale isolamento nel convento di Spaso-Efimyevsky, nella città di Suzdal, dove morì vecchissimo (oltre 100 anni!) nel 1832.

La setta e i neo-Castrati

La setta di S. si diffuse, oltre che a Mosca e a San Pietroburgo, nella Russia centrale e in alcune zone periferiche dell'impero come nel Caucaso e nella Bessarabia (nella zona del delta del fiume Danubio).

Intorno al 1871/1872 in Moldavia e in Crimea si ebbe un revival della setta (i neo-Castrati) attraverso il circolo dei Santi Eletti, convinti che il defunto S. si fosse reincarnato nel sarto Kuzma Fedoseyev Lisin. Questi aveva fatto parte di altre sette come i doukhobor e i molokane, ma, dopo una severa malattia, entrò a far parte degli Skoptsy, castrandosi secondo il "Grande Sigillo" (la forma estrema in cui non erano evirati solo i testicoli, ma anche il pene). In seguito, Lisin profetizzò che si sarebbe recato a San Pietroburgo e che lo zar lo avrebbe fatto sedere alla sua destra e ordinato la liberazione di tutti i Castrati. Fu invece arrestato, processato ed esiliato in Siberia, ma non rinnegò il suo credo.

La setta è sopravvissuta fino al XX secolo: secondo una statistica sovietica nel 1929 esistevano ancora circa 2.000 Skoptsy, periodo in cui lo stalinismo fece eliminare le ultime comunità. Tuttavia sopravvissero alcuni gruppi di fedeli isolati nelle zone rurali più remote del paese e alla fine della seconda guerra mondiale si registrarono alcuni episodi di mutilazione di seni tra le donne della setta, mentre l'ultimo episodio ufficiale di auto-castrazione avvenne nel 1951. Oggigiorno si ritiene che probabilmente sopravvivano ancora alcuni vecchi adepti in Romania, Moldavia o Russia.