Sölle, Dorothee Nipperdey (1929-2003)

Fare clic per visualizzare la foto

Dorothee Sölle

La vita

La teologa e scrittrice femminista tedesca Dorothee Sölle (née Nipperdey) nacque il 30 settembre 1929 a Colonia, nella cui università, oltre che in quelle di Friburgo e Gottinga, ha studiato teologia, filologia, filosofia e letteratura tedesca. Dopo un breve periodo d’insegnamento ad Aachen, fu autorizzata nel 1972 alla docenza nell’università di Colonia, alla quale seguì una simile abilitazione dalla facoltà di teologia evangelica dell’università di Magonza. Dal 1975 al 1987 s’impegnò ad insegnare, per sei mesi l’anno, come professore di teologia sistemica all’Union Theology Seminary (Seminario teologico dell’Unione) di New York.
Attivista contro la Guerra del Vietnam, la corsa agli armamenti e la Guerra Fredda, S. si era sposata due volte: dapprima nel 1954 con l’artista Dietrich Sölle dal quale aveva avuto due figlie, poi nel 1969 con il teologo americano ex benedettino Fulbert Steffensky, con il quale aveva fondato, l’anno precedente, le Politisches Nachtgebet (Preghiere notturne politiche), eventi di preghiera collettiva con discussioni di fatti politici e d’attualità.
Nell’aprile 1975 S. partecipò a Quebec (in Canada) al 1° congresso mondiale dei Cristiani per il Socialismo, assieme ad altri famosi esponenti della teologia della liberazione, come il peruviano Gustavo Gutiérrez, i brasiliani Leonardo Boff e Hugo Assmann (n. 1933) e l’argentino José Miguez Bonino (n. 1924).
Negli ultimi anni, S. viveva come scrittrice ad Amburgo e nel 1994 aveva ricevuto una nomina a professore onorario proprio dalla locale università.
S. è morta durante un congresso a Göppingen il 27 aprile 2003.

Le opere ed il pensiero

Autrice di molti libri, S. si presentò al pubblico nel 1966 con il saggio Steilvertretung. Ein Kapitel Theologie nach dem Tode Gottes (Rappresentanza. Un capitolo della teologia dopo la morte di Dio): influenzata dalla demitizzazione di Rudolf Bultmann e dal dibattito sulla fine del teismo e dei concetti tradizionali di Dio (da alcuni autori denominato ad effetto “la morte di Dio”), la teologa tedesca elaborò il concetto di Gesù Cristo come rappresentante di Dio tra gli uomini. In due successivi lavori, Sofferenza del 1973 e Simpatia del 1978, la S. attaccò inoltre quello che lei definiva il “masochismo cristiano” o il “sadismo teologico”, quell’esasperata forma di rimarcare i temi della sofferenza e del dolore (caratteristici della Teologia della Croce), a cui lei contrapponeva una compassione e simpatia che noi sviluppiamo in presenza del dolore altrui. Il rifiuto inoltre dell’etica dell’ubbidienza (un suo saggio portava il significativo titolo di Al di là della mera ubbidienza: riflessioni su un’etica cristiana per il futuro), dell’autoritarismo e di una religione patriarcale porta a favorire una libera scelta consapevole degli uomini, che devono lottare insieme contro il sessismo, l’antisemitismo e le forme autoritarie per sviluppare una vera comunione con Dio.