Unitarianismo (o unitarismo o antitrinitarismo) (XVI - XVII secolo)

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Il calice fiammeggiante, simbolo dell'unitarianismo

 

Termine teologico per indicare la fede nell'unicità di Dio e nella contemporanea negazione del dogma della Trinità. Ne consegue anche la negazione della divinità di Cristo. L'unitarianismo è stato, a parte l'anabattismo, la terza grande alternativa nella galassia protestante, oltre al luteranesimo e allo zwinglianismo/calvinismo.

La storia

La dottrina dell'unitarianismo viene fatta tradizionalmente risalire agli inizi del Cristianesimo, ed in particolare agli eretici del periodo intorno al Concilio di Nicene (325), come Ario (gli unitariani furono proprio chiamati ariani dai loro detrattori), Paolo di Samosata, Noeto di Smirne, Prassea e Sabellio. Nel medioevo il concetto antitrinitario non scomparì del tutto, ma rimase nella filosofia di Abelardo e Roscellino.

Venendo al periodo rinascimentale, i primi studiosi ad aver espresso concetti antitrinitari furono nel 1527 Martin Borrhaus (nome umanistico: Cellarius) (1499-1564), amico di Martin Lutero, e il predicatore anabattista Ludwig Haetzer (1500-1529), ma fu soprattutto la pubblicazione a Hagenau, in Alsazia, nel 1531, del famoso libro De trinitatis erroribus (Gli errori sulla Trinità) del medico spagnolo Miguel Servet (Michele Serveto) a gettare nello scompiglio i più famosi pensatori protestanti dell'epoca, da Lutero ("un libro abominevolmente malvagio") a Melantone, Ecolampadio, Bucero. Quest'ultimo tuonò dal proprio pulpito che l'autore avrebbe meritato di essere squartato! E proprio in seguito alla pubblicazione di questo libro tutti i riformatori dell'epoca decisero di rinforzare l'importanza dottrinale della Santa Trinità. Dopo una vita tribolata da continue persecuzioni, Serveto finì i suoi giorni, messo al rogo a Ginevra nel 1553 da un altro dei pensatori riformisti, che più lo detestavano, Giovanni Calvino.

Ma la morte di Serveto fece levare moltissime voci di protesta, tra cui quelle dei protestanti italiani Giovanni Valentino Gentile, Matteo Gribaldi Mofa, Giorgio Biandrata e Giovanni Paolo Alciati della Motta, i quali furono costretti ad emigrare da Ginevra, portando, pur con sfumature diverse, i germi della dottrina antitrinitaria soprattutto dal 1560 nell'Europa orientale (Polonia, Moravia e Transilvania).

Antitrinitari in Polonia

Qui le dottrine antitrinitarie non erano totalmente sconosciute, tant'è vero che già nel 1538 una anziana donna di 80 anni, Caterina Weygel (o Vogel), era stata bruciata sul rogo a Cracovia per una sospetta eresia antitrinitaria. Ma sotto il regno di Sigismondo II Augusto (1543-1572) si crearono le premesse per lo sviluppo delle idee antitrinitarie in Polonia. L'antesignano fu Petrus Gonesius (Piotr Z Goniazde), che aveva studiato a Padova nel 1552-54 con Gribaldi Mofa e da lui era stato convertito.

Già nel secondo sinodo della Chiesa Riformata Polacca (fondata da Jan Laski) del 1556, Gonesius espresse forti concetti antitrinitari, ma fu solo con l'arrivo di Giorgio Biandrata e di Lelio Sozzini nel 1558 che la corrente unitariana trovò dei veri leader e formò una comunità, soprattutto di esuli italiani, a Piñczòw vicino a Cracovia.

Tuttavia, poco dopo, subirono un durissimo colpo quando i cattolici, rappresentati dal nunzio apostolico cardinale Giovanni Francesco Commendone (1523-1584), convinsero il re Sigismondo II Augusto ad emettere nell'agosto 1564 l'editto di Parczów, che stabiliva l'espulsione di tutti gli stranieri non cattolici. Agli antitrinitari italiani, compreso il famoso ex vicario generale dei Cappuccini, Bernardino Ochino appena giunto in Polonia, non restò che emigrare in Moravia o in Transilvania.

L'esilio in Moravia

Il margraviato di Moravia, pur facendo parte dei possedimenti asburgici, godeva di un'ampia autonomia, anche in campo religioso. Un esempio pratico fu l'accoglienza positiva riservata per le comunità di anabattisti, guidati da Balthasar Hübmaier e Jakob Hutter, perseguitati senza pietà in tutto il resto dell'Europa.

Austerlitz (Slavkov in ceco), in particolare, fu una città dove fecero capo diverse correnti religiose dissidenti, compresi gli antitrinitari: nel 1564, scacciati dalla Polonia in seguito all'editto di Parczów, un gruppo di antitrinitari italiani, comprendente Niccolò Paruta (che formò in seguito delle comunità denominate seminaria veritas), Gentile, Alciati della Motta, Ochino, si recò nella città morava. Furono seguiti nei successivi anni da altri dissidenti come Marcello Squarcialupi, Andrea Dudith-Sbardellati e Niccolò Buccella, che man mano, con il miglioramento della situazione polacca, decisero di rientrare in Polonia.

Ripresa delle attività in Polonia

Già dopo la dieta di Piotrków della Chiesa Riformata Polacca del 1564 che decretò l'esclusione degli antitrinitari, ci fu una separazione tra un'ecclesia major calvinista ed un'ecclesia minor di fede antitrinitaria. Gli antitrinitari, in quel periodo, si erano frazionati in quattro correnti, qui riassunti dal nome dei capi-scuola:

  • Stanislao Farnowski (Farnovius, m.1615): come Gonesio, i suoi seguaci pensavano che Cristo era pre-esistito alla creazione del mondo e quindi era giusto adorarlo, ma non adottavano la stessa venerazione per lo Spirito Santo.  Erano inoltre contrari al battesimo degli infanti. Nel 1568 il gruppo di Farnowski si separò dalla chiesa unitariana polacca, concentrandosi in una zona a cavallo del confine con l'Ungheria. La secessione durò circa 50 anni e, dopo la morte del loro leader, i suoi seguaci furono riassorbiti dagli unitari o dai calvinisti.  

  • Martin Czechowic: egli era un ariano molto radicale: Cristo era un uomo come gli altri, ma essendo nato senza peccato, fu divinizzato e era giusto adorarlo. Prendendo, come Gonesio, dagli anabattisti, Czechowic si opponeva al battesimo dei bambini, all'uso delle armi, al coinvolgimento in incarichi pubblici e alla proprietà privata.

  • Grzegorz Pawel: il gruppo di Cracovia di Pawel negava sia la pre-esistenza di Cristo, sia la necessità di adorarlo. Come Gonesio e Czechowic, Pawel aveva convinzioni anabattiste e in più era un millenarista.

  • Szymon Budny: per Budny Cristo era un uomo ed era idolatria adorarlo. Fu scomunicato nonostante il suo vasto seguito in Lituania.

Un punto di svolta fondamentale per l'ecclesia minor fu l'arrivo in Polonia nel 1579 di Fausto Sozzini, nipote di Lelio, che divenne ben presto la guida di tutti gli antitrinitariani locali. Sozzini pose la sua residenza a Cracovia, sebbene il centro di riferimento per l'unitarismo polacco fosse la vicina cittadina di Raków, dove era stato fondato un seminario di studi antitrinitari nel 1569 e dove, tra il 1603 ed il 1605, sarebbe stato redatto il catechismo ufficiale della setta.

Nello stesso periodo Sozzini entrò nella polemica tra gli adoranti (al cui pensiero lui aderiva) e i non-adoranti, come Ferenc Dàvid, Giacomo Paleologo, Jànos Sommer e Andrea Dudith Sbardellati. (vedi capitolo "Antitrinitari in Transilvania"). Sozzini, con il suo De Jesu Christi filii Dei natura sive essentia, attaccò i non-adoranti come giudaizzanti, che volevano, tra l'altro, santificare il sabato, secondo un uso sabbatariano, che si sarebbe poi diffuso in Inghilterra, portatovi proprio dagli unitariani profughi dalla Polonia.

Il pensiero razionale di Sozzini accettava un solo Dio, mentre Gesù Cristo era semplicemente un uomo crocefisso, il cui compito era di rivelare Dio agli uomini, permettendo loro di raggiungere così la salvezza, seguendo il Suo esempio. Per lui la Sacra Scrittura, redatta da uomini, non era indenne da errori, e l'uomo doveva basarsi sulla propria etica per osservare i comandamenti e non era quindi necessaria la grazia divina. Egli, inoltre, negava l'esistenza dell'inferno, il peccato originale, la necessità dei sacramenti, la predestinazione. Un bel programma in un secolo caratterizzato dal fanatismo religioso degli opposti estremismi!

Nel 1588 Sozzini riuscì nell'impresa di unire tutte le fazioni unitariane al sinodo di Brest (in suo onore, da quel momento gli unitariani si denominarono sociniani), ma negli anni successivi dovette fronteggiare la reazione, anche di piazza, dei cattolici: nel 1591 il suo punto d'incontro a Cracovia fu devastato dalla folla e nel 1598 Socini stesso fu malmenato, scampando per poco ad un linciaggio. Egli morì nel 1604 e sulla sua tomba vennero scritte queste significative parole: Crolli la superba Babilonia: Lutero ne distrusse i tetti, Calvino le mura, Socini le fondamenta.

Pochi anni dopo, nel 1610, la potente organizzazione gesuita sbarcò in Polonia decretando il rapido declino degli unitariani in Polonia: nel 1611 fu bruciato sul rogo a Varsavia l'unitariano Jan Tyskiewicz, un agiato cittadino di Bielsk, e nel 1638 i sociniani furono espulsi da Raków e ne fu chiuso il seminario.

Il colpo finale per l'unitarismo in Polonia fu il bando di espulsione per tutti gli unitariani polacchi, deciso nel 1658 e diventato esecutivo il 10 luglio 1660, che li costrinse o ad uniformarsi o ad emigrare in altri paesi europei (in Olanda, dove la maggior parte si trasferì aderendo alla Chiesa Arminiana dei rimostranti, in Germania, e in Transilvania, dove però essi non aderirono alla Chiesa Unitariana Transilvana, ma formarono una chiesa autonoma a Kolozsvàr estinguendosi nel 1793).

L'ultima sacca di resistenza unitariana in Polonia si estinse nel 1811 e solo nel 1921 furono riaccettate le congregazioni unitariane nella nazione, rinata dopo secoli di dominazione straniera. Ma la successiva occupazione nazista nel 1939 e l'instaurazione del comunismo hanno fatto sì che l'unitarianismo polacco potesse incominciare a muovere nuovamente qualche timido passo solamente dopo la caduta del muro di Berlino, negli anni '90 del XX secolo.

L'attuale Chiesa unitariana in Polonia comprende solo qualche centinaio di fedeli.

Antitrinitari in Transilvania

Nel 1562 Giorgio Biandrata si recò in Transilvania, a Gyulafehérvár (Alba Julia), dove fece la conoscenza e divenne amico di Ferenc Dàvid, vescovo della Chiesa Riformata di Transilvania e cappellano personale del principe Giovanni II Sigismondo Zapolya (1541-1571). Biandrata fece leggere a Dàvid una copia della famosa Christianismi restitutio (La restaurazione del Cristianesimo) di Miguel Serveto, convertendolo all'antitrinitarismo.

Il successivo sinodo nazionale a Gyulafehérvár del 1566 risultò un trionfo per gli antitrinitari, sottolineato dalla pubblicazione del libro di Dàvid De vera et falsa unius Dei, Filii et Spiritus Sanctii cognitione (Della falsa e vera conoscenza dell'unità di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo), nel quale il riformatore transilvano ridicolizzava la dottrina della Trinità e perorava la causa della tolleranza religiosa per tutte le fedi.

Questo discorso fu poi ripreso durante la Dieta di Torda nel gennaio 1568, dove  Giovanni II Sigismondo Zapolya riconobbe la piena libertà a tutte le confessioni religiose: fu la prima dichiarazione, al mondo, di tolleranza religiosa mai pronunciata da un regnante. Oltre a questo, il re aderì apertamente all'unitarismo con molti nobili della corte e Dàvid divenne il capo della Chiesa Unitariana di Transilvania.

Nel 1570 Dàvid entrò in contatto, e ne fu influenzato, con lo studioso italo-greco Giacomo Paleologo e il suo discepolo locale, il rettore del ginnasio di Kolozsvár, János Sommer (1540-1574). Paleologo polemizzava con un altro famoso antitrinitario, Fausto Socini, a riguardo della figura di Gesù Cristo, che, per il Socini, era un vero uomo crocefisso, il cui compito era di rivelare Dio agli uomini, permettendo loro di raggiungere così la salvezza, seguendo il Suo esempio. Il Paleologo, invece, negava il ruolo di guida del Cristo, per i fedeli verso la salvezza, e rifiutava, conseguentemente, ogni forma d'adorazione di Gesù Cristo. Per questo, il Paleologo e i suoi seguaci, tra cui si associò anche Dàvid, vennero denominati antitrinitari non-adoranti in contrapposizione al pensiero sociniano di tipo adorante. Alla corrente non-adorante aderì anche l'ex vescovo cattolico e ambasciatore (di madre italiana) Andrea Dudith-Sbardellati.

Purtroppo il momento magico per Dàvid finì solo tre anni dopo, nel 1571 con la morte, a soli 31 anni, di Giovanni II Sigismondo e la salita al trono del cattolico Stefano I Báthory (1571-1586), che tolse a Dàvid l'incarico di cappellano personale del re e gli impedì di pubblicare altri scritti. Nel 1579 i suoi nemici riuscirono a farlo arrestare e imprigionare nella fortezza di Déva dove, a causa del clima rigido e del fisico debilitato, Dàvid morì nel novembre dello stesso anno.

La Chiesa Unitariana di Transilvania, fondata da Dàvid, pur attraverso mille traversie, spietate persecuzioni da parte degli Asburgo cattolici e feroci pogrom da parte di fanatici ortodossi rumeni, esiste ancora oggi formata da 125 chiese, sebbene divisa dal 1949 in un troncone in Ungheria (25.000 fedeli, web-site: http://www.unitarius.hu/) ed uno di etnia ungherese in Transilvania/Romania (circa 80.000 fedeli).

Sociniani in Inghilterra

Attraverso l'Olanda, che accolse molti esuli sociniani, l'antitrinitarismo giunse in Inghilterra, dove il principale esponente fu John Biddle, preside del liceo di Gloucester, che pubblicò, nel 1647, il primo trattato dell'unitarismo inglese, Twelve arguments against the Deity of the Holy Spirit (dodici ragioni contro la divinità dello Spirito Santo) a uso privato per pochi amici, uno dei quali lo tradì, facendolo rinchiudere in carcere nel 1645 per ordine dei magistrati di Gloucester.

Nel 1646 Biddle fu convocato a Londra per essere giudicato da una commissione di teologi, ma, nell'attesa della sentenza, fu confinato in prigione a Westminster dove rimase per vari motivi per i successivi 5 anni. Infatti, imprudentemente, nel 1647, Biddle fece pubblicare le sue Dodici ragioni, suscitando un putiferio: a gran voce venne chiesta la sua condanna a morte, prevista anche dalla recentemente approvata (nel 1648) legge Ordinance for punishing heresies and blasphemies (ordinanza per punire eresie e blasfemie), ma nel 1652, grazie alla Act of Oblivion (legge di oblio), egli poté finalmente uscire di prigione.

Una volta libero, Biddle fondò una piccola congregazione sociniana a Londra, traducendo testi base dei sociniani (o unitariani) polacchi, come il Catechismo di Racow (in Polonia), la prima dichiarazione dei principi sociniani, ma soprattutto pubblicò nel 1654 la sua opera più celebre, il Twofold Catechism (Catechismo doppio), dove in 24 capitoli egli bandì tutte le espressioni e dottrine non originarie delle Scritture, come transustanziazione, peccato originale, Dio fatto uomo, Madre di Dio etc. Insomma non ci fu un solo punto della teologia dell'epoca che non fosse rimesso in discussione da lui, sebbene utilizzasse l'astuta tecnica delle domande aperte, senza mai precisare la propria fede. Nonostante ciò, per ordine del parlamento, le copie del suo libro furono bruciate sul rogo e lui stesso imprigionato nel carcere di Newgate, ma, per l'ennesima evoluzione della turbolenta situazione politica inglese (era stato sciolto il parlamento), fu liberato. Biddle continuò per tutta la vita a professare attivamente le proprie idee e per questo venne più volte condannato al confino e al carcere fino alla sua morte avvenuta nel 1662.

Il principale esponente dell'unitarismo inglese dopo Biddle fu Thomas Emlyn (1663-1741), che fondò una congregazione unitariana a Londra nel 1705, ma va anche citata l'attività del teologo neo-ariano Samuel Clarke con il suo trattato Scripture Doctrine of the Trinity (Scrittura dottrina sulla Trinità), del 1712.

In seguito si affermò Joseph Priestley (1733-1804), che divise il suo tempo tra la chimica (individuò, tra l'altro, la molecola dell'ossigeno) e le predicazioni unitariane, e Theophilus Lindsey che nel 1774 fondò la prima chiesa ufficiale d'ispirazione sociniana a Londra. Nel 1791 un gruppo di teppisti distrusse sia la casa sia il laboratorio di Priestley, che, qualche anno dopo, prese la decisione di emigrare in America, dove fondò una chiesa unitariana in Pennsylvania.

Nel frattempo, in Inghilterra si era formata nel 1825 la British and Foreign Unitarian Association, che dovette lottare contro le leggi britanniche varate per proibire agli unitariani di accettare lasciti donati dai puritani, cosa che sarebbe stata aggiustata soltanto con una nuova legge nel 1844.

Nel 1840 avvenne una momentanea scissione nel movimento: i "cristiani liberi" di James Martineau, convinti in una fede più intuitiva e meno "razionale", si separarono fino al 1928, anno in cui le due anime dell'unitarismo inglese si rifusero nella attuale General Assembly of Unitarian and Free Christian Churches (sito: http://www.unitarian.org.uk/)

Unitariani in America

Come già detto, Joseph Priestley fu uno dei predicatori che aiutarono la diffusione dell'unitarismo negli Stati Uniti, dove la dottrina però si sviluppò abbastanza lentamente: prendendo spunto dalle prediche in Inghilterra di Priestley, due chiese di Boston, la West Church del pastore Jonathan Mayhew (1720-1766) e la First Church del pastore Charles Chauncy (1705-1787) divennero unitariane.

Nel 1825 si formò l'American Unitarian Association, ma, come per la crisi degli unitariani inglesi del 1840, anche il pensiero unitariano americano fu fortemente scosso dalle idee di William Ellery Channing, che inserì elementi pietisti e filantropici. Lo scontro tra le due anime, mistica-pietistica da una parte e razionale dall'altra, avrebbe caratterizzato la storia degli unitariani americani negli anni seguenti: per esempio, nel 1865 la conferenza nazionale unitariana adottò una piattaforma programmatica nettamente cristiana, provocando il distacco della minoranza razionalista che fondò la Free Religious Association (associazione religiosa libera).

L'unitarianismo odierno

Venendo ai giorni nostri, nel 1961 avvenne la svolta con la fusione degli unitariani statunitensi con il movimento dell'universalismo, fondato dall'ex pastore metodista John Murray, che credeva nella salvezza di tutti gli uomini e negava la dannazione eterna. La fusione diede luogo all'American Unitarian Universalist Association, poi solo Unitarian Universalist Association, che conta oggi 502.000 aderenti. Il sito web è http://www.uua.org/

Nonostante la diffusione relativamente bassa dell'unitarismo/universalismo, ben cinque presidenti degli Stati Uniti hanno professato una fede unitariana e/o universalista: Thomas Jefferson (che gli unitariani danno come loro seguace, anche se una sua adesione ufficiale non c'è mai stata), John Adams, John Quincy Adams, Millard Fillmore e William Howard Taft.

L'associazione, nella quale la corrente razionalista ha oramai preso il sopravvento, è un movimento basato su congregazioni autogestite senza una comune formula religiosa ufficiale, retaggio della sua travagliata storia e dell'apporto d'idee molto diverse e perfino contrastanti: più che altro si nota un interesse nella libera ricerca della verità.

Infatti, da una statistica risulta che solo il 3% degli aderenti considera Dio come un essere soprannaturale e il 40% come simbolo dell'amore o di altri processi naturali. Inoltre 90% non crede nell'immortalità dell'anima e 64% ammette di non pregare mai o di farlo raramente. In compenso, gli unitariani universalisti si sono sempre schierati in battaglie civili contro la pena di morte, a favore del divorzio, l'aborto, l'eutanasia, per il controllo delle nascite, per la riforma carceraria, per l'educazione sessuale nelle scuole.

L'associazione mantiene contatti con simili organizzazioni in Inghilterra, Irlanda, Filippine, Ungheria, Francia e Cecoslovacchia e fa parte della International Association for (Liberal Christianity) and Religious Freedom (IARF) (web-site: http://www.iarf.net/index.php), che afferma di rappresentare 1.500.000 aderenti in 25 paesi.