Chiesa di Utrecht (chiesa giansenista olandese) (dal 1713)

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L'arcivescovo di Utrecht, Hermann Johannes Heycamp, firmatario della Dichiarazione di Utrecht

 

La Chiesa di Utrecht generò dal movimento giansenista in Olanda, dove fu diffuso dai teologi e scrittori francesi, esuli dalla loro patria, Antoine Arnauld, Pierre Nicole e Pasquier Quesnel, ma soprattutto ampiamente tollerato sotto i vicari generali olandesi, arcivescovi Johann Van Neercassel (arcivescovo: 1663-1686, m. 1686) e Petrus (Petter) Codde (arcivescovo: 1686-1704, m. 1710).

Van Neercassel fu accusato per questo d'essere, lui stesso, un giansenista, mentre Codde fu dapprima chiamato e Roma e deposto nel 1701, ma solo dopo il suo ritorno in Olanda nel 1703, fu definitivamente dichiarato decaduto su ordine del Papa Clemente XI (1700-1721) nel 1704: la nomina del successore, Gerard Potkamp, fu tuttavia rifiutata da parte del clero olandese e provocò nel 1713 una scissione dalla Chiesa Cattolica con la fondazione della Chiesa cattolica romana del clero antico episcopale o Chiesa di Utrecht, prima di una serie di chiese cosiddette "vecchio-cattoliche".

Poiché la neonata Chiesa non disponeva di un arcivescovo, essa risolse il problema dell'ordinazione dei suoi sacerdoti con la collaborazione del vescovo di Meath, in Irlanda, Luke Fagan (m. 1734) (in seguito arcivescovo di Dublino): la disputa sulla legalità di questi sacramenti fu portata nel maggio 1717 davanti all'Università di Lovanio (Leuwen), che deliberò a favore della Chiesa di Utrecht, rinforzata poi dall'ordinazione del suo primo vescovo, Cornelius Steenhoven (1662-1725). L'investitura, almeno formalmente, fu regolare perché eseguita il 15 ottobre 1724 da Dominique Marie Varlet (1678-1742), vescovo missionario cattolico di Babilonia e simpatizzante delle idee gianseniste. Nel 1742 e 1757, alla diocesi originaria di Utrecht si affiancarono le diocesi di Haarlem e Deventer, tutte e tre ancora operanti.

Solo nel 1853 Papa Pio IX (1846-1878) ristabilì una gerarchia cattolica in Olanda, e fu allora che, per distinguersi da questa nuova struttura, la Chiesa di Utrecht adottò il nome di Chiesa Vetero-cattolica (o vecchio-cattolica) in Olanda (sito http://www.okkn.nl/), diventando così la capostipite delle chiese nazionali vecchio-cattoliche, sorte dopo il Primo Concilio Vaticano (1869-70) in Germania [con a capo il rettore di Breslavia, Josef Hubert Reinkens (1821-1896)], Austria, Svizzera, Slovacchia e nell'odierna Repubblica Ceca.

Queste comunità erano, infatti, rimaste molto contrariate dalla decisione di Pio IX di promulgare i dogmi dell'infallibilità papale ex cathedra e del primato universale del papa, e decisero, quindi, di separarsi da Roma, affermando la validità e la continuità della successione apostolica dell'arcivescovo di Utrecht, a quei tempi Henricus Loos (arcivescovo: 1858-1873), sebbene esse si rivolsero all'allora vescovo di Deventer, Hermann Johannes Heykamp (1824-1892) (dal dicembre 1874, arcivescovo di Utrecht), per far consacrare Reinkens, nel 1873, vescovo della Chiesa vecchio-cattolica tedesca. Esse emanarono, inoltre, il 24 settembre 1889 la Dichiarazione di Utrecht, federandosi poi nell'Unione di Utrecht (il cui sito è http://www.utrechter-union.org/), che entrò nel 1931 in piena comunione con la Chiesa Anglicana, di cui i vecchi cattolici oggigiorno seguono l'impianto teologico ed ecclesiastico, e con la Chiesa episcopale americana, e definitivamente organizzandosi con la Convenzione di Utrecht del 1952.