Buzio (o Mollio), Giovanni da Montalcino (m. 1553)

Giovanni Buzio, detto il Mollio, nato a Montalcino, in provincia di Siena, era un francescano minorita conventuale ed un predicatore, che ebbe all'epoca un vasto seguito. Negli anni '30 del XVI secolo, egli frequentò i circoli erasminiani di Brescia e nel 1538 si convertì alla dottrina luterana. Fu per questo, processato intorno al 1540, quindi trasferito nel convento di San Lorenzo, a Napoli, dove partecipò ai circoli valdesiani, ma successivamente lo troviamo a Ravenna, dove incontrò Pietro Manelfi.

Nel 1552 egli fu nuovamente arrestato e tradotto a Roma per essere giudicato dalla temibile Inquisizione Romana del cardinale Giovanni Pietro Carafa, poi Papa Paolo IV (1555-1559). Il processo si svolse contro undici eretici, dei quali solo B. non abiurò e quindi fu ricondotto in carcere nell'attesa della sentenza di condanna a morte.

Nel frattempo, i governanti di Siena cercarono inutilmente di fare un tentativo di intercedere per il loro conterraneo, ma B. fu impiccato, poi bruciato sul rogo, il 4 settembre 1553 a Campo dei Fiori, a Roma, assieme ad un tessitore di seta, detto il Perugino.

Secondo Theodore Elze, testimone oculare della sentenza, che descrisse gli ultimi attimi di B. in una lettera del 1553, pubblicata l'anno seguente a Strasburgo, B., ottenuto la possibilità di dire le sue ultime parole davanti al patibolo, rese grazie a Dio per il fatto di dover soffrire il martirio per il nome di Dio e dell'universale Chiesa cristiana. Esortato a nominare la Chiesa romana, B. avrebbe risposto che la Chiesa di Cristo non poteva essere divisa in chiese locali, ma era unica e unita per la fede, sposa diletta di Cristo.