Délicieux, Bernard (attivo 1291-1318)

Bernard Délicieux, francescano francese, si mise in luce nel 1291, quando riuscì a convincere alcuni delegati delle città di Carcassonne e Albi a portare una petizione di protesta a Senlis presso il re Filippo IV, detto il Bello (1285-1314) a proposito dei metodi brutali degli inquisitori domenicani della Linguadoca, la cui attività, in chiave anti-catara, era stata ufficializzata nel 1233 dal Papa Gregorio IX (1227-1241) come Inquisitio heretice pravitatis.

In seguito a questa petizione, il re decise che l'azione degli inquisitori dovesse essere controllata dai vescovi locali e questa notizia incoraggiò la popolazione a ribellarsi contro i soprusi dei domenicani. Fomentatore della rivolta fu D., il quale, in un tentativo di far evadere dei manifestanti messi in prigione, fu, a sua volta, arrestato.

Qualche anno dopo, nel 1304 D. si rimise nei guai, poichè fu incolpato della improvvisa morte di Papa Benedetto XI (1303-1304). Egli aveva incautamente scritto all'amico Arnaldo di Villanova, medico personale del Papa, che dalle profezie di Gioacchino da Fiore si poteva desumere la morte del papa per il 1304. Effettivamente il papa morì in quell'anno, ma per un'indigestione di fichi...avvelenati con polvere di diamante da Guglielmo di Nogaret, l'anima nera di Filippo il Bello. Al re era rimasta "indigesta" una bolla papale con una sua condanna come mandante (ed era vero) per il famoso episodio dello "schiaffo di Anagni" a Papa Bonifacio VIII (1294-1303).

Nello stesso 1304, D. non smentì la sua fama di cercaguai, fomentando le manifestazioni di protesta nei confronti degli inquisitori domenicani, ma tale fu il tumulto creato durante la visita del re a Tolosa e Carcassonne, che Filippo il Bello, indispettito, decise di non procedere ulteriormente contro i domenicani.

Tuttavia, pochi anni dopo, l'incorreggibile D. si trovò al centro di una congiura per organizzare una secessione della città di Carcassonne e relativa annessione da parte di Giacomo II di Aragona (1291-1327), ma il piano venne scoperto e sedici congiurati impiccati. D., sempre di più sulla lista nera di Filippo il Bello, se la cavò probabilmente a causa della morte del re francese nel 1314, tuttavia nulla poté impedire la sua condanna all'imprigionamento a vita in un monastero nel 1318 da parte di Papa Giovanni XXII (1316-1334).  

Ciò fu dovuto ad un incontro drammatico nel 1317 tra il papa e un gruppo di francescani spirituali, guidati da Ubertino da Casale e di cui faceva parte anche D. Il Papa, che sarebbe diventato l'acerrimo nemico degli spirituali, ordinò a Ubertino di ritirarsi nel convento di Gembloux, vicino a Liegi in Belgio e fece appunto imprigionare a vita D. Peggio andò ad altri 25 spirituali, che furono torturati da parte dell'Inquisizione e quattro di loro, che non riconobbero l'autorità papale sul movimento, furono bruciati sul rogo nel 1318.

Dopo questa data non si hanno più notizie di D.