Dioscoro d'Alessandria (m. 454)

Dioscoro, eletto nel 444 Patriarca di Alessandria, come successore di S.Cirillo, non era un grande teologo come quest'ultimo, ma comunque attrettanto ambizioso. Nel 448, sostenne la causa del monaco Eutiche, che aveva accusato il vescovo di Costantinopoli, S. Flaviano, di essere un nestoriano. Lo scopo di Dioscoro era più politico che teologico: indebolire l'immagine del Patriarcato di Costantinopoli per dare più prestigio alla sede di Alessandria.

Nel 449, durante il Concilio di Efeso, che Dioscoro presidiette, egli terrorizzò i 135 padri conciliari con la sua turba di monaci semianalfabeti violenti e fanatici, capitanati da Barsumas e destituì i più importanti teologi antiocheni, arroccati su posizioni nestoriane. Nel parapiglia, alcuni dei presenti furono perfino uccisi. L'insegnamento monofisita di Eutiche fu dichiarato ortodosso e San Flaviano mandato in esilio: morì successivamente per le percosse ricevute. Papa Leone Magno (440-461), che, fra l'altro, convocò questo concilio, ma non vi partecipò, lo definì non un "concilium", bensì un "latrocinium" (brigantaggio)!

D. fu sempre protetto dall'imperatore Teodosio II (408-450), ma alla morte di quest'ultimo, egli fu scomunicato e deposto dal Concilio di Calcedonia, convocato nel 451 dall'Imperatrice (Santa) Pulcheria, fervente cattolica ortodossa: l'ex patriarca di Alessandria morì nel 454, esule a Gangra in Paflagonia. La malasorte del loro vescovo offese moltissimi egiziani, che si schierarono con lui e ciò permise al monofisismo di crescere negli anni successivi, fino alla fondazione della Chiesa Copta.