Eckhart (o Eckard o Eccard) von Hochheim, meister Johannes (ca. 1260-1327)

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Meister Eckhart

 

La vita

Johannes Eckhart, famoso teologo e fondatore della scuola mistica tedesca, nacque nel 1260 circa a Hochheim, vicino a Gotha (nella regione tedesca della Turingia). Egli studiò filosofia e teologia dopo essere entrato nell'Ordine Domenicano e nel 1298 divenne priore del convento domenicano di Erfurt e Vicario Provinciale della Turingia. Nel 1300 si trasferì ad insegnare a Parigi e nel 1302 gli fu assegnato dal suo ordine il grado di Maestro della Teologia Sacra e per questo viene spesso citato come Meister (maestro in tedesco). Nel 1303 divenne Provinciale della Sassonia e nel 1307 Vicario Generale per la Boemia fino al 1311.

Successivamente riprese l'insegnamento a Parigi fino al 1314 e fino al 1317 a Strasburgo. Qui fu accusato di simpatie verso il movimento delle beghine e dei begardi, ma soprattutto di aderire ai princìpi del movimento dei Fratelli del Libero Spirito. E. fu probabilmente influenzato da libro Le miroir des simples âmes (lo specchio delle anime semplici), scritto tra il 1296 ed il 1306 dalla beghina Marguerite La Porète, che ebbe una vastissima diffusione all'epoca in quattro traduzioni. Nonostante ciò, egli fu nominato priore a Francoforte dal 1317 al 1320 e nel 1320 divenne professore nello Studio generale dell'Ordine Domenicano a Colonia.

Tuttavia, nel 1325 e nel 1327 egli fu oggetto di due inchieste tese ad accertare la sua ortodossia: la prima, condotta da Nicola, Provinciale domenicano di Strasburgo, lo scagionò, ma la seconda, condotta dall'arcivescovo di Colonia, Enrico, lo condannò per panteismo: nonostante una difesa mediante vari scritti e un atto di sottomissione di E. alla Santa Sede, 17 punti dei suoi insegnamenti furono dichiarati eretici e 11 punti considerati sospetti di eresia da parte del Papa Giovanni XXII (1316-1334) con la bolla In agro Domini del 1329. Ad E. comunque fu risparmiato la condanna, in quanto era già morto due anni prima, nel 1327 a Colonia.

La dottrina

Secondo E., tutti gli uomini avevano una scintilla di luce divina nelle loro anime. Entrando in uno stato di meditazione profonda in cui il "fondo dell'anima" veniva risvegliato ed in cui la mente veniva svuotata di tutte le percezioni, tutti potevano sentire questa scintilla nel proprio Io. Per questo, E. è altamente apprezzato da moderni pensatori del Buddismo, come Keiji Nishitani e D. T. Suzuki.

Egli venne inoltre molto apprezzato in seguito dai pensatori protestanti, come Martin Lutero, perché insistette sullo scarso valore delle buone opere e sulla ritualistica cristiana, sull'interiorità della fede, sulla minore importanza della funzione mediatrice della Chiesa.

E. infine insistette sulla presenza di Dio in tutte le cose o meglio disse che le cose non erano nulla, non avevano realtà al di fuori di Dio, in quanto dipendevano dalla presenza di Dio. Queste tesi ricordavano quelle panteistiche già condannate nel 1225 dal Concilio di Sens come dottrine eretiche, di Amaury di Béne, a sua volta, ispirato direttamente da Giovanni Scoto Eriugena. Questa fu infatti la base delle accuse contro E. da parte dell'arcivescovo di Colonia.

Le opere

Molte delle opere di E. sono andate perdute: ci rimangono alcuni sermoni e prediche, e soprattutto frammenti della Opus Tripartitum in cui E. illustrò, spiegò e provò più di mille sue tesi teologiche.