Flagellanti (dal XIII secolo)

Fare clic per visualizzare la foto

Processione dei battenti a Guardia Sanframondi (BN)

L'usanza di frustare per motivi di disciplina o frustarsi per penitenza fece già parte, fin dal IX secolo, della disciplina monastica del medioevo e venne impiegata in diversi ordini religiosi come i Camaldolesi, i Cluniacensi o i Domenicani. Tuttavia, ciò che iniziò a preoccupare la Chiesa Cattolica dei secoli XIII e XIV fu una nuova forma di flagellanti, in pratica gruppi incontrollabili di persone, i quali, in grandiose processioni pubbliche, si frustavano in remissione dei peccati del mondo.

Si possono riconoscere diversi movimenti che hanno fatto uso di questa forma di auto punizione.

Flagellanti del 1260

Il 1260 fu una data cruciale per il Cattolicesimo: coincideva infatti, secondo il mistico calabrese Gioacchino da Fiore, con l'inizio dell'era dello Spirito Santo e con la lotta finale contro l'Anticristo, ed effettivamente gli episodi nefasti del 1259, come l'epidemia di pestilenza, la carestia diffusa e l'invasione dei tartari in Europa Centrale, facevano proprio pensare che fosse giunto il momento predetto.

Così sorse il movimento dei f. a Perugia su iniziativa di un eremita francescano umbro, Fra Raniero Fasani (m. 1281), fondatore di una fratellanza dei Disciplinati di Gesù Cristo (altri gruppi si chiamarono Battuti, Frustati ecc.). Queste compagnie si diffusero rapidamente per tutta l'Italia centrale e settentrionale, coinvolgendo donne, uomini, bambini, laici e religiosi, in gigantesche processioni (fino a 10.000 persone), che passavano attraverso le città, mentre i f., spesso denudati fino alla cintola, ma col viso coperto da un cappuccio, si frustavano fino a far sgorgare copioso il sangue.

Il movimento si diffuse anche in altri paesi Europei, come Germania, Boemia e Polonia, finché nel Gennaio 1261, il Papa Alessandro IV (1254-1261) proibì quest'usanza pubblica. Ci furono alcune frange isolate, come il movimento di Venturino da Bergamo in Italia, attive fino al 1296.

Flagellanti del 1348

Nel 1347 la Peste, chiamata Morte Nera, iniziò la sua devastazione in Europa, decimandone la popolazione di oltre un terzo nei due anni successivi. Inoltre tremendi terremoti si susseguirono in Italia, Francia e Europa Orientale e molti pensarono che era imminente la parusìa, il secondo ritorno di Cristo sulla terra, e quindi per purificarsi apparvero nuovamente, nel 1348, le compagnie di f., che sfilavano vestiti con un saio e cappuccio (nero o bianco) con una croce rossa sul petto e sulla schiena (da cui il nome di Fratellanza della Croce) e frustandosi, mentre cantavano laudi, componimenti popolari sulla passione di Cristo, di cui Jacopone da Todi fu un valente compositore.

Chiunque avesse voluto aderire al movimento, doveva poi rimanerci per trentatré giorni e mezzo (per ricordare gli anni di Cristo), periodo che Gesù Cristo stesso, in una "lettera" fatta recapitare a Roma da un angelo (sic!), aveva stabilito come minimo per salvarsi l'anima. Il movimento, forte di ben 50.000 persone, si diffuse in Italia, Ungheria, Svizzera e nel 1349 in Olanda, Boemia, Polonia e Danimarca, ma non in Inghilterra, dove non ebbero seguito.

Ovviamente una massa così poco controllabile diede luogo allo sviluppo di dottrine eterodosse, come il dubitare del valore dei sacramenti ufficiali a causa della corruzione della Chiesa, il confessarsi o il battezzarsi tra loro; o allo sfogo di atteggiamenti intolleranti nei confronti degli ebrei con vere e proprie persecuzioni: si calcola, per esempio, che nella sola Strasburgo furono trucidati circa 8.000 ebrei.

Papa Clemente VI (1342-1352) dapprima permise alcune processioni, ma poi reagì alle spinte eretiche condannando il movimento in una lettera inviata nel 1349 ai vescovi di Francia, Germania, Polonia, Svezia e Inghilterra. Soprattutto in Germania, nella Turingia, il fenomeno aveva preso rilievi preoccupanti nel 1360 con la comparsa di un certo Konrad Schmid, il quale si spacciò come la reincarnazione dell'imperatore Federico II o quella del profeta Enoch e pretese di abrogare l'autorità ecclesiastica. Schmid e sei altri capi del movimento, probabilmente associati ai Fratelli del Libero Spirito, furono bruciati sul rogo nel 1369.

Un altro movimento di f., condannato e poi soppresso, fu quello della confraternita degli albati (dal colore bianco dei loro cappucci), che manifestarono a Roma nel 1399 alla vigilia del giubileo del 1400.

La repressione dei f. continuò per tutto il XIV e XV secolo con processi seguiti dagli immancabili roghi per decine, e a volte centinaia, di f. condannati a morte.

Flagellanti dal XVI secolo in poi

Più recentemente, in particolare dal XVI secolo (quando fu incoraggiato in Francia da Caterina dei Medici e dal re Enrico III) in avanti, il fenomeno si è ripetuto, ma più nei binari dell'ortodossia e controllato dalle autorità ecclesiastiche e certe volte stimolato dall'azione di confraternite penitenziali, accettate e ispirate dalle prediche del domenicano San Vincenzo Ferrer (1350-1419).

Manifestazioni simili si ebbero con i Penitenti neri del 1574 o Los Hermanos Penitentes in Messico e in New Mexico, in Russia con le sette dei khlysty e degli skoptsy, oppure in Spagna (censurati da re Carlo III nel 1777) e, portati dai Gesuiti, nelle colonie spagnole dell'America meridionale e soprattutto delle Filippine, l'unica nazione che attualmente vede un vero e proprio revival dell'auto flagellazione.

Infine in Italia sopravvivono tuttora tradizioni di f. in processioni sacre, per esempio quelli dei Vattienti a Nocera Terinese (in provincia di Catanzaro), dei Battenti a Verbicaro (in provincia di Cosenza) e dei Battenti (ogni sette anni) a Guardia Sanframondi (in provincia di Benevento), mentre le cruenti processioni di f., che si svolgevano a Ispica e Ibla (ambedue in provincia di Ragusa), ormai non hanno più questi connotati estremi.