Olivi, Pietro di Giovanni (Petrus Johannis o Pierre Jean Olieu) (ca. 1248-1298)

Pietro di Giovanni Olivi (Pierre Jean Olieu) nacque a Sérignan, vicino a Béziers, nella Francia meridionale intorno al 1248. All'età di soli dodici anni entrò nell'ordine dei frati minori a Béziers e, dopo aver conseguito la laurea in teologia a Parigi, ritornò ad operare in Linguadoca.

Si mise ben presto in evidenza come capo degli spirituali della Francia meridionale, di quei francescani, cioè, che osservavano alla lettera la Regola ed il Testamento del Santo, desiderando mantenerne l'originale stile di vita, ed in questo contrastati dai conventuali, i francescani che volevano operare una parziale revisione in senso mitigatore della Regola dell'ordine. Inoltre O. aderì entusiasticamente, come molti spirituali, alle idee e teorie del mistico calabrese Gioacchino da Fiore.

Nel Capitolo Generale di Strasburgo del 1282, egli fu condannato per eresia e nell'anno successivo 34 idee delle sue dottrine furono confutate da sette frati teologi dell'Università di Parigi. Tuttavia O. si difese così brillantemente che il Capitolo Generale di Montpellier del 1287 lo assolse: fu successivamente inviato al convento di Santa Croce a Firenze, dove insegnò come teologo dal 1287 al 1289 e dove conobbe, divenendone il maestro, Ubertino da Casale. La conferma della sua ortodossia si ebbe anche al Capitolo Generale di Parigi del 1292.

Nel 1296 O. scrisse la sua opera principale (e più discussa dopo la sua morte), Postilla (o Lectura) in Apocalypsim, un aggiornamento delle profezie di Gioacchino da Fiore, dove la terza età gioachimita, secondo O., iniziava dopo la condanna della Regola di povertà di San Francesco e la "Chiesa Spirituale" (Ecclesia Spiritualis) coincideva con l'ordine francescano.

O. morì in convento a Narbonne il 14 Marzo 1298.

Dopo la sua morte, le critiche sulle sue idee iniziarono a giungere da più parti: il Capitolo Generale di Lione del 1299 ordinò il rogo del suo cadavere e dei suoi scritti e il Concilio di Vienne del 1312 condannò nuovamente la sua dottrina. La sua figura, comunque, continuò ad essere un riferimento per gli spirituali: infatti, durante il periodo di sede vacante del papato tra il 1314 ed il 1316, in una cerimonia, seguita da una grandissima folla, in memoria proprio di O., Angelo Clareno da Cingoli incitò alla ribellione gli spirituali di Narbona (nella Francia meridionale) contro i conventuali e in ciò ebbe un grande appoggio dalla popolazione locale.

Si tornò a parlare delle idee di O. nel 1326, quando alcune frasi contenute nella Postilla in Apocapypsim furono condannate da Papa Giovanni XXII (1316-1334), principalmente per motivi politici in quanto erano state utilizzate dall'imperatore Ludovico IV il Bavaro nel suo appello di Sachsenhausen del 1324 per chiedere la convocazione di un concilio ecumenico, che giudicasse Giovanni XXII per "abuso d'ufficio" (come si direbbe oggigiorno) a scopo personale.