Wycliffe (o Wyclif o Wyclyf o Wicliff), John (ca. 1324-1384) e Poveri predicatori

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John Wycliffe

 

La vita

John Wycliffe, il più importante riformatore religioso prima di Lutero, nacque nel 1324 ca. a Hipswell, vicino a Richmond, nella contea inglese dello Yorkshire. Non si conosce molto della prima parte della sua vita, se non che studiò al Balliol College di Oxford per diventare Maestro in Arti, e dove probabilmente conobbe personalmente Guglielmo di Ockham e dove studiò, rimanendone colpito, gli scritti del gioachimita Gerardo di Borgo San Donnino. Fu nominato, solo nel 1372, dottore in teologia, un titolo di studi diverso da quello inizialmente intrapreso.

Nel 1374, W. fece parte di una commissione inviata dal governo inglese a Bruges per discutere con i rappresentanti di Papa Gregorio XI (1370-1378): era necessario dirimere alcuni questioni aperte tra il papa ed il re Edoardo III (1327-1377). In realtà W. era stato ingaggiato dal partito antipapale, capeggiato dal figlio quartogenito del re, Giovanni di Gand, duca di Lancaster, che divenne in seguito il potente reggente d'Inghilterra (per conto del nipote minorenne Riccardo II dal 1377 al 1381), e di cui W. fu consigliere ecclesiastico dal 1376 al 1378.

Nel 1377 W. diede parere favorevole a Edoardo III sull'opportunità di interrompere i tradizionali sussidi in denaro alla Chiesa Cattolica. Questa presa di posizione gli costò la convocazione in giudizio dall'arcivescovo di Londra, davanti al quale egli si presentò con 4 frati difensori e il Duca di Lancaster in persona. Oltre a quest'episodio, W. aggravò la sua posizione, scrivendo nello stesso periodo le sue opere De civili dominio e De dominio divino, dove egli ribadì la superiorità del potere regale su quello papale.

L'intervento del figlio del re fece temporaneamente evitare la sua condanna, che però arrivò poco dopo mediante 5 bolle papali di Gregorio XI, dove venne accusato degli stessi errori di Marsilio da Padova. Grazie agli appoggi in alto loco, W. non fu arrestato, anzi proprio nel fatidico 1377 egli fondò l'ordine dei Poveri Predicatori (successivamente soprannominati lollardi) , su modello dell'ordine francescano od ad imitazione dei "barba" valdesi: i primi predicatori, vestiti miseramente e forniti con un bastone e parti della Bibbia tradotta in inglese da W., furono gli studenti della facoltà di teologia di Oxford.

Tra loro c'erano alcuni giovani boemi, venuti in Inghilterra al seguito della principessa Anna di Boemia, novella sposa di Riccardo II. Questi studenti tradussero gli scritti di W. nella loro lingua e portandoli con sé al ritorno in patria: essi ebbero in seguito una notevole influenza su Jan Hus, l'emblema della rivolta riformatrice di quel paese.

L'anno successivo, nel Marzo 1378, W. fu nuovamente convocato dai vescovi inglesi per essere processato per eresia, ma questa volta fu l'autorevole intervento della regina madre Giovanna di Kent ad evitare guai peggiori. Nuovamente l'impunità dovuta all'appoggio degli alti vertici e la contemporanea crisi del papato, sfociato nel Grande scisma d'Occidente (1378-1417), permise a W. di pubblicare indisturbato le sue 33 conclusioni sulla povertà di Cristo.

Tuttavia nel 1380 W. fece un passo falso, attaccando con il trattato De Eucharistia la dottrina della transustanziazione, dove dichiarò che la sostanza del pane rimaneva sempre la stessa, anche se Cristo era presente nel pane, sebbene non in maniera materiale. Il credo ufficiale, materia di fede dal IV Concilio Laterano del 1215, dichiarava invece che la sostanze del pane diventava sostanza del Corpo di Cristo. Quest'inopportuna sortita gli alienò i favori del Duca di Lancaster ed accelerò la condanna di W., il 17 Maggio 1382, da parte dell'arcivescovo di Canterbury, William Courtenay, di 24 tesi tratte dai suoi scritti.

Oltretutto W. fu da alcuni considerato il principale ispiratore, almeno ideologico, della Rivolta Contadina, capitanata da Wat Tyler, del 1381 e nella repressione che ne seguì ebbero a soffrire anche molti suoi seguaci. Tuttavia, in seguito alla condanna, egli non subì, come al solito, alcun incarceramento: assistito da John Purvey, W. si ritirò prudentemente nella sua parrocchia di Lutterworth, nella contea del Leicestershire, dove nello stesso 1382 ebbe un primo attacco cardiaco: un secondo gli fu fatale il 31 Dicembre 1384.

La condanna di W. per eresia fu pronunciata postuma al Concilio di Costanza del 1415 e nel 1428, dietro pressioni di Papa Martino V (1417-1431), il suo corpo fu riesumato e bruciato sul rogo e le ceneri sparse nel fiume Swift.

La dottrina

Come Marsilio da Padova, W. era convinto della superiorità dello Stato sulla Chiesa: quest'ultima doveva mantenersi povera e apostolica, senza possedimenti o coinvolgimenti politici, concetto già espresso anche dai francescani spirituali.

L'autorità della Chiesa (accusata di essere una "Sinagoga di Satana"), secondo W., derivava unicamente dalla grazia, perciò il clero, se non si fosse mantenuto in stato di grazia, poteva anche essere privato del diritto dei propri beni per ordine del potere civile. In pratica solo la Chiesa Spirituale, non visibile, aveva il diritto di chiamarsi "Vera Chiesa" ed era formata da coloro che erano stati predestinati alla salvezza. Costoro, gli eletti, potevano, in certe circostanze, officiare addirittura il rito dell'eucarestia.

Il riferimento principale per W. era il messaggio della Bibbia, unica autorità costituita, e per favorire la sua massima diffusione, W. commissionò la prima traduzione in inglese delle Sacre Scritture. Inoltre, dalla attenta lettura di queste, W. negò che ci fosse alcun riferimento esplicito all'autorità papale o alla vita monastica.

Per quanto concerneva i sette sacramenti, W. ritenne superflua la cresima e intervenne in merito all'eucarestia, negando, come si è detto precedentemente, il dogma della transustanziazione. W. accettò il concetto di Purgatorio, ma rifiutò la pratica delle indulgenze, delle messe in suffragio dei morti, del culto dei santi e delle reliquie e dei pellegrinaggi.

Le opere

W. scrisse molto e spesso sui vari temi della sua filosofia e dottrina. Si ricordano:

  • I due testi sul potere civile ed ecclesiastico, De dominio divino e De civili dominio.

  • De veritate Sacrae Scripturae, sulla Bibbia come unico riferimento per la Chiesa.

  • De ecclesia, sulla Chiesa come luogo dei predestinati alla salvezza.

  • De Eucharistia o Trialogus, sul dogma della transustanziazione.

  • 33 conclusioni sulla povertà di Cristo.