San Eustazio di Antiochia (ca. 270 - ca.360) ed eustaziani

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Affresco raffigurante Sant'Eustazio di Antiochia

(Convento ortodosso di Grachanica, in Kosovo)

Eustazio, da non confondere con il quasi omonimo Eustazio di Sebaste, nacque a Side, in Panfilia nel 270, e diventò vescovo di Berea in Siria, da dove si trasferì ad Antiochia, diventandone il vescovo, nel 323. Scrisse il De Engastrimytho, un trattato contro l'interpretazione allegorica attribuita alla Bibbia da Origene.   

Fu soprattutto uno dei più fieri difensori del credo ortodosso al concilio di Nicea del 325: tale fu il suo impegno che il concilio di Antiochia del 331, a maggioranza ariana e presieduto da Eusebio di Nicomedia, lo condannò per sabellianismo. L'imperatore Costantino ratificò la condanna, esiliando E. a Traianopoli in Tracia, dove egli morì nel 360 (secondo altri fonti già nel 336/337).

Eustazio è stato nominato santo sia dalla Chiesa Cattolica, che da quella Greca Ortodossa.

In seguito al suo esilio, i suoi sostenitori diedero vita ad una comunità scismatica denominata degli eustaziani, i quali si opposero strenuamente, nel 360, contro il nuovo vescovo di Antiochia, Melezio, sebbene questi fosse stato eletto alla carica di vescovo con i voti congiunti di ariani e ortodossi.