Fogazzaro, Antonio (1842-1911)

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Antonio Fogazzaro

Premessa

Ci occupiamo di Antonio Fogazzaro in questo dizionario, a causa del ruolo avuto dal noto scrittore vicentino nella polemica modernista e alla relativa iscrizione di alcuni suoi romanzi all’Index Librorum Prohibitorum.

La vita

Antonio Fogazzaro nacque il 25 marzo 1842 a Vicenza dalla ricca famiglia borghese di Mariano Fogazzaro (patriota che avrebbe combattuto contro gli austriaci nel 1848) e di Teresa Barrera, originaria di Oria, in Valsolda, dove F. avrebbe ambientato alcuni dei suoi più famosi romanzi, come Piccolo Mondo Antico. F. compì i suoi studi dapprima sotto forma privata con l’abate, poeta e patriota Giacomo Zanella (1820-1888), che fu anche suo insegnante al liceo di Vicenza, frequentata da F. tra il 1856 e 1858, anno in cui egli ottenne la maturità classica. In seguito F. s’iscrisse alla facoltà di giurisprudenza all’università di Padova, e poi a quella di Torino, dove si laureò nel 1864.
Dopo la laurea, F. praticò per qualche tempo, senza molta convinzione, l’attività legale, ma soprattutto frequentò a Milano l’ambiente letterario della Scapigliatura, facendo amicizia con Arrigo Boito (1842-1918) e scoprendo sempre più la sua vocazione letteraria. Nel 1866 F. sposò la contessa Margherita di Valmarana, da cui ebbe tre figli, e nel 1869 si trasferì definitivamente a Vicenza. Il periodo 1872-74 fu caratterizzato dal ritorno alla fede cattolica, dopo un periodo di indifferenza religiosa, e dai primi lavori letterari, come la novella Miranda, sebbene la notorietà sarebbe arrivata solo anni dopo, con la pubblicazione dei romanzi Malombra (1881), Daniele Cortis (1885), Il mistero del poeta (1888), fino al grande successo di Piccolo mondo antico (1895), il suo romanzo più ispirato.

Gli anni successivi sarebbero stati caratterizzati dagli studi di filosofia positivista e di evoluzionismo, culminati nel saggio Ascensioni umane (1899) e della scoperta delle opere religiose di Antonio Rosmini nel 1897 (centenario della nascita del sacerdote di Rovereto). Le idee di quest’ultimo in tema di riforma della Chiesa fecero accostare F. al filone dei riformatori cattolici, noti con il nome di modernisti. Già dal romanzo Piccolo mondo moderno (1900) si poteva intuire quest’orientamento di F., che divenne più palese con il successivo Il santo (1905), con un’aperta critica alla menzogna, dominazione, avarizia e immobilità della Chiesa cattolica.

La reazione non si fece attendere ed il 5 aprile 1906 il libro fu messo all’Indice. F. sorprese allora molti, sottomettendosi alla condanna con tale ossequio alla Chiesa che gli fu contestata la permanenza nel Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione dello stato italiano. Contro l’una e l’altra posizione, F. difese il proprio operato come “cattolico riformista”. Nel 1910 uscì il suo ultimo romanzo Leila, che riaffermava queste sue posizioni e fu perciò messo anch’esso all’Indice dal Sant’Uffizio, ma F. non venne mai a sapere della condanna, poiché morì all’ospedale di Vicenza, durante un’operazione chirurgica, il 7 marzo 1911.