Predicatore agostiniano, come Agostino Mainardi, Ambrogio Cavalli, Giulio Della Rovere, Giuliano Brigantino, Andrea Ghetti da Volterra si mise in luce per le sue idee luterane a Trento nel 1542 e a Mantova nel 1543.
Nel 1544 egli predicò presso la corte di Renata di Francia a Ferrara e pubblicò un discorso, che gli costò la denuncia all'Inquisizione. Fu assolto, ma le sue prediche nel periodo 1546-49 a Trento [dove poté agire indisturbato sotto la protezione del vescovo Cristoforo Madruzzo (1512-1578)], Mantova, Napoli, Venezia, Ferrara (nuovamente nel 1547), Firenze e Genova lo portarono ad un nuovo processo, da cui se la cavò con un'abiura, ma soprattutto grazie alla protezione del cardinale Girolamo Seripando (1493-1563).
Nel 1548 G., come decano della facoltà di Teologia a Firenze, intervenne per salvare dall'arresto il confratello predicatore Alessio Casani (1491-1570), accusato di luteranesimo. Nel 1553 lo troviamo ancora da Renata di Francia e poco dopo, per la terza volta, il Sant'Uffizio romano lo fece arrestare e rinchiudere nel carcere di Ripetta nel 1555. In questo carcere rimase quattro anni dividendo la cella con Bartolomeo Spadafora e Giovanni Francesco Verdura, ex vescovo valdesiano di Cheronissa. G. riuscì a fuggire dalla galera solo nel 1559, in seguito ai moti popolari del 18 e 19 agosto, scatenatisi alla morte del papa Paolo IV (1555-1559), il noto Gian Pietro Carafa, il più violento oppositore ad ogni dialogo con il protestantesimo.
Comunque nel 1560 il G. fu assolto e nel 1563 fu perfino autorizzato da Papa Pio IV (1559-1565) a partecipare ad alcune sessioni finali del Concilio di Trento (1545-1563).
G. morì nel 1578.