Messaliani o euchiti o adelfiani o lampeziani o entusiasti ed eufemiti (IV secolo)

Una setta eretica del IV secolo, che credeva che, in seguito al peccato originale d'Adamo, ognuno avesse un demone unito alla propria anima e che esso non fosse stato espulso con il battesimo: l'unica maniera di espellerlo era la continua ed incessante preghiera con lo scopo di eliminare ogni passione e desiderio. Il nome messaliani, infatti, deriva dall'aramaico mètzalin = preganti, e la stessa etimologia aveva la versione greca del loro nome, euchiti da euchetai.

Comparvero intorno al 360 in Mesopotamia, come setta fondata da un certo Adelfio (da cui il nome adelfiani), espulso da Antiochia nel 376 dal vescovo Flaviano e autore del testo base della setta, Asceticus. Un'ulteriore condanna fu loro inflitta dal sinodo di Side del 390 ca. e dal concilio di Efeso del 431(dove venne condannato il loro libro Asceticus).

Eppure la setta continuò ad esistere: alla metà del V secolo, il loro capo era il prete Lampezio (da cui un'ennesima versione del loro nome), il quale scrisse un loro nuovo testo, chiamato Il testamento. In Armenia la setta, pur combattuta anche dalla Chiesa Nestoriana, continuò a prosperare fino al IX secolo.

I m. influenzarono alcune eresie medievali come i pauliciani, i bogomili e i fratelli del Libero Spirito.

Essi, come si diceva, consideravano inutili i sacramenti e la mediazione della Chiesa, praticando invece la preghiera incessante e la danza estatica, durante le quali erano posseduti dallo Spirito Santo (da cui, letteralmente, il nome di entusiasti, cioè "posseduti da Dio"), si rifiutavano di lavorare, vivendo nelle piazze e vagando da una città all'altra e prendendo, secondo loro, ad esempio la vita itinerante di Gesù e gli apostoli.

Secondo Sant'Epifanio, esisteva, infine, un'altra setta molto simile, non cristiana, ma che adorava un unico Dio onnipotente. I seguaci di questa setta erano chiamati anche eufemiti e furono considerati i precursori dei messaliani, con i quali furono spesso confusi.